L'ANALISI
29 Luglio 2024 - 10:30
CREMA - Gianni Risari alla presidenza della Fondazione benefattori cremaschi? La voce circola con insistenza in città, dopo che il Comune ha pubblicato il bando per invitare a presentare manifestazioni di interesse alla candidatura per il consiglio di amministrazione (un secondo riguarda i componenti del collegio dei revisori dei conti).
L’attuale cda che gestisce le residenze sanitarie assistenziali di via Kennedy e via Zurla, presieduto da Bianca Baruelli e composto da Federico Della Frera, Giovanni Palumbo, Elena Crotti e Alberto Caizzi, ha infatti presentato il bilancio e ora è alla fine del mandato. Le manifestazioni di interesse dovranno essere presentate alla segreteria generale del Comune entro mercoledì e indirizzate al sindaco Fabio Bergamaschi, al quale spetteranno le nomine.
Le candidature andranno accompagnate da un curriculum. E proprio il curriculum sembra essere il motivo per il quale Risari è in pole position. Classe 1951, ex parlamentare, ex vicesindaco, fondatore di Comunità sociale cremasca, è stato assessore nel momento della trasformazione delle case di riposo in Ipab. Tra le doti che gli vengono riconosciute, la pazienza e la capacità di mediazione. Alla domanda diretta sulla fondatezza delle voci che lo riguardano, Risari non ha negato ma si è limitato a dire: «No comment». Poi, però, ha aggiunto: «Preferisco non dire nulla in merito. Di voci ne girano tante. La decisione spetta al sindaco, che deve poterla prendere in assoluta serenità e autonomia».
Se per la carica di presidente, la figura di Risari è quella al momento più plausibile, per quanto concerne i quattro consiglieri, possono presentare candidature i consiglieri comunali, gli ordini professionali, le associazioni e organizzazioni con sede in città, un gruppo di cittadini e singoli. Alle minoranze, il sindaco ha chiesto di indicare un nome, preferibilmente di una donna. Diversamente dalle precedenti nomine, questa volta sembra non esserci la corsa a entrare nel cda della Benefattori. L’impegno, che dura cinque anni, è di per sé gravoso, ma a tutto ciò si aggiungono gli ingenti lavori di riqualificazione degli immobili, per circa 50 milioni di euro, che verranno avviati grazie al Superbonus 110%. Un’attenzione in più che sarà necessaria. In aggiunta, la richiesta di fondi allo Stato comporterà la rinuncia all’indennità di funzione da parte dei membri del nuovo consiglio, almeno fino a quando i lavori non saranno terminati. Come dire, se prima c’era un incentivo economico, adesso, almeno per i prossimi due anni, sarà gratis… et amore dei.
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