L'ANALISI
18 Agosto 2024 - 05:25
Nel riquadro don Pier Codazzi
CREMONA - La povertà non va in vacanza. A Cremona, sotto il cielo di una delle estati più calde di sempre, i ‘dimenticati’ urlano ancora più forte. Quel che è più inquietante sono i dati: il 40% di chi usufruisce dei servizi della Caritas cremonese è composto da italiani, tra famiglie e single. E laddove bar, ristoranti e negozi chiudono per ferie, c’è chi non ha scelta, e tiene la porta aperta all’emergenza. In questo scacchiere, giocano una partita decisiva gli enti benefici, come Caritas e San Vincenzo. «I nostri centri di ascolto sono sempre aperti – spiega don Pier Codazzi, direttore della Caritas cremonese – nonostante Ferragosto e nonostante le vacanze. I più poveri hanno bisogno di risposte costanti e aggiornate, anche in ragione del carovita: già a giugno e a luglio le richieste sono state tante. E non certo solo da parte di extracomunitari, che sono il 60% del totale dei richiedenti».
IL 40% DEI BISOGNOSI SONO ITALIANI: LA REALTÀ DAI DATI CARITAS
Alla porta della Caritas c’è sempre più folla a bussare: «Oggi, i bisogni si fanno sempre più diversificati. Cerchiamo di andare incontro ai casi di maggiore fragilità anche con aiuti sul tema bollette e sugli affitti, perché ci sono sempre più persone che non arrivano a fine mese. È così da tempo: in passato l’emergenza si era attenuata, ma con il Covid la situazione è nuovamente degenerata». Si tratta dell’onda lunga di una crisi che si protrae dal 2021: i rincari delle bollette di luce e gas, alla fine del 2022, l’inflazione e i tassi di interesse impazziti sono stati una mazzata per chi paga le rate del mutuo ogni mese. Investita da questo ciclone, parte del ceto medio è stata risucchiata verso il basso da un effetto a spirale. Si tratta di una nuova, inquietante forma di povertà.
ENTI BENEFICI IN PRIMA LINEA: "NON CHIUDIAMO, ANCHE A FERRAGOSTO"
Preoccupa, in particolare, l’esplosione delle richieste di aiuto sui pasti. «Sono sempre di più i cremonesi che non hanno da mangiare – prosegue don Codazzi – e non possiamo tirarci indietro. Per questo abbiamo attivato il servizio del pasto veicolato alla domenica (da asporto, Nda). Per il resto, possiamo anche contare sull’appoggio della San Vincenzo con le Cucine Benefiche e con la distribuzione di pacchi alimentari ai bisognosi. Ad agosto, al posto delle Cucine Benefiche, ci sono i Frati Francescani di via Brescia. In questo modo riusciamo ad evitare che il servizio sia interrotto».
ESPOSIZIONE AL CAROVITA: LE RICHIESTE DI AIUTO CONTINUANO A CRESCERE
Di fronte all’alluvione di richieste dell’estate, serve un intervento sistemico e ragionato. «È vero che le necessità sono impellenti – ha commentato don Codazzi – ma la povertà è un fenomeno complesso. Crediamo che il punto principale sia la prevenzione: l’assistenza pone un freno a forme che possono degradare nella disperazione, ma dobbiamo intervenire prima. Ecco perché, tra tutti i temi, il più importante è quello del lavoro: se una persona ha bisogno di una bicicletta elettrica per lavorare, preferisco che abbia quella piuttosto che offrire altri servizi. Chiaramente, però, ciascuno deve fare la sua parte: noi facciamo la nostra».
EMERGENZA ALIMENTARE: "SEMPRE PIÙ CREMONESI SENZA CIBO"
Occorre dunque pianificare una nuova frontiera dei servizi di assistenza alla povertà: «Ci auguriamo – ha concluso don Codazzi – di poter affrontare alcune tematiche con i soggetti del terzo settore, in particolar modo il problema dell’abitare e della povertà alimentare. Abbiamo questo e altro all’ordine del giorno».
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