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LE ELEZIONI PROVINCIALI

Pd, Soldo: «La lista unica? È l’unico modo per dare stabilità»

Dopo l’apertura dei dem, il segretario provinciale torna a prendere parola per chiarire i motivi della proposta

Francesco Gottardi

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redazione@laprovinciacr.it

13 Agosto 2024 - 19:05

Pd, Soldo: «La lista unica? È l’unico modo per dare stabilità»

CREMONA - Qualche settimana fa era stato proprio il segretario provinciale del Partito democratico Vittore Soldo a gettare nello stagno la pietra di una proposta di lista unica per le elezioni provinciali del prossimo 29 settembre (ma che potrebbero slittare di un mese). Ora, ad alcune settimane di distanza, le onde nell’acqua continuano a propagarsi, a testimonianza di come quell’apertura abbia messo in fermento la politica locale. Da un lato ci sono state le aperture del centrodestra provinciale, dall’altro le critiche e gli scetticismi espressi da AvS e Movimento 5 stelle.

E oggi, con un lungo comunicato, è tornato a prendere parola proprio il segretario Soldo: «Nei giorni scorsi ho letto molti interventi in merito alle prossime elezioni provinciali, così come ho letto molti articoli di stampa locale che facevano già i possibili nomi di candidati e candidate alla Presidenza del consiglio. Posso assicurare che, da parte nostra, non esiste nessun accordo precostituito con nessuna forza politica: al momento si è ancora nella fase di interlocuzioni in cui ci si confronta sulle precondizioni di massima, dei desiderata e dello scambio di reciproche aspettative. Per dirla secondo la tradizione senese del Palio, nessun cavallo è arrivato a ridosso del canapo ma non si sono nemmeno formate le contrade del caso».


Soldo prosegue esponendo nuovamente i motivi che hanno portato la segreteria del suo partito a proporre la strada di una lista unica: spiega il funzionamento della legge elettorale vigente e delle due distinte tornate — una per il Consiglio provinciale e una per la presidenza — che potrebbero portare ad uno scenario in cui «ciascuna forza politica potrebbe presentare una lista di candidati al consiglio provinciale ma non presentare nessuna candidatura alla presidenza della Provincia». C’è poi la questione del sistema proporzionale di un’elezione di secondo livello, in cui votano sindaci e consiglieri comunali della Provincia: «Per i comuni sotto i 3000 abitanti, 87 nella provincia di Cremona, il peso di ciascun elettore di secondo livello è di 34, mentre per ciascun consigliere dei comuni di Cremona e Crema, il fattore di ponderazione, corrisponde a 495».

Sulla base di tale sistema Soldo delinea uno scenario possibile: «Negli anni i voti ai vari schieramenti si mantengono abbastanza costanti: 31/32.000 voti ponderati per la compagine di centrosinistra, 35.000 voti ponderati per la compagine di centrodestra, 8-9.000 voti ponderati per la compagine dei ‘civici’. Tutto questo ci permette di fare la prima considerazione: con questi numeri, condizionati dall’affluenza alle elezioni provinciali da sempre non altissima, non esiste una maggioranza ‘qualificata’ che darebbe stabilità al presidente della Provincia. In sintesi c’è un’alta probabilità che si configuri un consiglio provinciale spaccato a metà, nell’ambito del quale, così com’è già oggi, l’elemento indispensabile per dare consistenza ad una maggioranza, è rappresentato del voto del presidente della Provincia».


Un rischio di ‘ingessamento’ dell’ente complicato anche dalla natura, per Soldo, delle compagini che si giocano la partita: «Lo schieramento di centrodestra sconta molte divisioni al suo interno, si capisce bene dunque che la situazione, per chi dovrà governare il prossimo consiglio provinciale, rischia di essere molto complicata». In conclusione, dopo le ‘rassicurazioni’ su un processo decisionale che terrà conto del parere degli amministratori «alla luce del sole, senza alcun accordo nelle segrete stanze», Soldo ribadisce i termini e le finalità di un’eventuale lista unica: «Nessuna delle forze in campo è smaniosa di fare un accordo unitario con la parte avversa. Ciascuno delle forze di centrosinistra e di centrodestra, farebbe volentieri a meno di ricorrere ad un accordo ma, detto ciò, tutte le forze politiche sono chiamate a farsi carico dell’appello dei tanti che vedono nell’ente provincia, un ente che ha bisogno di essere rilanciato e rigenerato per le funzioni che ancora svolge nei confronti delle imprese e dei cittadini della Provincia di Cremona».

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Commenti all'articolo

  • Pierpa

    13 Agosto 2024 - 19:50

    Bel concetto la stabilità. Cos'è, sinonimo di immobilità? Facciamo politica e amministrazione con i paracarri: più stabili di così... e adfio dialettica, progresso, migluoramento. Stabilità e amen.

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