L'ANALISI
18 Settembre 2024 - 19:26
Il tribunale di Cremona
CREMONA - «Io da quel giorno non ho più vissuto bene. Esco e sono sospettosa, mi guardo sempre in giro». Il giorno è mercoledì 19 luglio di un anno fa. Nel piazzale dell’Eurospin, in via Bergamo, Maria, 80 anni, casca nella «trappola delle monetine». I ladri ingranano la marcia e scappano con la sua borsetta; poi con il bancomat preleveranno 600 euro dal conto corrente dell’anziana. Per la procura, uno dei due malviventi è Alim Maycol, 32 anni, residenza a Massa, zingaro che vive nel campo nomadi. L’accusa è di furto aggravato della borsetta e di indebito utilizzo della carta bancomat.
Ore 10 del mattino di oggi, aula penale. L’ottantenne Maria (nome di fantasia, ndr) deve testimoniare, è agitata. Lo è da quel giorno. Lo ripercorre. «Ero appena uscita dall’Eurospin, ho caricato la spesa, poi salgo in macchina, faccio per metterla in moto, uno bussa al finestrino. Mi dice: ‘Guardi che ha perso qualcosa’. Mi dice di scendere, l’ho visto in faccia. Ho pensato di aver lasciato un po’ di spesa giù». Maria scende dall’auto, la borsa è sul sedile del passeggero. «C’erano delle monetine per terra». La borsa, invece, non c’è più.
«Nella borsa avevo tutto: portafogli, telefonino, documenti, carta bancomat, tutto. Non ho più trovato niente. Sì, poi mi hanno prelevato 600 euro. Io da stupida avevo scritto il pin dietro la fotografia di mia figlia. Pensavo che...». spiega al giudice. «Mi sono messa ad urlare, è venuta gente». Arriva un’amica, 80 anni anche lei. Maria l’aveva vista poco prima sul piazzale. «Ero carica, avevo l’acqua - racconta l’amica -. La signora si è offerta di aiutarmi, mi ha accompagnato alla mia auto, lei è poi è tornata alla sua. Passati due minuti, l’ho sentita urlare e sono subito corsa lì». Lì dove sta arrivando Simona Sommi, docente di lettere, volto noto della politica, consigliera comunale leghista di lungo corso.
«Mentre arrivavo in auto per fare la spesa — spiega Sommi —, era in corso l’attività criminale della persona imputata. C’era la persona anziana che piangeva. ‘Mi hanno rubato la borsa dall’auto’». Intanto, dal balcone di un condominio una signora indica: ‘Sono stati loro’. I presunti ladri sono ancora lì. Sommi e l’amica della vittima si parano davanti alla loro auto: una «berlinetta» di colore nero. La consigliera comunale prende in mano la situazione: «Aprite questa macchina e tirate fuori la borsa. Se la consegnate, non chiamiamo le forze dell’ordine». Ma quei due hanno fretta. «Hanno detto: ‘Dobbiamo andare a scuola a prendere il bambino’. Io sono docente, a luglio le scuole sono chiuse».
Quei due giurano di non aver preso la borsa. E come prova, aprono la portiera. «La borsa non si vedeva, ma sa, poteva essere sotto il sedile», dicono le testimoni. Poi, quei due sgommano: «Ci siamo dovute spostare per non essere travolte», precisa l’amica di Maria. Uno dei due tizi, quello che ha bussato al finestrino, era «giovane, sui 30-35 anni, né alto né basso, carnagione scurina, olivastra», la descrizione di Maria. «Scuretto, un bel ragazzo, né alto né basso. Accento? Capivo che non era italiano», fa verbalizzare l’amica. «Quei due avevano sui 30 anni, media altezza, 1, 65-1,70, non erano italiani, parlata non forbita, o nordafricani o rom, capelli scuri a spazzola», precisa Sommi.
Alla vittima e alle testimoni viene mostrato l’album fotografico: cinque foto. «Quattro bianchi, uno scurino», dice Maria. Che indica la foto numero 1. La stessa che indica Sommi. «Se lo ricordo con certezza? È passato del tempo, i lineamenti sono i suoi», dice. «Per me è il numero 1. Sono sicura. Non ho dubbi», dice l’amica di Maria. Quel giorno nel piazzale arrivò la pattuglia della volante: i poliziotti sentirono vittima e testimoni. Come si è risaliti all’imputato, lo spiegherà il 6 novembre prossimo l’investigatore della squadra mobile.
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