L'ANALISI
02 Settembre 2024 - 19:02
Carminati, Cartabia e Gigliotti
CREMONA - Aula penale, oggi: dodici processi per fatti accaduti negli ultimi 10 anni: due nel 2014, uno nel 2017, cinque nel 2019, uno nel 2020, due nel 2021 e uno, il più recente, nel 2024. Procedimenti per reati diversi (truffa, furto in abitazione, sottrazione di minore), ma con un denominatore comune: gli imputati erano stati dichiarati irreperibili dopo ripetuti tentativi di ricerca falliti per la notifica degli atti.
Da qui, i giudici titolari dei fascicoli avevano emesso sentenza di ‘non luogo a procedere’. Nel frattempo, gli irreperibili sono stati rintracciati, chi prima, chi dopo. Ed è stato emesso decreto di revoca della sentenza di non luogo a procedere. Il processo si farà. Lo stabilisce la riforma Cartabia, ma l’iter per rifissare il procedimento davanti alla toga titolare è così tortuoso da far dire all’avvocato Marilena Gigliotti: «È un controsenso della riforma Cartabia, perché la finalità deflativa è, di fatto, apparente o illusoria. La finalità sarebbe di creare uno snellimento nelle procedure e nei tempi e, invece, poi si crea una sovrapposizione di adempimenti giudiziari. Perché c’è un giudice che deve prendere in carico il fascicolo, nuovamente occuparsi delle notifiche, degli avvisi, della regolarità del contraddittorio per poi riassegnare il fascicolo al giudice che era titolare all’origine del procedimento».
Procedimento «che riprende per fatti che, molto spesso, sono prossimi alla prescrizione. Stamattina in aula c’erano procedimenti il cui decreto di citazione a giudizio risaliva addirittura al 2014, quindi prossimi di qualche mese alla prescrizione. È il controsenso della riforma». È il caso di Mgjok a processo per evasione dai domiciliari (2014), ma l’imputato risultò irreperibile. Al pari di Elena, lei accusata di furto aggravato. O di Abed imputato di truffa a un commerciante dal quale sette anni fa, comprò una stufa a pallets, pagandola con un assegno di 2.000 euro: l’assegno faceva parte di un carnet smarrito.
Abed è difeso dall’avvocato Ugo Carminati. «Il giudice titolare del fascicolo - spiega il legale — aveva verificato dalle notifiche che l’imputato non era stato trovato, dopo qualche tentativo effettuato dalla pg. Nel mio caso, il giudice aveva emesso la sentenza di non luogo a procedere come stabilisce la Cartabia. Funziona così: la sentenza viene caricata nel sistema delle forze dell’ordine che quando ti trovano, ti identificano e te la notificano, perché nel loro sistema c’è. Le forze dell’ordine hanno l’obbligo di comunicare alle cancellerie penali ‘Lo abbiamo trovato e gli abbiamo notificato la sentenza’. Alla prima udienza utile (due volte l’anno, ai primi di gennaio e ai primi di settembre) un giudice ‘smista’ e rimanda il fascicolo al giudice titolare. E si comincia».
Carminati solleva un’altra questione. «Per lo Stato il soggetto era dichiarato irreperibile. Forse era un clandestino che circolava in Italia o che si era allontanato per poi rientrare tranquillamente». Certo, però lo Stato ha poi rintracciato gli ex irreperibili, Come l’imputato difeso dall’avvocato Gigliotti, accusato di danneggiamento aggravato. Storia della serratura della porta blindata di un locale. Accadeva 5 anni fa.
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