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SAN MARTINO DALL'ARGINE. IL DRAMMA

«Qualcuno era con Erika quella notte»

La Procura sta ricostruendo le ultime ore di vita. Esclusa la fine violenta, ora si cerca il testimone

Pierluigi Cremona

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pierluigi.cremona@virgilio.it

10 Luglio 2024 - 05:05

«Qualcuno era con Erika quella notte»

SAN MARTINO DALL’ARGINE - È morta per annegamento Erika Boldi, la 26enne di San Martino trovata cadavere nel canale Tartaro domenica mattina a Vigasio (Verona). È quanto emerge dall’autopsia, richiesta dal pubblico ministero Beatrice Zanotti, effettuata ieri pomeriggio all’ospedale di Verona.

Come sia finita in acqua e cosa abbia portato all’annegamento è ancora da capire. Gli inquirenti preferiscono non scartare nessuna pista e nessuna ipotesi, a parte quella di una morte violenta.

Nel frattempo sono emersi i dettagli degli ultimi giorni di vita della 26enne che giovedì sera aveva dormito a casa, a San Martino. Poi venerdì aveva avvisato la mamma e la sorella che sarebbe rimasta a dormire a Mantova da un'amica con la quale nel pomeriggio di sabato aveva avuto una discussione. La giovane – tra venerdì e sabato — aveva avuto anche un alterco con le forze dell’ordine a Mantova, probabilmente relativo ad un controllo, che era sfociato in un arresto per resistenza a pubblico ufficiale.

Il magistrato aveva convalidato il fermo e rimesso in libertà la giovane, fissando il processo per ottobre. Da Mantova quindi si è spostata a Villafranca dove aveva alcune amicizie e dove è stata vista in un locale per poi allontanarsi con alcuni conoscenti. L’ultimo contatto con la sorella Ilaria è avvenuto alle 23.30 di sabato. Il corpo è stato ritrovato alle 8 di domenica e la morte quindi è di poche ore prima. A lanciare l’allarme era stato un operaio del consorzio di bonifica che si occupa dei canali della zona, che ha visto il corpo contro le paratie che ne avevano bloccato la corsa.

Per ricostruire le ultime ore di vita della giovane stanno lavorando i carabinieri della sezione investigativo scientifica, coordinati dal tenente colonnello Stefano Mazzanti, che assieme ai suoi collaboratori, fin da domenica aveva iniziato ad ascoltare conoscenti, familiari, gestori del locale. Le tante telecamere presenti in zona – sia pubbliche sia private — potranno fornire elementi utili.

«La ragazza era affetta da una dipendenza – afferma l’avvocato della famiglia Marco Pezzotti –, ma aveva anche intrapreso un percorso per uscirne, aveva effettuato anche venerdì mattina un incontro con il Serd di Mantova per iniziare, poi purtroppo è successa la tragedia. La famiglia era consapevole delle difficoltà della figlia, ma non l’aveva abbandonata. Vogliamo che sia fatta luce sul decesso e sui momenti che lo hanno preceduto, la Procura sta lavorando intensamente, qualcuno sicuramente è stato con lei, c’è da capire chi e fino a che ora. Ci sono una serie di ipotesi che dovranno essere chiarite».

Terminata l’autopsia si attende che la Procura di Verona rilasci il nulla osta – che potrebbe arrivare già nella giornata odierna – per la restituzione della salma e per la cele ebrazione delle esequie che si terranno a San Martino.

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