Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA. IL PROCESSO

Un anno e nove mesi
«Aggredite le massaggiatrici»

Nel 2019, secondo i giudici, aveva tentato di fare sesso con una delle donne del centro: condannato

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

09 Luglio 2024 - 19:46

Un anno e nove mesi«Aggredite le massaggiatrici»

CREMA - Dalla Farfalla, il centro massaggi orientale in via Stazione, alla Cina. Là è tornata la massaggiatrice che cinque anni fa querelò un giovane cliente ubriaco. Pretendeva di fare sesso con lei sul lettino. Piacentino di origine, residente a Crema, 24 anni, secondo la sua accusatrice, l’imputato la picchiò, la immobilizzò, le sfiorò un seno. Aggredì lei. E aggredì la collega al sesto-settimo mese di gravidanza, le diede dei calci sul pancione, pure lei poi tornata in Cina. Accadeva la sera del 20 febbraio 2019.

A giudizio l’uomo era finito con le accuse di violenza sessuale a una delle massaggiatrici, lesioni alle due donne e danneggiamento. Se per il pm non vi erano «certezze» sulla violenza sessuale, tanto da chiedere l’assoluzione e la condanna a 4 mesi, il Tribunale ha condannato l’imputato a 1 anno e 9 mesi di reclusione per tentata violenza sessuale e lesioni (pena sospesa). Mentre ha dichiarato il «non doversi procedere» per il reato di danneggiamento, accogliendo la tesi dell’avvocato Giovanni Bertoletti. Ovvero, «un difetto di procedibilità, in quanto la querela non era valida, non essendo le massaggiatrici titolari del centro». Entro 90 giorni sarà depositata la motivazione della sentenza. Il difensore si riserva di leggerla per valutare un eventuale ricorso in appello.

In aula non c’era l’imputato. Già prima del processo, la massaggiatrice che aveva accusato l’uomo di averle toccato il seno era volata in Cina. Risale a più di un anno fa la rogatoria affinché la presunta vittima venisse a testimoniare a Cremona. Ma non si è mai fatta viva. Oggi il Tribunale ha così revocato l’esame della persona offesa, perché irreperibile.

Tre anni fa, in aula era stata sentita la collega incinta aggredita. Aveva raccontato i minuti di paura «e confusione» alla Farfalla. Erano circa le 23. Il centro massaggi era già chiuso. «Era già ubriaco, aveva una bottiglia di vino in mano, la mia collega faceva i massaggi solo che lui pretendeva di fare sesso. Lei gli ha detto: ‘Io non lo faccio’. Lui era molto arrabbiato, l’ha picchiata». La teste era su, in casa. Era corsa giù, nel centro massaggi, richiamata dalle urla dell’amica. «Sono entrata, ho cercato di separarli, perché lui continuava a picchiarla. Le ha afferrato la spalla, la picchiava sul braccio, cercava di buttarla sul lettino per violentarla. Mi ha spinto per terra e mi ha dato i calci alla pancia».

«Lei ha visto quando ha spinto la sua amica sul lettino e dove l’ha toccata», aveva rilanciato il presidente. «Dove l’ha toccata non me lo ricordo bene, l’ha spinta sul lettino», aveva fatto verbalizzare la donna. «Che cosa le ha fatto pensare che volesse violentarla?». «Ho visto che l’aveva immobilizzata, ma c’era una confusione totale. Non ricordo dove le ha messo le mani. Non ricordo se gliele ha messe sul seno. La mia amica stava molto male». Per il Tribunale, tentata violenza sessuale.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400