L'ANALISI
13 Luglio 2024 - 18:47
SAN MARTINO DALL’ARGINE - Di fronte alla morte di Erika Boldi, deceduta per annegamento nel canale Tartaro a Vigasio, nel Veronese, «ognuno si interroga e si chiede: che cosa non abbiamo fatto per rendere la vita più bella a questa giovane?». Parole di don Luigi Pisani che oggi, affiancato da don Marco Sala, ha celebrato i funerali della ragazza nella chiesa parrocchiale dei Santi Fabiano e Sebastiano, gremita già ben prima delle 16, quando è iniziata la liturgia funebre. Avvolta in un grande silenzio, rotto solo dai singhiozzi di qualche ragazza e ragazzo, prima del via alla funzione. Intorno alla bara, tanti fiori, quasi tutti bianchi.
«Penso che ognuno di voi capisca la difficoltà di un prete a prendere la parola oggi – ha esordito don Luigi —. Il momento che stiamo vivendo avrebbe bisogno di silenzio. Ricordo i momenti in cui Erika partecipò ai campi scuola». Momenti felici, con giochi e balli. «Poi c’è la vita che ingoia i nostri giovani. Cara la mia gente, ci interroghiamo: cosa potevamo fare?». La risposta arriva dal Vangelo, dall’invito a non preoccuparsi troppo dei beni materiali: «Dobbiamo pensare – ha osservato don Luigi – a quello che riempie il cuore dei giovani. Oggi il problema è trovare il senso della vita. Se non siamo in grado di dare dei valori, avremo sempre dei giovani che fanno fatica a vivere. La vita non deve ruotare solo intorno al lavoro: i giovani devono essere curati nel cuore, perché sono molto fragili, anche se viviamo nei Paesi più ricchi. In Africa si muore di fame, ma nessuno muore togliendosi la vita. Chiedo a tutti di essere attenti per cogliere i momenti difficili che possono attraversare i giovani. La vita va vissuta, in tutte le sue dimensioni, perché è un dono grande e non dobbiamo buttarlo via».
Don Luigi ha fatto le condoglianze ai parenti, così come il sindaco Alessio Renoldi, invitato dal sacerdote a dire qualcosa al termine della messa. «Ho ripensato ai tanti ragazzi del nostro paese che hanno perso la vita: penso a Lorenzo, prima ancora ad Andrea, a Roberto, ad Andrea e altri ancora risalendo nel tempo. Sono veramente tanti – ha esordito il primo cittadino –. San Martino ha pagato un prezzo altissimo. I motivi? Incidenti stradali, disagi profondi quanto invisibili».
Il motivo vero «è non aver dato il giusto valore alla vita. Tutti noi siamo fortunatissimi ad avere la vita in questo periodo, in questo posto. A volte lo dimentichiamo. Pensiamo a chi è nato in Ucraina o in altre epoche. Noi siamo nati in un posto bellissimo, per cui non c’è un problema che non faccia dare il giusto valore alla vita». Poi l’appello ai tanti giovani presenti: «Date il giusto valore alla vita».
Don Pisani alla fine ha letto un messaggio dei coscritti di Erika che si sono detti vicini al lutto dei congiunti e hanno deciso di fare una donazione a San Patrignano in sua memoria «perché possa restare sempre nei nostri ricordi». Infine la benedizione e la conclusione con la tumulazione al cimitero.
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