L'ANALISI
20 Settembre 2024 - 16:01
Carlo Malvezzi e Federico Fasani
CREMONA - La bocciatura del progetto dell’impianto di biogas, e la contestuale conferma del proseguimento dell’attività del termovalorizzatore oltre il 2029, l’una e l’altra ufficializzate dal sindaco Andrea Virgilio, per Forza Italia certificano il «fallimento» della partnership industriale tra Lgh e A2A. Un’operazione — non mancano di rimarcare «responsabilità chiare», Carlo Malvezzi e Federico Fasani — inventata nel 2016 dai vertici del Partito Democratico regionale per giustificare la svendita del patrimonio dei cremonesi, avvenuto senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, in palese violazione delle norme sulla concorrenza. In pratica, il valore della più importante azienda pubblica di Cremona e le condizioni della cessione di tutto il suo patrimonio, costituito in oltre un secolo di storia con i soldi dei cremonesi, sono stati stabiliti dall’acquirente attraverso una trattativa privata al ribasso, senza alcuna possibilità di comparazione con offerte di altri operatori».
FORZA ITALIA CRITICA
Un iter, quello ripercorso aggiungendo veleno ad ogni passo dagli azzurri, «costellato da reiterate forzature amministrative, assunzioni di delibere di dubbia legittimità, accordi sottoscritti senza alcuna trasparenza e senza condivisione con il consiglio comunale, che hanno costretto l’Anac a contestare apertamente le modalità dell’operazione di vendita del pacchetto azionario di Lgh e la Corte dei conti ad aprire un’indagine».
E la ragione, sempre nella visione forzista, è una: «Le giunte comunali si sono sempre dimostrate prone ai voleri dei vertici di A2A, abdicando al loro principale dovere: tutelare l’interesse pubblico. È avvenuto nella fase di cessione della proprietà di Lgh e si è ripetuto nel gennaio 2021 in occasione della sottoscrizione da parte dell’allora sindaco Gianluca Galimberti e dell’allora suo vice Virgilio del Memorandum del Cremona 2030, nel quale si prospettavano investimenti in ambito energetico da parte di A2A per circa 150 milioni di euro».
SECONDO FI NESSUN INVESTIMENTO ENERGETICO ALL'ORIZZONTE
Ed è proprio quello degli investimenti il secondo fronte aperto da Malvezzi e Fasani: «Ad oggi non esiste traccia — allungano dubbi in prospettiva dopo aver contestato il passato e criticato il presente —. Nessun progetto depositato, nessun iter autorizzativo avviato».
La sottolineatura: «Se Cremona non subirà l’affronto della costruzione di un impianto a biometano in via San Rocco, in un’area oggettivamente inadeguata, non lo si deve certo alle posizioni assunte dalla precedente e dall’attuale giunta (sostanzialmente sovrapponibili), ma al rigore e alla professionalità dei tecnici che hanno tenuto la schiena diritta, esprimendo pareri circostanziati e scrivendo, nero su bianco, tutte quelle criticità di natura ambientale, paesaggistica, idrogeologica, infrastrutturale e urbanistica che erano già emerse durante la prima fase istruttoria. Sono stati i tecnici della Provincia, dell’Ats Val Padana, dell’Ufficio Strade e Urbanistica di Cremona che hanno tutelato i cittadini, traditi invece da chi avrebbe dovuto rappresentarli e che al contrario ha liquidato le critiche della popolazione, del comitato e delle forze politiche contrarie alla realizzazione dell’impianto come ‘battaglie di retroguardia’».
Ha una certezza, Forza Italia, frutto di una ricostruzione precisa: «Che A2A confidasse in un esito diverso, forte del sostegno della maggioranza, è provato dal fatto che, in assenza di autorizzazione, ha provveduto ad acquistare l’area dove avrebbe dovuto essere realizzato l’impianto di biometano e ha opzionato l’acquisto di una vasta area limitrofa che avrebbe dovuto ospitare un impianto per la produzione delle alghe. Quale altro operatore privato l’avrebbe fatto senza adeguate garanzie? A distanza di otto anni da quello sciagurato accordo politico, Cremona torna alla casella di partenza, come nel gioco dell’oca: con le tasche vuote e senza nessuna certezza».
IL FUTURO DEL TERMOVALORIZZATORE
E con uno scenario che resta quello di sempre, con gli impianti energetici di Cremona (termovalorizzatore, teleriscaldamento, centrale a biomasse, centrale turbogas) di proprietà di A2A «che ne dispone a suo piacimento», e il termovalorizzatore, «indicato dal sindaco attuale e dal suo predecessore come la principale fonte di inquinamento della città al punto da reiterare per 10 anni la promessa di spegnimento», che continuerà a funzionare oltre il 2029, il rischio all’orizzonte è uno, per Forza Italia adesso il rischio si sposta sugli investimenti: «Non esiste alcun impegno formale di A2A ad investire sul nostro territorio i 150 milioni di euro indicati nel programma Cremona 2030, che giace impolverato in qualche cassetto. Il Comune non ha alcuna leva per poter trattare autorevolmente con la società avendo una partecipazione del capitale sociale irrilevante». In estrema sintesi: «Cornuti e mazziati».
LA PROPOSTA DI UN PIANO ENERGETICO
E a completare il quadro, «scoraggiante», FI infila il coltello nella piaga: «È giusto ricordare il tentativo del Comune e di altri soci minori, miseramente fallito alla prova dei fatti, di esprimere un proprio rappresentante in seno al cda di A2A: una figuraccia memorabile rimediata di fronte a tutto il mondo finanziario italiano e delle multiutility. Il tutto mentre Forza Italia esprimeva con chiarezza le proprie posizioni sia nelle sedi istituzionali sia pubblicamente, con diversi interventi, sollecitando un confronto alla luce del sole, confronto che le giunte hanno sempre rifiutato. Lo facciamo anche oggi di fronte ad una classe politica che si è dimostrata inadeguata a gestire partite complesse e che cerca di riconquistare la propria verginità attraverso riposizionamenti che utilizzano narrazioni tanto risibili quanto irreali, nel goffo tentativo di attribuirsi meriti chiaramente ascrivibili ad altri».
Abbandonata la polemica, guardano al futuro Malvezzi e Fasani: «Crediamo sia improrogabile predisporre un vero Piano Energetico per Cremona e per il suo territorio, redatto secondo criteri scientifici da un soggetto indipendente e qualificato». Avanzano una proposta: «Il Politecnico di Milano può rappresentare il partner ideale per affrontare questo delicato lavoro. Abbiamo proposto alle forze politiche del centrodestra di inserire questa idea all’interno dell’ordine del giorno depositato in questi giorni e siamo felici che sia diventata una proposta condivisa dall’intera coalizione».
Sarà il consiglio comunale il terreno sul quale si misureranno le forze politiche.
«A partire da quelle di maggioranza, che portano la responsabilità politica di questo fallimento. C’è bisogno di un nuovo progetto, di maggiore serietà e maggiore trasparenza. La città ne ha bisogno e noi siamo pronti a dare il nostro contributo».
A una condizione: «Per favore, basta bugie».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris