L'ANALISI
03 Settembre 2024 - 20:29
CREMONA - Il pensiero comune, almeno sul fronte popolare, attribuisce al voto per il rinnovo del consiglio provinciale con elezione del presidente scarso appeal: «Interessa poco o nulla a nessuno».
Può essere.
Ma nel pieno delle trattative politiche, con l’ipotesi lista unica che al netto di sviluppi dell’ultimo secondo pare definitivamente tramontata, cannibalizzata nelle pieghe delle divisioni anche interne dei partiti, la tornata elettorale del 29 settembre cattura eccome l’attenzione delle categorie economiche. Consapevoli di come, oltre la percezione dei cittadini, l’amministrazione provinciale abbia un ruolo ancora cruciale. Ed è proprio nella certezza di quell’importanza, mantenuta a dispetto della legge Delrio, e di tagli a risorse e competenze, che ASSieme entra nel dibattito con una analisi che molto somiglia ad un appello. Alla responsabilità.
Partendo da una convinzione: «La Provincia è un organo strategico nell’organizzazione territoriale perché in capo all’ente permangono funzioni molto determinanti come la pianificazione territoriale di coordinamento, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, la pianificazione dei servizi di trasporto, l’autorizzazione e il controllo in materia di trasporto privato, la costruzione e la gestione delle strade e la programmazione della rete scolastica e della collegata edilizia, la raccolta e l’elaborazione dati e l’assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e la promozione delle pari opportunità. Tutte funzioni utilissime per la comunità e per le imprese», sottolinea l’associazione che riunisce in un unico network Industriali, Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Coldiretti, Confartigianato, Libera Associazione Artigiani Crema, Cna, Autonoma Artigiani Crema, Asvicom, Confesercenti, Api e Ance.
Eccolo, il messaggio forte e chiaro che arriva dal mondo economico: «In attesa che venga risolta l’impasse, ci teniamo a ricordare quanto sia preziosa la presenza di un ente intermedio fra Regioni e Comuni che eserciti quel ruolo di visione, di raccordo e di pianificazione strategica di cui tanto abbiamo bisogno».
In particolare, secondo gli imprenditori, «in un territorio come il nostro è indispensabile un ruolo guida che stimoli la capacità dei territori di promuovere le tante eccellenze di cui dispongono, che riesca a garantire una politica comune sui temi generali, a cominciare dalle infrastrutture. Ricordiamo che la Provincia ha dato vita a grandi momenti di indirizzo e di agire comune: dal Patto per lo Sviluppo, ai tavoli per la competitività, dall’Aqst all’associazione temporanea di scopo legata al Masterplan 3C. E proprio i contenuti di questo piano strategico hanno evidenziato quanto sia importante».
L’appello, definito in conclusione, è diretto alle forze politiche: «Colgano l’occasione di costruire una governance della Provincia capace di avviare una nuova stagione, tenendo ben presenti le sfide cruciali che attendono il territorio nel breve e nel medio termine. Vi sia convergenza delle competenze, delle conoscenze, dei contributi, concentrando le energie vitali che ognuno, nel proprio campo, è in grado di esprimere».
Ha una visione chiara della strada che dovrebbe essere intrapresa, ASSieme: «Vanno superate visioni di parte, logiche di partito e di associazione. Solo così si potrà fare molto per il nostro territorio che merita, come più volte abbiamo rimarcato, maggiori considerazioni in Lombardia e nel sistema Paese».
Un estremo tentativo di rianimare la già agonizzante opzione lista unica? Potrebbe anche sembrare, ma non è quello l’obiettivo di ASSieme: non importa della politica, all’impresa. Le interessano risposte. E i partiti, dal canto loro, sanno cosa si aspetta da loro il mondo economico: ne conoscono bisogni, esigenze e priorità. Comportarsi di conseguenza, sarebbe un bel segnale di vicinanza. E di lungimiranza. Una svolta seria oltre le logiche della convenienza partitica e dei veti incrociati. È ancora possibile?
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