L'ANALISI
19 Agosto 2024 - 05:10
CREMONA - C'è un luogo dove il citofono e il telefono non smettono di suonare anche in pieno agosto. E' l'Associazione donatori tempo libero, un'istituzione in città. Ivano Siboni, 83 anni, è per età e durata del servizio il decano dei volontari che si danno il cambio in questa officina della generosità dove vengono fornite in comodato d'uso gratuito o riparate attrezzature per malati, disabili, invalidi, anziani come letti con sponde, carrozzelle, girelli per deambulazione, stampelle e tanto altro. “Sono venuto qui il 10 maggio 1985. Quasi 40 anni fa. Da allora non ho più smesso”, dice il due volte veterano.
UNA SQUADRA DI ARTIGIANI CON IL CUORE GRANDE
Il suo regno è in fondo al capannone tra cacciaviti, bulloni, trapani, martelli, incudini. Intorno a lui un piccolo esercito sempre in movimento di fabbri, tappezzieri, meccanici, fresatori e altri artigiani con i capelli bianchi, le mani abili e il cuore grande. Siboni fa la sua parte come saldatore. “Ma la mia professione era un'altra: ferroviere”, sottolinea con orgoglio. "Ho cominciato come fuochista. Proprio così: gettavo palate e palate di carbone nella caldaia delle locomotive a vapore”. Un mestiere antico e duro, durissimo. Eppure trovava il tempo e la voglia per fare dell'altro. "Arrotondavo lo stipendio andando a saldare un paio d'ore qui e là. Alcuni di quei lavori mi hanno bastonato i polmoni, bevevo il latte per ridurne gli effetti. Ho fatto anche il muratore".
SIBONI, DAL FERROVIERE AL SALDATORE PER SOLIDARIETÀ
Il fuochista aveva un amico e collega macchinista, Giovanni Boccoli, l'allora presidente dei Donatori. “Un giorno mentre tornavamo in treno da Mantova mi ha chiesto: perché non vieni a darci una mano? Ho risposto di sì”.
Il giovane ferroviere, che in seguito avrebbe vinto il concorso e sarebbe stato promosso diventando anche lui macchinista, aveva tanti hobbies. “Amavo la montagna e la pesca”. Ma l'adorata moglie, Esterina per tutti Rosina, mancata poco tempo fa, ha insistito. “Mi ripeteva: invece di andare per fiumi o torrenti sarebbe meglio dedicarsi al prossimo. E' stata lei a convincermi”. Prima della pensione il marito si recava in via Cattapane nei giorni di riposo o durante gli intervalli tra un turno e l'altro; dopo, tutte le mattine e tutti i pomeriggi.
“Ero e sono capace di saldare, anche se il braccio non è più fermo come una volta. Ci portano carrozzine con le maniglie o i tubi rotti e noi le aggiustiamo. Stesso discorso per le comode: entrano in condizioni disastrose ed escono come nuove. Oppure i letti: sistemiamo quelli arrivati con la rete metallica staccata”. Questa è stata ed è la quotidianità, normale amministrazione. Ci sono poi gli episodi indimenticabili, che illuminano gli occhi di chi, come lui, ne è stato protagonista. “Abbiamo trasformato uno scaldabagno in una stufa a legno, partita alla volta di San Paolo, in Brasile”.
CREMONA: UN CESTELLO SPECIALE PER I DISABILI
Destinata, invece, a Cremona un'altra invenzione. “Abbiamo costruito un cestello, una sedia da fissare a un sollevatore in una piscina per disabili”. Alle porte dell'Associazione ha bussato anche una fisioterapista che aveva studiato negli Stati Uniti. “Ci chiese di mettere a punto letti girevoli per due ragazzi con disabilità intellettive gravi. Non è stato semplice progettare e realizzare quelle attrezzature, ci abbiamo impiegato un anno e mezzo, ma alla fine ci siamo riusciti. Quando è tornata, la dottoressa ci ha baciato tutti dicendo che un mese di terapia su quel letto equivaleva a due anni di cure in ospedale”.
LETTI GIREVOLI PER MIGLIORARE LA VITA DEI RAGAZZI DISABILI
Su indicazione della stessa fisioterapista, sono stati assemblati dei letti speciali per chi ha insufficienza di ventilazione toracica. Alcuni di questi apparecchi hanno preso la strada dell'Albania. Sono stati predisposti vari tandem a guida posteriore per stimolare il senso dell'equilibrio nel paziente. Uno di questi tandem è stato fabbricato mettendo insieme quattro 'grazielle'.
“Quando ho cominciato io avevamo in dotazione pochi arnesi, che però sono via via aumentati grazie alle donazioni”, riprende l'ex ferroviere. Una volta al suo fianco c'era un altro volontario.
LA SODDISFAZIONE QUOTIDIANA DI AIUTARE CHI HA BISOGNO
“Il mio amico Giancarlo Bonoldi. Era molto bravo, più aggiornato di me. Sono della vecchia generazione, ma ideavamo insieme tutte le modifiche. Formavamo una coppia molto affiatata. Purtroppo ci ha lasciato tre anni fa”. Il poster, affisso alle pareti del laboratorio, del Premio bontà assegnato all'Associazione durante la Festa del torrone 2021 li ritrae mentre, chinati e concentrati su una bici d'altri tempi, stanno pensando cosa ricavarne. “Ora viene un giovane, Maurizio. La soddisfazione più grande? E' quella di tutti i giorni, è risolvere, con la collaborazione e i consigli dei miei colleghi, i problemi delle persone che hanno bisogno”.
Poi il fuochista-saldatore indossa la sua tunica blu e imbraccia con perizia la maschera per proteggersi il volto dalle scintille. Ricongiunti i pezzi di metallo, partirà per Ponte di Legno “dove 61 anni fa mi sono recato in viaggio di nozze con mia moglie”. Ma tra poco sarà di nuovo al suo posto, dietro il bancone. Ad accendere quella fiamma e fare ancora del bene.
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