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CENTRODESTRA. L'ORA DEI VELENI

«Accuse infondate e arroganti. Il problema è di tutti i partiti»

Ventura rompe il silenzio ma Ancorotti lo incalza: «Adesso va chiarito cosa è accaduto nelle urne». Capelletti: «Ho fatto il mio dovere e votato Sisti»

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

02 Ottobre 2024 - 10:56

«Accuse infondate e arroganti Il problema è di tutti i partiti»

Ventura, Ancorotti e Capelletti

CREMONA - Il giorno dopo lo strappo nel centrodestra cremonese, FdI rompe il silenzio per rispondere alle accuse mosse dagli altri partiti della coalizione. A farlo è il coordinatore, Marcello Ventura, tra i principali registi delle sorti del partito: «Sono sorpreso ed esterrefatto dal comunicato diramato da quelli che ritenevamo e riteniamo essere degli alleati». Sui banchi dell’accusa siedono Simone Bossi e Tommaso Filipponi per la Lega, Gabriele Gallina di Forza Italia e Giuseppe Trespidi dell’Unione di Centro.

Ieri erano stati proprio loro a sancire che «le condizioni per continuare a collaborare con Fratelli d’Italia sono venute meno»: a mandarli su tutte le furie era stato il presunto ‘tradimento’ di alcuni consiglieri comunali di Cremona (con la loro ricca dote di voti ponderati) alle urne di domenica.

Il candidato di centrodestra, Alberto Sisti è risultato sconfitto perdendo oltre 4.700 voti rispetto a quelli ottenuti dalla sua lista di consiglieri.

Oggi però Ventura rispedisce le accuse al mittente. «Dopo settimane di riunioni, incontri e quella tanto famosa unità decantata, leggo dichiarazioni totalmente semplicistiche e in parte al limite della fantasia fatte dai segretari del centrodestra che accusano in maniera univoca il nostro partito».

Ventura parla di un problema politico che non può essere imputato ai soli consiglieri chiamati in causa dai leader del centrodestra: «È indubbio che le schede per il presidente abbiano visto un notevole distacco dalle schede della lista dei consiglieri, in quasi tutte le fasce dei Comuni. Sono infatti oltre 100 (565 a 459) gli amministratori che hanno ritenuto ‘non competitivo’ il candidato presidente di centrodestra, preferendogli quello del centrosinistra».

Il problema resta, ma non riguarderebbe i soli consiglieri cremonesi (sui quali Ventura, peraltro, non si sbilancia). Le parole del coordinatore suonano più come un invito al dialogo che come una smentita: «Certamente, per quanto concerne il consenso ricevuto dal candidato presidente Sisti, sono emerse delle criticità che valuteremo al nostro interno e nelle sedi competenti, non certo lanciando accuse al limite della diffamazione. Siamo sempre stati un partito responsabile e come tale analizzeremo la situazione in un apposito momento di confronto».

Per fare i conti, insomma, ci sono un luogo e un tempo opportuni che non è quello dei comunicati stampa, sembra dire Ventura.

I toni di un eventuale confronto tra le forze del centrodestra si intuiscono però dalle parole con cui continua il coordinatore di FdI: «Questa vicenda ha mostrato, per l’ennesima volta, l’importanza di evitare di scegliere candidati solamente tra segreterie di partito. Serve guardare maggiormente all’esterno, condividendo in modo trasparente, con tutti gli amministratori, le tappe e gli obiettivi, preferendo persone che non solo si riconoscono nel centrodestra ma che sono anche le più idonee e rappresentative per traguardare i prossimi appuntamenti significativi per questo territorio».

