L'ANALISI
08 Luglio 2024 - 10:25
CREMONA - Cosa succede quando la politica si scontra con la scienza? È questa la domanda che molti si pongono dopo la presentazione dell'emendamento della Lega, a firma del senatore Claudio Borghi, che proponeva di eliminare l'obbligo vaccinale per i minori fino a 16 anni. L'emendamento, che mirava a rendere raccomandati e non obbligatori i vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella, è stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia dalla commissione affari sociali del Senato. Tuttavia, il dibattito che ha scatenato è tutt'altro che chiuso.
LA LEGGE LORENZIN E I SUOI EFFETTI
Dal 2017, la legge Lorenzin ha reso obbligatori dodici vaccini per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni in Italia. Tra questi, oltre ai già citati vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella, ci sono anche quelli contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae tipo B, meningococco B e meningococco C. L'obiettivo della legge era chiaro: aumentare la copertura vaccinale e prevenire epidemie di malattie potenzialmente letali. Ma quali sono stati i risultati? Secondo i dati del Ministero della Salute, la copertura vaccinale è effettivamente aumentata, raggiungendo livelli che garantiscono l'immunità di gregge per molte delle malattie coperte dai vaccini obbligatori. Tuttavia, non tutti sono convinti che l'obbligo sia la strada giusta.
LE RAGIONI DELL'EMENDAMENTO
Claudio Borghi, promotore dell'emendamento, ha spiegato che l'obbligo vaccinale dovrebbe essere una "extrema ratio" e non la norma. "Il morbillo è una malattia pericolosa: se tu lo presenti come pericoloso e consigli il vaccino, la gente lo fa", ha dichiarato Borghi. Secondo il senatore, l'obbligo di dodici vaccini potrebbe avere l'effetto opposto, scoraggiando i genitori e portandoli a non vaccinare affatto i propri figli. Borghi ha anche sottolineato che l'Italia, insieme alla Francia, è uno dei pochi paesi europei ad avere un numero così elevato di vaccini obbligatori. "Non mi pare che i risultati siano fantastici", ha aggiunto, riferendosi al fatto che chi non vuole vaccinare i propri figli spesso li tiene fuori dagli asili, creando ulteriori problemi sociali.
LE REAZIONI DEL MONDO SCIENTIFICO E POLITICO
Le reazioni all'emendamento non si sono fatte attendere. L'infettivologo Matteo Bassetti ha definito la proposta "pericolosa e antiscientifica", sottolineando che la vaccinazione è uno strumento fondamentale per la salute pubblica. Anche l'ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha criticato duramente l'emendamento, definendolo "una vera e propria follia". Roberto Speranza, ex titolare della Salute, ha parlato di "farneticazioni antiscientifiche da parte di chi pensa di poter lucrare su qualche voto no vax". Anche dal centrodestra sono arrivate critiche: Raffaele Nevi di Forza Italia ha dichiarato che "la libertà di non vaccinarsi non può ledere il principio della sicurezza sanitaria di tutta la popolazione".
IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO: UN ALTRO PUNTO DI SCONTRO
Oltre alla questione dell'obbligo vaccinale, l'emendamento della Lega proponeva anche di eliminare l'obbligo di inserimento dei dati vaccinali nel fascicolo sanitario elettronico. Borghi ha spiegato che si trattava di una sorta di "opt out", permettendo ai cittadini di scegliere se inserire o meno i propri dati nel sistema. "Il fascicolo può essere una grande comodità, ma se qualcuno non vuole è giusto che abbia la possibilità di scegliere", ha dichiarato il senatore. Anche su questo punto, le reazioni sono state contrastanti. Da una parte, c'è chi vede nel fascicolo sanitario elettronico uno strumento utile per migliorare l'efficienza del sistema sanitario e garantire una migliore assistenza ai pazienti. Dall'altra, ci sono preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati personali.
IL FUTURO DELLA VACCINAZIONE IN ITALIA
Il dibattito sull'obbligo vaccinale è destinato a continuare. Da una parte, c'è chi sostiene che l'obbligo sia necessario per garantire alti livelli di copertura vaccinale e prevenire epidemie. Dall'altra, c'è chi ritiene che la raccomandazione, accompagnata da una corretta informazione, possa essere altrettanto efficace senza creare divisioni sociali. In un contesto globale in cui le malattie infettive rappresentano ancora una minaccia significativa, la questione della vaccinazione rimane di primaria importanza. La sfida sarà trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere la salute pubblica e il rispetto delle libertà individuali.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris