L'ANALISI
03 Ottobre 2024 - 05:20
Bossi, Trespidi e Ventura
CREMONA - «È vero che i panni sporchi si lavano in casa. E infatti ora Fratelli d’Italia si potrà dedicare ai chiarimenti interni, è un problema loro. Personalmente, finché i vertici restano quelli attuali, io non mi siederò più ad alcun tavolo, nemmeno per un caffè, con loro».
Sulla vicenda delle elezioni provinciali il segretario della Lega cremonese Simone Bossi non usa mezzi termini. Era stato proprio lui, nei giorni scorsi, a firmare insieme a Tiziano Filipponi (Lega), Gabriele Gallina (Forza Italia) e Giuseppe Trespidi (Unione di centro) una dura lettera di accusa nella quale FdI veniva definito ‘inaffidabile’ e ‘fuori dal perimetro della coalizione’. Evidentemente le parole del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Marcello Ventura non sono bastate a calmare gli animi dei leader del centrodestra. Anzi, forse li hanno avvelenati ancor di più: «Ventura si è detto esterrefatto — continua Bossi –. Lo sono anch’io per il comportamento assunto alle urne. È semplicemente impensabile continuare a lavorare con chi dice una cosa e fa l’esatto contrario».
Il riferimento esplicito è all’indicazione del candidato Presidente Alberto Sisti: «Io c’ero a tutti i tavoli della coalizione – continua Bossi – ed è stato Fratelli d’Italia a esprimere, in qualità di primo partito, il nome di Sisti. Noi ci siamo attenuti a questa scelta, motivata e convincente. Ma se sono gli stessi promotori a tirarsi indietro e remare contro direi che c’è un grosso problema». Un problema che ora sta ai membri del partito di Giorgia Meloni affrontare: «Che ci siano stati dei franchi tiratori è sotto gli occhi di tutti. Non sta a noi fare dei nomi, quel che ci basta è che la Lega, così come Forza Italia, UdC e Novità Cremona, aveva garantito un certo numero di voti che effettivamente sono arrivati. Non si può dire lo stesso di FdI». La ricostruzione del segretario leghista non entra nel merito dei motivi del ‘tradimento’: «Sono aspetti che hanno poco a che spartire con la mia idea di politica e personalmente non mi interessano. Ma quando si arriva a compromettere il lavoro della propria coalizione allora non si può pensare che non ci siano conseguenze». E la conseguenza, per Bossi, è una: «Quel che abbiamo detto con il nostro documento due giorni fa non cambia: per noi FdI, con i vertici che ha oggi, è fuori dal centrodestra cremonese e ha perso la sua credibilità».
Una risolutezza condivisa da Trespidi dell’UdC: «Purtroppo dobbiamo prendere atto di quel che è successo, così non è possibile proseguire nell’alleanza». Per Trespidi la questione è prima di tutto di rispetto «dei propri amministratori e dei cittadini. Come possiamo pensare di chiedere alle persone di recarsi alle urne, di farlo sempre di più in questi tempi di astensionismo imperante, quando l’esempio che diamo è questo? Si viene eletti in un partito che fa parte di una coalizione con una strategia e un candidato. Quella linea va rispettata e invece ci ritroviamo alleati che votano con il Pd». E se nei confronti di FdI i toni restano al vetriolo, Trespidi riserva parole di apprezzamento per Alessandro Portesani: «Non credo che esca indebolito da questo voto provinciale: le sue prese di posizione sono sempre ben ponderate e il suo apporto alla coalizione è e sarà prezioso».
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