L'ANALISI
04 Ottobre 2024 - 20:49
CREMONA - Mentre in Emilia Romagna rimane l’allerta rossa (oggi è esondato ancora il Lamone e l’acqua ha aperto un fontanazzo nell’argine appena ricostruito, dunque ancora debole), nel Cremonese la situazione è sotto controllo, anche se si rimane vigili e si guarda al meteo. Andamento altalenante per il Po, che oggi ha fatto segnare -4 metri e 40 centimetri dallo zero idrometrico. Un andamento che risente molto delle condizioni meteo del nord della Lombardia.
Ora le piogge dovrebbero concedere una tregua, per ricominciare lunedì e martedì (sono previsti forti temporali). Va poi considerato che è nevicato in montagna e si spera dunque che non si alzino le temperature in qualche ‘estate di San Martino’, per evitare così lo scioglimento del ‘manto bianco’. Alle canottieri gli addetti alle zattere sono sempre attenti, ma per il momento dalle paratoie della diga di Isola Serafini non è sceso nulla (l’ultima volta la legna rilasciata aveva creato un iceberg padano largo quasi 70 metri e lungo più di 300).
Il picco a Cremona è stato registrato il 28 settembre con -3 metri e 92 centimetri, per scendere poi a -5 e 16 centimetri il 2 ottobre. Oggi a Casalmaggiore l’idrometro ha fatto segnare meno un metro e 18, mentre a Piacenza ha superato lo zero di un metro e 12; e al ponte della Becca - alla confluenza con il Ticino - il livello ha toccato meno un metro e 32 centimetri. Su tutta l’asta del Po il trend è dato in salita (anche se da mesi l’idrometro di Casei Gerola è fuori uso per un cantiere in corso).
Un fiume ‘in forma’, insomma: e si capisce anche da come ‘tira’ la corrente per chi, anche oggi, non ha rinunciato ad andare in barca; ben lontano da quei meno otto metri che avevano fatto segnare il record di magra nel 2022, il Po si mostra gonfio, con tutte le canaline aperte, compresa quella che collega il fiume alla Maginot; sono sparite le spiagge e sul grande sabbione dell’Isola del Deserto si nota solo una piccola macchia verde circondata dal Po. Stessa situazione verso valle: sono ridotti all’osso gli spiaggioni tra il pennello della lanca Livrini e la Capannina e quello tra il Mento e il Sales; mentre sulla riva destra è sparito quello che dal ponte dell’autostrada arrivava quasi all’Isolone di Gerre-Castelvetro.
La foce del Riglio è al livello del Po e non c’è più il dislivello che di solito la caratterizza; e la stessa situazione si registra alla foce del Morbasco, ingrossato anche dalle acque del Cavo Cerca, anch’esso in forma così come gli altri corsi d’acqua: Naviglio Civico, Robecco, Ciria, Morta, Fossadone. Anche i bodri, di conseguenza, ne risentono positivamente.
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