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CREMONA. TRIBUNALE

«Il vicino mi fa paura. Ora la mia vita è da reclusa»

Coniugi querelano la famiglia accanto. Rapporti rotti «quando lui ha impallinato i nostri cagnolini»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

16 Settembre 2024 - 18:51

«Il vicino mi fa paura. Ora la mia vita è da reclusa»

Il tribunale e nei riquadri gli avvocati Stefano Ferrari e Davide Lacchini

CREMONA -  «A me quest’uomo fa paura. Nei suoi occhi io vedo l’odio». L’uomo è l’anziano vicino di casa, 79 anni, con la moglie, lei di 75, accusato dalla famiglia della porta accanto di averla stalkerizzata.

«A tutt’oggi non esco da sola neanche per andare a comprare il pane. La mia vita è da reclusa, un calvario. Io sono in cura, perché soffro di ansia e di depressione». Lo ha detto oggi la vicina, 56 anni. Con il marito, lui 61enne, e la figlia da 32 anni abita nella villa confinante. Rapporti normali con i vicini sino all’autunno del 2019, quando il 79enne «che dal cortile di casa sua sparava ai piccioni con la carabina, imbracciò il fucile e sparò contro i nostri due cagnolini. E da lì...»

«Da lì è stato un susseguirsi di provocazioni, dispetti, soprusi e litigi, anche oggi perché il loro scopo è di farci andare via».

Aula penale, oggi: prima il marito, poi la moglie (parti civili con l’avvocato Davide Lacchini) e infine la figlia raccontano, spiegano, precisano: è la loro verità. Il 16 gennaio prossimo, sarà il turno dei coniugi imputati: difesi dall’avvocato Stefano Ferrari, diranno la loro.

Ad oggi, quindi, nei verbali c’è la versione della famiglia che si ritiene vittima di atti persecutori, cominciati con l’impallinamento dei due meticci «nel nostro cortile interno, dal quale i cani non uscivano mai». Spari «volontari» per la signora, che con la figlia quel giorno corse dal veterinario (la femmina ha sei pallini nella schiena).

Rincasate, mamma e figlia chiesero spiegazioni al vicino, il quale prima negò, poi si lasciò andare ad una frase che sa di confessione, sostiene la parte civile. La frase: «Quello che ho fatto ai cani, se non andate via, lo faccio a voi». «Il fucile l’ha puntato anche contro di me, una volta. Io di quell’uomo ho paura», torna a dire la donna.

Marito, moglie e figlia raccontano di quel faro da 500w piazzato nella primavera del 2020 dal vicino sul tetto del box, puntato sulle camere da letto della famiglia. «Un faro che illuminava a giorno, impossibile dormire. Avevo chiesto più volte di abbassarlo, ma a loro non importava niente, per farci un dispetto», dice il marito.

La coppia passa a un fatto di luglio di quello stesso anno, quando il vicino ha messo le telecamere orientate sulla loro casa. «Hanno installato una telecamera di sorveglianza al di sopra e al centro del loro portone carraio, orientandola, però, verso sinistra sulla porta di ingresso della nostra abitazione anziché verso destra, sull’ingresso della nostra abitazione». Ci pensarono i carabinieri «a far spostare l’orientamento delle telecamere». Ma «era un continuo spiarci: foto, video. E le continue offese a mia moglie: stupida, cretina. A una donna di 46 chilogrammi? Mia moglie per andare a lavorare aspettava un’amica che passasse a prenderla. Ma sa quante volte me la trovavo a piangere in casa?», rilancia il marito.

In quegli anni, la moglie ha dovuto affrontare la malattia: un tumore al seno. E, allora, una delle frasi che lei, il marito e la figlia non perdonano al vicino è quella pronunciata nel 2022. I coniugi ritornavano dalla festa del 25 Aprile. «In dialetto, mi ha detto che il tumore doveva venirmi al cervello, non alle tette», fa verbalizzare lei.

È lungo l’elenco «degli insulti» («parolacce dette a volte a mezza bocca, tra i denti»; «il gesto dell’ombrello», «i sogghigni») e «dei dispetti».

Marito e moglie spiegano che «in famiglia non c’è più serenità, il nostro modo di vivere in casa è totalmente cambiato». Al difensore degli imputati, la vicina spiega perché ha atteso tre anni prima di presentare ai carabinieri la querela, a maggio del 2022. «Ho fatto querela, perché non ne potevo più». Perché «ho sperato che la cosa finisse e invece». Invece, nonostante la querela, «ancora al giorno d’oggi, continuano a darci dentro, siamo osservati dalla mattina alla sera», fa verbalizzare il marito.

La moglie racconta altri due fatti, dopo la querela di maggio. Quello del 24 giugno successivo: «Il vicino era a un metro e mezzo da me, sottovoce mi ha detto in dialetto: ‘L’odore si sente lontano’. Mi ha dato della m...». E quello di un anno dopo, 21 giugno 2023. «Erano circa le 9 di sera, stavo rincasando, il vicino era di fronte alla sua abitazione. Ha aspettato che mi avvicinassi, ha iniziato a scatarrare rumorosamente, poi ha sputato a terra dov’ero appena passata».

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Commenti all'articolo

  • stradivari

    17 Settembre 2024 - 07:30

    Secondo una statistica riportata su tutti i giornali ci sono più avvocati che idraulici ci sarà un motivo, anzi più di uno.

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