L'ANALISI
02 Ottobre 2024 - 20:51
Gli avvocati Simonpietro Boccardi e Carlo Meleri
PANDINO - Da bambina l’aveva avuta come maestra alle scuole elementari. Da adulta, per l’accusa, è diventata la stalker della sua ex maestra.
Le telefonate (centinaia) «ogni dieci minuti», i messaggi e le mail, «i regali esagerati» e i bigliettini sul parabrezza, le «ronde attorno a casa» e «la terra bruciata attorno». Un anno e mezzo di «ossessione», da marzo del 2019 ad agosto del 2021.
Lei 34 anni, l’insegnante 59 e una vita stravolta, in quell’anno e mezzo, finché, esasperata, si era rivolta ai carabinieri e l’ex scolara era finita agli arresti domiciliari. Oggi è libera, ha un lavoro. Soprattutto, non ha più infastidito la prof.
Oggi il pm onorario ha chiesto al giudice di condannarla a 1 anno di reclusione. E l’avvocato di parte civile, Simonpietro Boccardi (di Lodi) di condannarla a 50mila euro di risarcimento danni. L’avvocato Carlo Meleri, difensore dell’imputata, ha chiesto di assolverla «perché il fatto non sussiste». La sentenza sarà emessa il 30 ottobre prossimo.
Nella requisitoria, il pm ripercorre i fatti. Parte dall’inizio. Da quando l’ex scolara «contatta la maestra, che accetta l’invito». Perché credeva si trattasse di «una frequentazione amicale». Lei «accetta per affetto», ma «ben presto si arriva a una situazione pesante, oppressiva». Perché della sua ex maestra, l’allieva si era invaghita.
Il pm parla delle circa 200 telefonate da due numeri diversi. L’avvocato di parte civile precisa: «101 telefonate da una utenza, 197 dall’altra». Il pm parla dei «bigliettini che la maestra si trovava sul parabrezza dell’auto parcheggiata sia davanti a casa sia davanti alla scuola. Ricorda «un pacco buttato nel giardino».
«La mia assistita ha rifiutato di tessere un rapporto non amicale», sottolinea l’avvocato Baccardi. Il legale ripercorre «sinteticamente gli accadimenti che provano le molestie reiterate negli anni; le telefonate, i messaggi su WhatsApp, le continue ronde davanti a casa provate dai filmati, dai rilevamenti dei varchi elettronici». «Le persecuzioni arrivano a un punto che l’imputata fa terra bruciata attorno alla mia assistita, si inserisce nella sua vita privata, la costringe a cambiare le abitudini di vita». Cambia il numero di telefono, smette di frequentare la palestra. Ma l’imputata la cerca, si presenta in palestra, dagli amici della maestra vuole sapere dove lei sia finita, vuole riagganciarla. Alcuni di loro diventano suoi bersagli. «Hanno ricevuto centinaia di telefonate da un numero sconosciuto, ma grazie all’applicazione di una App, hanno scoperto che si trattava di lei», spiega il pm.
Sulle abitudini di vita cambiate, l’avvocato di parte civile parla di «paura incontrollata». La maestra non esce più da sola. Si fa accompagnare quando va a far spesa, quando si reca a scuola. «A un amico confida di voler essere trasferita. Tutti i testimoni sentiti al processo confermano il suo stato di prostrazione». Lo ha confermato al processo l’ex compagno: «Era provata, dimagrita, si guardava attorno quando usciva».
Il pm parla di «condotte reiterate dell’imputata che hanno portato la persona offesa a vivere nell’ansia». L’avvocato di parte civile di «grave stato di prostrazione e di ansia».
L’avvocato Meleri affida la sua difesa a una corposa memoria già acquisita dal giudice. «Non ci sono state mai violenze, mai aggressioni. La stessa maestra lo ha confermato al processo». «Mai violenze, mai aggressioni», ma «provocazioni: la maestra inseguiva l’ex allieva, la fotografava e poi diceva di essere inseguita. I testimoni a mio parere non sono credibili. Io non credo che in un anno e mezzo la maestra non sia stata in grado di mettere a posto una ragazzina».
La maestra, esasperata, si rivolse, invece ai carabinieri. Raccolta la denuncia, fatta l’indagine, agli inizi di agosto del 2021 l’ex scolara finì agli arresti domiciliari. I carabinieri le notificarono la misura disposta dal gip.
Gli investigatori allora parlarono di «morbosità», spiegando anche il retroscena. «Una morbosità che, probabilmente, affonda le sue origini in un trascorso familiare nel quale sono state molte le carenze affettive». Carenze «che hanno portato la donna a vedere nella sua ex insegnante una figura materna. Ciò l’aveva portata a voler stringere con lei un legame filiale che forse le è sempre mancato».
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