CINGIA DE’ BOTTI - Quattro fondazioni del settore socio-assistenziale uniscono le forze per reperire operatori qualificati. L’obiettivo è chiaro: formare nuovi operatori Asa (Ausiliari socio-assistenziali) attraverso un percorso che combina teoria e pratica, mantenendo il legame con il territorio e puntando su una formazione interna di qualità.
L’idea ha preso vita grazie alla Fondazione ‘Elisabetta Germani’, grazie a una intuizione di Mario Antonio Cucumo, coordinatore del corso, in collaborazione con le Fondazioni ‘Esilda e Francesco Soldi’ di Vescovato, ‘Bruno Pari’ di Ostiano, ‘San Giuseppe’ di Isola Dovarese e sotto l’egida formativa di Arbra Service srl di Cremona.
«Abbiamo deciso di assumere personale non qualificato del territorio, inserendolo nelle nostre strutture per svolgere mansioni di base, e contemporaneamente proporre loro un percorso di qualificazione come Asa», ha spiegato il presidente della Germani, Enrico Marsella. «Da soli – ha commentato Walter Montini, presidente della ‘San Giuseppe’ – non si va da nessuna parte. Questa iniziativa mi sembra un fatto estremamente positivo».
Sulla stessa linea il parere del direttore generale della Fondazione Soldi, Roberto Bonelli: «Finalmente le strutture, che rappresentano circa il 15 per cento dei posti letto in provincia, si mettono assieme con un obbiettivo comune». I partecipanti lavoreranno e studieranno all’interno delle strutture, acquisendo un senso di appartenenza e apprendimento continuo. «Imparano già a lavorare, diventano parte dell’équipe fin dal primo giorno», ha evidenziato Elisabetta Pari, direttrice generale della ‘San Giuseppe’.
«Il valore aggiunto di questa collaborazione è proprio nella sinergia tra le strutture, che si sono messe insieme per trovare soluzioni condivise», ha dichiarato Alessia Ferrari, direttrice generale della ‘Pari’. Tra i benefici del corso vi è anche l’aspetto economico: «Gli operatori non solo acquisiscono competenze, ma percepiscono anche un reddito durante il periodo di formazione, aspetto non trascurabile per evitare l’abbandono dei corsi per motivi economici».