L'ANALISI
LA LETTERA AL DIRETTORE
15 Luglio 2024 - 18:52
CREMONA - Poco fa è stato dichiarato inammissibile l'emendamento contro l’obbligo vaccinale per i minori fino a 16 anni sottoscritto dal leghista Claudio Borghi e proposto al decreto liste d’attesa al vaglio del Senato. È quanto si apprende da senatori presenti alla commissione Sanità, riunita sul provvedimento. I vaccini di cui si chiedeva di cancellare l'obbligo erano quelli contro morbillo, rosolia, parotite e varicella, indicando che non fossero più obbligatori, ma solo 'raccomandati'».
Un tema che ha acceso il dibattito e la polemica anche a causa dell'editoriale pubblicato ieri dal direttore de La Provincia Paolo Gualandris a cui Borghi ha replicato con una lettera al direttore.
Egregio direttore,
ho letto il suo editoriale ‘Dottor Google e la moderna strage degli innocenti’ e devo dire che l’ho trovato francamente eccessivo, sia nei toni che nei contenuti. La questione è molto semplice e provo a riassumerla in breve: la costrizione è un atto politico serio. L’inviolabilità del corpo è più importante di quella del domicilio. Ed è ben vero che ambedue possono essere superate dalla forza della legge, ma la Costituzione lo prevede come eccezione, non come regola.
Basterebbe questo a suggerire prudenza e cautela però, come dice lei, «la comunità scientifica è unanime». Ora, a parte che se l’unanimità pro tempore della comunità scientifica fosse indiscutibile saremmo ancora, in questo caso sì, alla terra piatta, peccato però che in questo caso il consenso della comunità scientifica semplicemente non esista. Se tale consenso scientifico e politico esistesse, l’obbligo vaccinale nel mondo sarebbe la normalità, ma così non è. L’obbligo non esiste in Germania, in Spagna, in Svezia, in Olanda, in Portogallo, in Austria in Gran Bretagna e nella maggior parte dei paesi occidentali.
Io, semplificando, ho fatto notare che tra i grandi Paesi solo noi e la Francia abbiamo un simile obbligo. È vero, ce ne sono altri, ma con tutto il rispetto per i 14 vaccini obbligatori della Lettonia, i Paesi con l’obbligo di 10 vaccini o più rimangono minoranza. Poi ci sono i numeri. Le sembrerà strano dopo anni di grillismo, ma un decisore politico sarebbe opportuno li guardasse. Ebbene, in nessun modo appare evidente la differenza fra i contagi rilevati tra Paesi con o senza obblighi e anche fra Paesi con differenze di copertura vaccinale di pochi punti percentuali.
Altrettanto non considerati sono gli effetti avversi, eppure imporre un obbligo di utilizzare un farmaco su un bambino sano, sapendo che questo stesso ha probabilità non trascurabili di effetti avversi anche seri (lo dicono le stesse avvertenze accluse al vaccino: più di un caso ogni dieci di febbre oltre 38.5 fino a un caso ogni mille di febbre alta e convulsioni), dovrebbe essere anch’essa una decisione ponderata. In buona sostanza, nessuna ‘follia no vax’. Se fossi un no vax avrei proposto il divieto di vaccinazione, invece mi sono limitato a proporre di rivedere l’obbligo sostituendolo con una raccomandazione, esattamente come sostiene l’ECDC, ovvero il centro di sorveglianza malattie della UE che, nei suoi rapporti di monitoraggio dei recenti casi di morbillo in UE, consiglia l’informazione sui benefici della vaccinazione senza mai suggerire l’obbligo.
Le sembra un ragionamento da terrapiattista? Per quanto mi riguarda, mi limito a fare il mio lavoro di rappresentante dei cittadini e a portare avanti un’istanza sentita da molti come importante. Se la maggioranza sarà contraria, pazienza; le idee cambiano con il tempo o con i fatti, ma di nessun argomento dovrebbe essere negato il dibattito, specialmente se coinvolge scelte importanti e se investe una questione che nel mondo è tutt’altro che considerata di solare evidenza, perché prendere decisioni è l’essenza della politica. Di certo, in Germania o in Spagna non c’è alcuna ‘strage degli innocenti’ e non si capisce perché da noi la cosa dovrebbe essere diversa. Con i migliori saluti, inviati da una terra non piatta ma quasi sferica (in realtà è un geoide).
Gentile senatore Borghi, anzitutto la ringrazio per l’attenzione e per lo stile del suo intervento, fermo nei contenuti e rispettoso nella forma. Parto dalla sua conclusione. È evidente che sull’argomento la pensiamo in maniera diametralmente opposta, ma il confronto tra le opinioni resta il caposaldo per una società che vuol dirsi civile. Io ho detto la mia e pubblico volentieri la sua, senza confutare alcuna delle affermazioni che contiene. Ogni lettore-cittadino ha di che farsi un’opinione propria o gli spunti per approfondire l’argomento. Entrambi abbiamo fatto il nostro lavoro: favorire lo sviluppo di coscienze critiche.
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