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Caritas, aiuti a 2mila persone: un allarme sociale senza fine

I problemi economici sono legati soprattutto alle difficoltà occupazionali, circa uno su quattro vive in solitudine

07 Agosto 2024 - 05:05

Caritas, aiuti a 2mila persone: un allarme sociale senza fine

CREMA - La povertà in città rimane purtroppo una presenza costante, come dicono i numeri della Caritas: 600 famiglie seguite — circa 2mila persone in tutto — di cui circa il 60% italiane. La crescita esponenziale che si era verificata negli anni della pandemia, con incrementi percentuali a tre cifre, nel 2023 e nel primo semestre di quest’anno, ha registrato un rallentamento. Tre anni fa erano 562 i nuclei, dagli anziani sino alle famiglie con figli, che si erano rivolte al fondo San Giuseppe Lavoratore e a quello famiglie solidali. «Lo scorso anno ne abbiamo aiutate 600» ha confermato il direttore della Caritas Claudio Dagheti.


Le problematiche maggiori sono ovviamente quelle economiche legate innanzitutto alle difficoltà occupazionali, ma anche a lavori che non permettono di mantenere una famiglia numerosa. Circa un quarto di chi chiede aiuto è solo. Il punto di riferimento per i bisognosi è il Centro di ascolto di viale Europa, in seconda battuta ci sono ovviamente le Caritas parrocchiali. Negli anni è cambiata la tipologia di persone e nuclei familiari che presentano domanda di sostegno nel pagamento di affitto, utenze, mutui, sostegno alla spesa. Molti sono fermi con il lavoro e faticano a rientrare anche per difficoltà nel ricollocarsi, legate alla riqualificazione professionale. Grazie alla Caritas, ma anche agli aiuti comunali, queste famiglie riescono comunque a non finire in mezzo a una strada.

Il direttore della Caritas diocesana di Crema Claudio Dragheti


Da sempre la Diocesi è schierata al fianco dei poveri, ancor di più dopo la pandemia. Non va dimenticato, infatti, che il fondo San Giuseppe è nato per volontà del vescovo Daniele Gianotti, nel maggio 2020, appena dopo il lockdown, con l’obiettivo di raccogliere risorse per far fronte alle grandi difficoltà economiche emerse in quella fase. Negli anni ha permesso di aiutare migliaia di famiglie residenti in città e nelle altre parrocchie del territorio. Fondamentali gli aiuti garantiti alla Chiesa cremasca da diverse realtà economiche del territorio, come gli istituti di credito.

E poi le donazioni di privati, l’impegno delle singole parrocchie «La parola di Paolo – ma di tutta la visione biblica e cristiana del mondo — ci dice che la caducità, la fragilità, appartiene alla creazione in quanto tale, e che proprio per questo essa non è il mondo definitivo, voluto da Dio — ricordava il vescovo a proposito del fondo —. Quasi sessant’anni fa, il concilio Vaticano II diceva: ‘Sappiamo... dalla rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini. Allora, vinta la morte, i figli di Dio saranno risuscitati in Cristo. Così resterà la carità coi suoi frutti e sarà liberata dalla schiavitù della vanità tutta quella realtà che Dio ha creato appunto per l’uomo’».

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