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CREMONA. IL CASO IN TRIBUNALE

Al padre dava quinoa e segale. Accusato di maltrattamenti: assolto

Figlio a processo per cibo e integratori all’anziano genitore, in accordo con il medico

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

18 Settembre 2024 - 20:39

Assolto dall’accusa di maltrattamenti: il figlio nutriva il padre con quinoa e pane di segale

Il pane di quinoa e nel riquadro l'avvocato Micol Parati

CREMONA - Da sempre crede in una alimentazione sana. Così, anziché propinargli la classica minestrina, all’anziano padre faceva mangiare la quinoa, il cibo delle Ande ricco di proteine. In tavola gli faceva trovare il pane di segale, ma anche integrale. E gli integratori. «In accordo con il medico, purché gli alimenti non sostituissero i farmaci, sia chiaro». Mai il figlio si sarebbe sognato di finire davanti a un giudice, accusato di maltrattamenti sul genitore, 87 anni «ben portati, gliene danno 70». Mirko, 50 anni, oggi è stato assolto dall’accusa ‘perché il fatto non sussiste’. Perché quinoa e integratori non integrano un reato. E non sono maltrattamenti neppure ‘lasciare la tavola apparecchiata fino alle 16’ o far dormire il papà d’estate con le finestre chiuse nonostante il caldo. Le finestre erano chiuse, «perché in casa c’era l’aria condizionata, se le tieni aperte fa più caldo». Eppure, questi sono i i fatti contestati - tra il 2020 e il 2021 - nelle sette righe di capo di imputazione.

Il processo nasce dall’esposto presentato dal padre, convinto dall’altra figlia che con il fratello era ed è in pessimi rapporti. Questo è il retroscena emerso al processo. Padre e figlio sono sempre andati d’accordo e si sono sempre visti, anche quando Mirko ha avuto la misura del divieto di avvicinarsi all’abitazione dei suoi.

Pur avendo una casa di sua proprietà, nel 2019 Mirko aveva deciso di restare con i genitori, «per aiutarli, perché la mamma, scomparsa a febbraio di quest’anno, iniziava ad avere un decadimento cognitivo, il papà era molto preoccupato per lei che peggiorava e volevo alleviarlo». Mirko interessò anche i Servizi sociali «per affidarmi a professionisti». Per far venire a casa una badante. «All’inizio qualche ora di giorno, poi il pomeriggio. La notte, anche per sollevare papà, mi prendevo cura io della mamma. Mia sorella veniva a trovare i miei uno, due, tre giorni a settimana per un’ora». Il 21 giugno del 2021 accadde un fatto. Mirko lo ha spiegato al giudice. «Pensavo che mamma fosse stata portata a fare una visita medica, invece, a mia insaputa, mia sorella e mio padre l’hanno ricoverata in Rsa. Non lo hanno detto a nessuno, nemmeno alla sorella di mia madre, che ha sofferto. Anche mia madre ha sofferto. Mio padre si è trasferito da mia sorella perché ‘più tranquillo’». Poi, la denuncia.

«Il problema - ha detto l’avvocato difensore Micol Parati — era la gestione della famiglia. Papà e sorella volevano far ricoverare la mamma nonostante fosse accudita anche dalle badanti».
Il padre di Mirko non si è mai presentato in aula a testimoniare. La sorella sì. «Queste sono persone che mangiavano un po’ di minestrina, cibo semplice. Mio fratello li costringeva a mangiare la quinoa, il pane nero. A mia madre piaceva il pane bianco. Mio padre doveva mangiare il pane di segale...», aveva fatto verbalizzare.
Il pm oggi ha chiesto al giudice di assolvere Mirko ‘perché il fatto non sussiste’. La sentenza di assoluzione è arrivata in pochi minuti. «Il mio assistito è stato imputato, perché costringeva il padre a mangiare bene, a bere gli integratori, a chiudere la finestra con l’aria condizionata accesa», il commento del difensore.

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