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CREMA. IL CASO

«Perseguitati dalla baby gang: ogni notte ci lanciano i sassi»

I senzatetto che dormono all’ex Scoglio: «A uno di noi hanno rotto il naso, a un altro un dente»

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

12 Luglio 2024 - 15:54

«Perseguitati dalla baby gang: ogni notte ci lanciano i sassi»

CREMA - «Una persona ha perso un dente, a un’altra hanno rotto il naso e ha rimediato tre punti di sutura alla fronte». A denunciare il fatto è Gianluca Roversi, 52 anni senzatetto, uno della ventina che dormono alla ex pizzeria Lo Scoglio di viale Santa Maria, immobile dismesso da anni. «C’è una band di ragazzini, quasi tutti stranieri – afferma Roversi – che di notte viene e lancia sassi e pietre all’interno. Praticamente hanno già sfondato i vetri di tutte le finestre e tre giorni fa hanno colpito due persone che dormivano all’interno, causando loro delle ferite e costringendole a ricorrere alle cure del pronto soccorso».

Nell’ex Scoglio, acquistato dai proprietari cinesi della pizzeria King, ma mai ristrutturato, vivono in estate mediamente più di venti persone, alcune delle quali nei mesi invernali ricorrono al dormitorio della Caritas di via Civerchi, che però da aprile a ottobre è chiuso per mancanza di fondi.

«In tutte le città limitrofe – afferma Roversi – come Treviglio, Lodi e Cremona è aperto tutti l’anno, a Crema no. Allo Scoglio si vive in mezzo a topi e sporcizia e poi ci sono drogati e alcolizzati. A loro non interessa avere una casa, a me e a tanti altri sì».

Roversi ha voluto incontrare la stampa sotto i portici di piazza Duomo per denunciare la situazione. Con lui c’erano altre tre persone, un 57enne e una coppia, marito e moglie, 56 anni lui 58 lei, che dormono sulle panchine della piazza. Loro hanno chiesto di non essere fotografati in viso e di non scrivere i loro nomi.

«Alcuni dei membri della baby gang hanno il passamontagna, ma io so chi sono. Qualche giorno fa mi hanno rovesciato addosso un secchio con del liquido dentro. E poi cercano di rubare le biciclette. Quando lo incrociamo per strada ci minacciano».

Gianluca racconta come è finito sulla strada: «Fino a marzo dello scorso anno vivevo con mia mamma e avevo un lavoro. Quando mi hanno comunicato che stava morendo ero fuori sede per lavoro, ho mollato tutto e sono corso da lei. Per questo motivo, non mi hanno più rinnovato il contratto e, in aggiunta, sono stato sfrattato perché il contratto d’affitto era intestato a mia mamma. Ho bisogno di medicine e non ho i soldi per comprarle. Ho cercato lavoro, ma senza una fissa dimora non mi prende nessuno».

Stessa situazione di quella di Amedeo. «Offerte di lavoro ne ho avute, ma quando dico che dormo sotto i portici non mi prendono. A mezzogiorno mangio alla mensa della Caritas in via Civerchi e sempre lì vado a fare la doccia due volte alla settimana. C’è una sola doccia per trenta persone».

Per strada dorme anche la coppia, che racconta la propria situazione: «Siamo stati sfrattati il 30 settembre 2022 – afferma l’uomo –; dal 4 dicembre di quell’anno al 4 aprile di quello successivo io ho dormito al dormitorio Caritas, mia moglie in una parrocchia. Dopo una discussione avuta con l’assistente sociale, viviamo sotto i portici, senza lavoro e senza più assegno di inclusione. Mangiamo con la carità che raccogliamo».

IL DEGRADO DEL QUARTIERE

Quartiere di Santa Maria sempre più degradato e in preda a fenomeni di piccola delinquenza. Come se non bastasse la situazione di piazza Di Rauso, ora anche nello stabile della ex pizzeria Lo Scoglio, situata lungo il viale di Santa Maria della Croce, la situazione sta degenerando. In questo immobile dismesso si sono trasferiti i senza tetto che prima dormivano alla ex Bassano Grimeca di San Bernardino, ma da qualche tempo sono presi di mira da una baby gang che di notte lancia loro pietre e sassi.

«A noi, al momento non sono giunte segnalazioni – spiega il comandante della polizia locale Dario Boriani ma da questo fine settimana, quando avremo anche il servizio notturno, faremo sicuramente dei passaggi. I referti del pronto soccorso vengono inoltrati all’autorità giudiziaria e al commissariato, che è l’autorità locale di pubblica sicurezza, che poi li inoltra a chi di competenza».

Boriani assicura maggiore controllo, ma anche un’attenzione dell'edificio: «Se diventa pericoloso, sarà necessario metterlo in sicurezza. In quel caso, il sindaco può emettere un’ordinanza».

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