L'ANALISI
06 Agosto 2024 - 05:30
CREMONA - A ottobre di un anno fa, aveva reso pubblica la storia della sua denuncia sul ‘video osé’ di don Lorenzo, 53 anni, prete su cinque diocesi della bergamasca che in una videochiamata, si alzava la maglia fin sopra il petto, massaggiandoselo. Lo «scandalo», Roberto, 46 anni, residenza a Cremona, lo ha poi dato in pasto ai social con commenti sul prete. Commenti «diffamatori» per la procura di Cremona. Diffamazione è l’ipotesi di accusa che il pm Chiara Treballi contesta all’impresario nelle due pagine di avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Storia di un don che a giugno del 2021 festeggiò i suo 25 anni di sacerdozio e che a febbraio di quest’anno ha lasciato le sue parrocchie «per motivi personali», aveva spiegato in una lettera ai fedeli. E di un impresario, Roberto, ‘agganciato’ su Facebook. E che l’aveva raccontata così: «Il don mi ha chiesto l’amicizia. Pensavo che mi contattasse per motivi legati al mio lavoro, dal momento che la mia agenzia organizza trasferte a Roma per incontrare il Papa. O tutt’al più volesse informazioni per artisti o attrazioni per qualche festa all’oratorio...».
Dall’amicizia social alle videochiamate. Con il sacerdote che si solleva la maglia e si massaggia il petto. C’è, poi, una fotografia: ritrae don Lorenzo insieme ad altri prelati e al papa. Video e foto il parroco li aveva consegnati a Roberto perché rimanessero «privati», dice l’accusa. Ma tra dicembre del 2022 e i primi di febbraio del 2023, l’impresario li ha invece pubblicati sul suo profilo Facebook senza il consenso del sacerdote, «così rendendoli visibili a tutte le proprie amicizie» e commentandoli.
Commenti diffamatori, per il pm, che «a titolo di esempio» ne riporta alcuni. Come questo del 20 dicembre: «Cosa ne pensate di un prete che si spoglia in videochiamata, sono rimasto sconvolto. Se pensiamo che questo prete ha 5 parrocchie in provincia di Bergamo...». O come quest’altro del 7 febbraio di un anno fa: «.... la Curia di Bergamo l’ha rimosso da tutte le 5 chiese. Dopo l’intervento della Curia ecco che il parroco si dimette dal suo incarico, dando così testimonianza che ciò che ho denunciato è la prova eclatante ... omissis...»; «Ecco il prete che avevo denunciato.... e si era spogliato in videochiamata WhatsApp... omissis...».
Tutti commenti, osserva il pm, ripostati sulla pagina Facebook di ‘Bergamo annunci’, «nonché pubblicati dalle testate giornalistiche locali e nazionali». E c’è l’aggravante contestata all’impresario, «di aver commesso il fatto con mezzo di pubblicazione». L’impresario sarebbe recidivo. Scrive il pm nel capo d’accusa: «Con la recidiva reiterata».
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