Non certo una rivendicazione del voto per Roberto Mariani, candidato vincitore del centrosinistra, ma una critica alla strategia della coalizione risultata sconfitta. E, dal canto suo, Ventura ribadisce agli alleati che ora lo hanno scaricato, il peso politico del suo partito: «Come coordinatore di Fratelli d’Italia ci tengo a congratularmi con amministratori e militanti per il lavoro svolto. Un lavoro che ha portato all’elezione di tre consiglieri dei sei della coalizione. Fratelli d’Italia non solo è la forza politica con più consenso tra gli elettori ma si è confermata anche la forza politica più apprezzata dagli amministratori della provincia di Cremona».

Sulla vicenda è intervenuto, a stretto giro, anche il cremasco Renato Ancorotti. Il commento del senatore, che già ieri non aveva risparmiato le critiche per il risultato ottenuto, è di altro avviso rispetto al coordinatore.

«Non sono sorpreso dal comunicato dei nostri alleati, con i quali ho sempre mantenuto un canale di confronto aperto e trasparente, spesso franco ma rispettoso e leale. Certo, sono soddisfatto dell’elezione dei nostri tre consiglieri, ma non posso fingere che, per quanto riguarda l’elezione del presidente, tutto sia andato secondo i piani. Forse è andato tutto secondo i piani di altri, ma non certo di Fratelli d’Italia, il partito a cui tutti noi dovremmo garantire lealtà».

A bruciare particolarmente al senatore è quello che i leader del centrodestra hanno definito un ‘accordo innaturale’ con il Pd, che ha portato alla vittoria Mariani. Proprio come 5 anni fa era successo con l’allineamento tra i dem e i civici del centrodestra.

«Giorgia Meloni lo ha ribadito più volte: mai col Pd. Eppure, qualcuno dei nostri sembra non aver compreso il messaggio. Lavare i panni in casa? Ho la sensazione che la casa sia stata svenduta da mercenari di poco conto».

E Ancorotti ha le idee chiare rispetto a come orientare la discussione interna al partito: «Partiamo da una domanda semplice. Per chi abbiamo votato? Lo dicano apertamente, perché trasparenza e lealtà devono essere alla base del nostro modo di fare politica, sia tra la gente che all’interno del partito. Sono sicuro che anche il nostro coordinatore provinciale concordi con me nel definire mercenari da quattro soldi coloro che hanno votato per il candidato del Pd, a meno che non voglia riscrivere il programma di Meloni».

Domande, quelle indirizzate al coordinatore Ventura, che insinuano qualche dubbio. «Sarebbe opportuno lo dichiarasse apertamente, altrimenti il suo silenzio sarebbe assordante».

CAPELLETTI (FDI) SVELA DI AVER SEGUITO LE INDICAZIONI DELLA COALIZIONE

Anche Chiara Capelletti, seconda consigliera per preferenze alla scorsa tornata amministrativa, prende parola sulla spaccatura del centrodestra. In Fratelli d’Italia le acque sono più che increspate dopo il voto provinciale e la dura lettera di accusa degli altri partiti del centrodestra. Ieri Forza Italia, Lega e Udc avevano denunciato il ‘tradimento’ alle urne da parte di 4 consiglieri cremonesi di FdI. Tra questi non figura Capelletti: «Io ho fatto il mio dovere e sacrifico un fragilissimo diritto alla segretezza del voto (gli eletti che amministrano la cosa pubblica dovrebbero essere trasparenti e specchiati sempre) per affermare pubblicamente che il mio voto è stato espresso per il candidato presidente che la coalizione di centrodestra ha presentato e sostenuto, Alberto Sisti».

La consigliera rientrata tra le fila del partito in occasione delle scorse elezioni amministrative del capoluogo, non si sbilancia per il momento sulla linea seguita dai suoi colleghi: i panni sporchi, d’altronde, si lavano in casa. «È l’unica cosa che mi sento di dichiarare in questo momento, a tutela della mia onorabilità, ma anche a tutela del mio partito, al quale tengo, perché se così non fosse non sarei rientrata, non mi sarei candidata e non mi spenderei in prima persona per la crescita di Fratelli d’Italia anche nei momenti di difficoltà».

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