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LE STORIE DI GIGIO

Il generale scrittore ha Cremona nel cuore

Appassionato di Magna Grecia, Domenico Catania è l’autore di ‘Clistèros’

Gilberto Bazoli

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redazione@laprovinciacr.it

09 Settembre 2024 - 05:25

Il generale scrittore ha Cremona nel cuore

Catania Basco blu dell’Onu lungo il confine tra l'Iraq e il Kuwait e con il suo libro

CREMONA - La sua carriera militare, iniziata nel 1979 e proseguita per quasi quarant’anni, lo ha portato in giro per il mondo. Ha studiato navigazione e combattimento aereo negli Stati Uniti, approfondito scienze della gestione delle risorse umane in Inghilterra, lavorato presso il Quartier Generale della Nato a Bruxelles, partecipato a missioni come basco blu dell’Onu. Ha svolto incarichi operativi, di comando e di stato maggiore guadagnandosi il grado di generale di brigata. In congedo dal 2023, Domenico Catania, per gli amici Mimmo, nato a Cremona nel febbraio 1960, è diventato uno scrittore. «Ho sempre avuto una passione per le vicende storiche della Sicilia e della Magna Grecia».

LE RADICI FAMILIARI DI DOMENICO CATANIA

Il padre, Vito, era un carabiniere originario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). «Venne trasferito a Cremona nel 1958 e si sposò con mia madre, Rosa, anche lei di Barcellona. Abitavamo in via LungaStretta», racconta il figlio.
«Sono rimasto in quella casa sino all’età di due anni. Ma il clima non giovava alla mia salute e così i miei genitori decisero di spostarsi in città di mare, prima a Genova, poi in Sicilia». A 19 anni ha vinto il concorso per entrare nell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Da quel momento non si è più fermato.

clisteros

MISSIONI ONU TRA RISCHI E AVVENTURE

La sua divisa lo ha catapultato in contesti difficili, a tratti drammatici. Come con l’Onu tra il Kuwait, l’Iraq e l’Arabia Saudita. «Di quel periodo ho un ricordo struggente, che mi attanaglia ancora lo stomaco. Eravamo nel deserto, intorno a noi nel raggio di 200 chilometri non c’era anima viva».

Niente a parte serpenti, volpi, gatti selvatici. «Eravamo in cinque, tutti appartenenti a Paesi diversi: un mattino ci siamo svegliati e abbiamo scoperto che l’intero perimetro del nostro accampamento era stato ricoperto da insetti di ogni tipo attratti dalle luci. Avevano formato uno strato alto un metro e mezzo tanto che non ce la facevamo ad uscire dai container. La natura a volta è prepotente». Come sanno esserlo anche gli uomini. «L’anno trascorso come Osservatore dell’Osce in Kosovo prima che la Nato bombardasse le basi dell’esercito serbo è stato molto più pericoloso, violento. Sono stato preso prigioniero dai russi all’aeroporto. Ero in borghese, avevo l’immunità diplomatica».

ESPERIENZE DI SOPRAVVIVENZA IN AFRICA


Si è ritrovato spesso faccia a faccia con il rischio e la paura. Anche in Africa. «Facevo parte di una delegazione che si trovava in un Paese governato da un regime crudele, senza scrupoli. Siamo stati invitati in un bellissimo albergo restaurato, un esempio di stile coloniale. Eravamo in 6, siamo entrati. Il dittatore di quello Stato, in quel momento ubriaco, ha ordinato alle sue guardie del corpo indicandoci: fucilateli. L’Ambasciatore italiano ci ha fatto uscire nascosti sotto dei teloni ripetendo: in fretta, in fretta, passerà un po’ di tempo perché quello se ne dimentichi».

L'ISPIRAZIONE DI "CLISTÈROS": L'AMORE PER LA STORIA GRECA


L’idea di scrivere è venuta durante una visita al famoso teatro di Segesta, nel Trapanese. «Ero con mia moglie. Mi sono chiesto: cosa può essere che ha portato i Greci in Sicilia? Come hanno fatto? Non c’è chilometro quadrato che non rimandi alla loro colonizzazione: le case, i templi, i porti, i mulini». E così è nato ‘Clistèros’, pubblicato nel 2021. Il protagonista del ponderoso romanzo è un giovane calcidese scavezzacollo, un simpatico rubacuori costretto da una serie di eventi a fuggire dalla Grecia fino a naufragare, nel 735 ac, sulla costa orientale della Sicilia, dove incontra la popolazione indigena. Le sue vicende mirabolanti, la sua piccola storia sono la scintilla della Storia, quella della Magna Grecia. Un libro istruttivo ma anche divertente, per certi versi fumettistico. Profondo e allo stesso tempo leggero. «Ci ho lavorato per quattro anni», dice l’autore. C’è un altro aspetto che colpisce della sua opera: la precisione dei dettagli, la cura filologica con cui vengono ricostruite quelle antiche civiltà. «Non ho una cultura classica, non conoscevo il greco, ma ho cominciato a studiarlo per descrivere le monete dei Greci, com’erano vestiti, come bevevano, misuravano le distanze e preparavano i dolci. Se per terminare una pagina impiegavo un’ora, altre due o tre erano dedicate alla ricerca». Un metodo appreso nella precedente vita di militare. «Quando redigevo un documento, un dossier di Stato maggiore, dell’Aeronautica o della Difesa, che magari sarebbe finito sul tavolo del Ministro, doveva essere perfetto, inattaccabile».

IL PROTAGONISTA DI "CLISTÈROS"

Ora Catania è alle prese con il seguito di ‘Clistèros’. «Sono arrivato ai capitoli finali, sarà pronto tra qualche mese». La scena si sposterà in Grecia, dove l’eroe per caso che ha ‘scoperto’ la Sicilia rientra, e si parlerà della guerra durante la quale è stata impiegata per la prima volta la cavalleria e ha fatto il suo debutto la battaglia navale. «Racconterò e cercherò di spiegare le meschinità, le bassezze che hanno portato a quel conflitto, scoppiato, come tutti gli altri, per interessi economici. Il mio intendimento è completare una trilogia delle avventure di Clistèros».

Ora il generale-scrittore vive, circondato dai suoi nipoti, tra due mari, di Ostia e di Santo Stefano di Camastra (Messina). Non ha dimenticato le sue radici cremonesi e di tanto in tanto torna nella sua città natale, dove abita la sorella, Vera. Ha anche partecipato all’edizione 2022 della Fiera del libro. «Quando mi chiedono di dove sono, dico sempre che la risposta non può che essere articolata: un po’ siciliano, un po’ napoletano, un po’ americano, un po’ kuwaitiano e, orgoglioso di esserlo, un po’ cremonese».

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