L'ANALISI
25 Luglio 2024 - 05:30
CREMONA - Se il 2024 si conferma anno di transizione per l’economia lombarda, per il 2025 le prospettive sono di una crescita moderata, con diversi segni positivi in molti indicatori. Ma non mancano le ombre. Le prospettive denotano una ripresa, seppur non decisa, con il Pil che nel 2025 dovrebbe far registrare un +1,5%. Stesso incremento per i consumi, mentre gli investimenti si fermano allo +0,7%, uno degli indicatori più in frenata negli ultimi due anni. Sono alcuni dei numeri forniti ieri da Cna Lombardia nel Quarto Focus sull’andamento dell’economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi.
Le proiezioni aggiornate per la Lombardia delineano dunque nel 2024 una crescita leggermente superiore al 2023, con un Pil che fa segnare +1,1%; tale tendenza dovrebbe consolidarsi nel 2025, con un Pil in aumento di 1,5%. Nel 2024 sempre la crescita economica regionale dovrebbe far registrare un +6,7% rispetto al dato pre-pandemico, a fronte di un +4,4% atteso in ambito nazionale. Lo stallo dell’economia tedesca pesa.
«Abbiamo sensazioni tiepide - sottolinea il presidente di Cna Lombardia, il cremonese Giovanni Bozzini -. Tre mesi fa avevamo parlato di tenue crescita, ora sembra che le cose stiano migliorando, anche sul fronte del Pil e dei consumi. Ma gli investimenti sono molto in frenata rispetto al biennio precedente».
Quanto ai consumi, nel corso del 2024 rallenta ulteriormente la loro ripresa in Lombardia (+0,5%); diversamente, le proiezioni per il 2025 appaiono più confortanti, +1,5%. La modesta crescita per l’anno in corso dovrebbe essere comunque sufficiente per superare il livello di consumi del 2019 (+1,2%). Quanto agli investimenti in Lombardia, dopo anni di crescita vigorosa, nel 2024 sembrano destinati a rallentare sensibilmente (+1,4%), sia rispetto al 2023, sia con riguardo alle stime della scorsa primavera. La frenata dovrebbe proseguire anche nel 2025.
«Alla fine i nodi vengono al pettine - spiega Bozzini -. Gli operatori economici da ormai due anni denunciano il peso del costo del denaro e gli effetti depressivi delle politiche antinflazionistiche della Bce, di cui non si contesta il merito, ma la misura. Il fatto che gli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni siano ormai in stallo da mesi e particolarmente avversati da questo Governo ha ulteriormente depresso gli investimenti».
Il dato che però lascia meno tranquilli è l’evidente flessione che l’export segna nel primo trimestre 2024: -3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quasi tutti i comparti fanno registrare segni negativi, in particolare metallurgia (-10,6%) e moda (-8,9%). Si osservano dinamiche positive, invece, per agroalimentare (+3,7%) e meccanica (+1,5%). Questa la situazione a livello provinciale: solo Lodi (+14,3%) compie un balzo notevole, mentre Pavia (+0,5%) e Varese (+0,3%) resistono col segno più. In calo, invece, Brescia (-8,6%), Cremona (-8,4%), Lecco (-7,3%), Bergamo (-5,8%), Mantova (-5,5%), Como (-4,9%), Milano (-2,6%), Sondrio (-0,5%), Monza e Brianza (-0,1%). «La Germania è il 12,3% dell’export lombardo e il fatto che il valore aggiunto del manifatturiero tedesco sia in flessione da tre trimestri mette a rischio anche la forza della manifattura lombarda - afferma il segretario di Cna Lombardia, Stefano Binda -. Non si può non notare come la flessione dell’export lombardo sia probabilmente collegata al fattore della frenata tedesca: segnaliamo una performance molto negativa della metallurgia e della moda in generale».
A giugno 2024, si conferma il trend positivo del tessuto imprenditoriale lombardo, consolidando la recente traiettoria di crescita, ma anche qui Cremona fa registrare un segno negativo. Si osserva una crescita di quasi 1.300 aziende rispetto a marzo 2024 e una crescita di circa 4.000 aziende rispetto a dicembre 2019 (+0,5%), tendenza che riguarda edilizia, utilities e la galassia dei servizi. Dal punto di vista provinciale, rispetto a dicembre 2019, i migliori risultati sono stati ottenuti da Milano (+3,8%), Varese (+1,0%) e Monza e Brianza (+0,3%). Stabili Como (invariato) e Brescia (-0,1%), mentre perdono terreno Mantova (-7,6%), Sondrio (-4,7%), Cremona (-4,3%), Lodi (-3,9%), Pavia (-3,7%), Bergamo e Lecco (-1,6%).
Timida ripresa anche per le imprese artigiane, che a giugno 2024 crescono di oltre 520 unità rispetto a marzo 2024 e in Lombardia si attestano complessivamente poco sopra quota 232mila. Tuttavia, tra fine 2019 e metà 2024 il numero di aziende si è ridotto di quasi 9.300 unità (-3,8%). In particolare, si nota la flessione del manifatturiero (-11,4%) e della logistica (-8,7%), mentre per i servizi alla persona e per le attività legate a settori tradizionalmente non artigiani si osserva un trend moderatamente positivo. Le province della bassa Lombardia sono quelle maggiormente colpite dalla flessione nel periodo giugno 2024 - dicembre 2019, con Mantova che registra la maggiore perdita percentuale di imprese (-11,3%), seguita da Cremona (-6,7%), Pavia (-6,6%) e Lodi (-5,7%). A seguire, Sondrio (-5,3%), Brescia (-5%), Bergamo (-4,5%), Como e Lecco (-3,7%), Monza e Brianza (-3,1%) e Milano (-2,6%). L'unico dato positivo riguarda Varese, che segna un incremento del +2,5%.
Sul credito si è registrata una flessione del 3,6% a marzo 2024 rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il calo dei prestiti ha colpito in particolare i settori delle costruzioni e dell'industria, nonché le piccole imprese. Sondrio segna la flessione più marcata (-11,9%), seguita da Varese (-11,5%), Pavia (-9,8%), Brescia (-9%), Como (-8,1%), Bergamo (-6,8%), Lecco (-6,5%), Monza e Brianza (-3,9%), Cremona (-3,6%), Milano (-0,9%) e Mantova (-0,8%). L'unica provincia che mostra un trend positivo rispetto al 2023 è Lodi (+6,7%).
«Molto pesante è la stretta creditizia - dichiara Bozzini -. In un anno è aumentata del 3,6%. Il tasso medio applicato a prestiti oltre il milione di euro è aumentato, in un ano, di un altro 0,58%».
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