L'ANALISI
CREMA E INFRASTRUTTURE
18 Settembre 2024 - 05:10
CREMA - «A Dalmine, ci hanno messo due mesi per realizzare i pezzi del nuovo cavalcavia, all’uscita dal casello autostradale della A4, un mese per assemblarli in loco e una notte per posare il manufatto. Perché il Comune di Crema non prende informazioni su quest’opera e non fa altrettanto per il ponte di via Cadorna?». A porre il quesito è l’ex sindaco e ex componente del Cnel Walter Donzelli, che afferma di non voler fare polemiche politiche e si definisce «cittadino di via Cremona, preoccupato di ciò che potrà accadere se il ponte sul Serio rimanesse chiuso per almeno un anno, ammesso che sia sufficiente».
Donzelli auspica che si possa trovare una soluzione di minore impatto sulla viabilità cittadina. «Io credo che l’amministrazione comunale non abbia esaminato tutte le possibilità esistenti. A me sembra inoltre che sia un po’ in confusione. Ero presente — entra nel dettaglio — all’assemblea pubblica che il sindaco Fabio Bergamaschi ha tenuto a Castelnuovo e mi è parso di capire che non ci fosse chiarilze. La soluzione adottata a Dalmine merita almeno di essere studiata e presa in considerazione. Se i costi fossero sostenibili, permetterebbe di ridurre al minimo i tempi di realizzazione e di conseguenza i disagi per la popolazione».
Chi abita a est della città, al di là del fiume, è angosciato al pensiero di quanto potrà accadere una volta chiuso il ponte di via Cadorna. «Abbiamo visto gli ingorghi che si sono creati nei mesi scorsi quando la tangenziale, a causa di lavori di manutenzione, è stata resa a senso unico alternato».
Donzelli parla della similitudine tra il ponte sul Serio e quello di Dalmine. «Il cavalcavia dell'autostrada è lungo 50 metri e largo 20. Quello di Crema sarebbe lungo 80 metri per 10 di larghezza. Più o meno si equivalgono. Anche da noi, la struttura potrebbe essere realizzata altrove, poi montata in città e quindi posata, dopo aver costruito i due basamenti sui quali dovrà poggiare. Con questa soluzione si eliminerebbe anche il pilone centrale, che da sempre costituisce un grosso problema».
L’idea di Donzelli meriterebbe quantomeno un approfondimento, se non fosse che c’è lo scoglio della Soprintendenza da superare. «Se il problema è l’aspetto esteriore da conservare, si possono riutilizzare i pezzi del ponte attuale, cambiando però l’intera struttura portante e facendo una sola campata. Realizzando il ponte in fabbrica, montandolo e posandolo in loco si risparmierebbe tempo. A Dalmine lo hanno posato in una notte, chiudendo l’autostrada soltanto dalle 21 alle 5».
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