L'ANALISI
CREMONA. I PUNTI CALDI DELLA POLITICA
04 Agosto 2024 - 05:25
CREMONA - Derby della politica: dibattito avanti. Chiusa ai calci di rigore la sfida tra Alessandro Portesani e Luciano Pizzetti, con il primo spregiudicato all’attacco sfruttando lo schema della giunta ombra e il secondo rapido ad infilarlo in contropiede e a concludere in rete con il sinistro morbido dell’esperienza, a riaprire la discussione post partita era stata Chiara Capelletti. Finissima, la consigliera comunale di Fratelli d’Italia, nel commentare l’uno contro uno dell’ex candidato sindaco leader di Novità a Cremona e dell’ex parlamentare diventato presidente del consiglio comunale.
«Ho visto un Portesani aggressivo come Gattuso e un Pizzetti alla Zidane, ma un po’ lezioso» aveva descritto l’andamento dell’incontro la più votata della coalizione di centrodestra e di tutte le donne in corsa alle amministrative dello scorso giugno. Considerazioni ‘tecniche’ nelle pieghe di un’analisi decisamente più profonda della metafora calcistica, incardinata sulla necessità di garantire un’opposizione attenta e costruttiva e significativa nel prendere le distanze dall’immagine del cane da guardia.
Riprende posizione Pizzetti, adesso.
«Apprezzo diverse considerazioni svolte da Chiara Cappelletti — tende la mano al principio del suo ragionamento, l’ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni —. Ma ritengo cada in errore quando pensa che io abbia momentaneamente abbandonato lo stile necessario al ruolo che ricopro. Senza leziosità alcuna, sono invece convinto di aver tutelato il ruolo dell’intero consiglio comunale, a partire dalle diverse minoranze».
Spiega le ragioni della sua convinzione, Pizzetti: «Se si digita ‘governo ombra’, qualsiasi motore di ricerca rimanda alle esperienze dei Paesi anglosassoni. Se si digita ‘giunta ombra’, gli stessi mandano a vagare nel nulla. Dunque, il primo è uno strumento dell’opposizione in alcuni sistemi politico-istituzionali di origine britannica, storicamente bipartitici. Il leader e i ministri ombra sono membri dei Parlamenti. In caso di vittoria elettorale diventano il primo ministro e il governo dello Stato. Non mi risulta affatto un qualsiasi riferimento ai presidenti dei Parlamenti. E del resto, lo dicono le parole stesse: governo ombra. Non istituzioni ombra».
Lapalissiano.
«E lapalissianamente, la giunta ombra non esiste. Perciò l’ho definita un’uscita balneare. Come ho scritto da subito, esiste invece una legittima iniziativa politica di una lista di opposizione che considero con la dovuta attenzione. Nella fattispecie, com’è evidente, semplicemente non presenta alcuna similitudine o vaga corrispondenza con i governi ombra. Anzi, se ne distanzia assai».
Ecco perché, nell’ottica del leader storico del centrosinistra a Cremona. Per due motivi.
Il primo: «Il leader della giunta ombra è espressione di una lista minoritaria nella stessa opposizione. Sarà candidato sindaco? Non si sa».
Il secondo: «La gran parte degli assessori ombra non è consigliere comunale. Così, allora, si introduce un controllo sul presidente dell’assemblea associandolo strumentalmente alla funzione di governo. In netta difformità con la concezione dei governi ombra. Rispetto certamente, per me non potrebbe essere diversamente, l’iniziativa politica di una lista di minoranza. Ma non attribuisco alla sua denominazione fuorviante alcuna caratura istituzionale. Tutto qui».
Descrive la traiettoria del suo incarico, Pizzetti: «Intendo valorizzare la funzione prioritaria di proposta e di controllo della giunta in capo in primo luogo agli eletti. Perciò esistono. E naturalmente ai cittadini elettori attraverso le più diverse forme partecipative. E mi propongo di sollecitare e valorizzare autonomia e ruoli dei consiglieri comunali, a partire da quelli dei diversi gruppi di opposizione. Quanto al presidente del consiglio, è la funzione istituzionale più controllata di tutte: è sottoposta al vaglio costante dell’intero consiglio e al rapporto con la vice presidente espressione dell’opposizione consiliare di centrodestra, oltre che con tutti i capigruppo consiliari. Come si può ben comprendere, ho agito in perfetta corrispondenza al ruolo ricoperto».
In conclusione, non dimentica il ‘cane da guardia’, il presidente del consiglio: deve essergli andata davvero di traverso, quell’immagine. E allora torna all’uno contro uno: si rivolge direttamente al suo marcatore, Marzio Arisi, che aveva senza timori reverenziali assicurato di non aver bisogno di alcuna convocazione da parte di Pizzetti.
«Io non ho convocato proprio nessuno. Le convocazioni le fanno magistrati e allenatori. Ho dato invece disponibilità a confrontarmi per riguardo ad un’azione politica. Disponibilità che confermo. E che darei a chiunque fosse promotore di iniziative che riguardino la nostra comunità».
Fine per davvero, questa volta. Alle porte, dopo la coppa, c’è il campionato.
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