L'ANALISI
04 Aprile 2023 - 18:36
CREMONA - «... il Tribunale assolve...». Gerry ha baciato sua moglie, Mario la sua compagna. Assolti i due albanesi amici per la pelle, 34 e 31 anni. E liberi dopo oltre dieci mesi di arresti domiciliari. C’erano finiti il 23 maggio di un anno fa, Gerry nel Cremonese, Mario nel Modenese, accusati di aver riempito di botte e rapinato di due cellulari, un pc, una web cam e 500 euro a Kittisat, thailandese transessuale, in arte Lady Miranda, «thai trans in tour a Cremona dal 16 al 30 maggio 2022». Lady Miranda, la «nuova sexi bomba orientale» (il suo annuncio su bakekaincontri) che si prese un appartamento in affitto al sesto piano di un palazzone, al Cambonino.
Gerry la agganciò sul sito, fissò un appuntamento. Ma lady Miranda era un uomo. Lui disdettò. Lei si arrabbiò. Di più. Lo ricattò via WhatsApp: «Sei str..., bugiardo. Non serio venire. Paga 50 euro. Tuoi amici, tua famiglia vedere... Io non stupida. Ho la prova dell’appuntamento». E lui: «È stato uno sbaglio chiamarti, non ho letto bene l’annuncio, ma non mi minacciare. Ti ho chiesto scusa». Ecco «il movente» che il 23 maggio spinse Gerry a presentarsi a casa di Miranda con l’amico Mario. Volevano cancellare dal suo smartphone quei messaggi. Gerry avrebbe passato dei guai con la moglie. Che cosa accadde in quell’appartamento?
Alla polizia prima e al processo poi, Miranda, casa nel Modenese, oggi è tornata in aula e ha ripreso il suo racconto, stavolta assistita dall’avvocato Andrea Polara, perché inguaiata da quei suoi messaggi ricattatori spuntati all’udienza scorsa: è indagata per tentata estorsione. Con l’aiuto dell’interprete, tra un «yes» e un «because» (perché), la «thai trans» ha raccontato di aver aperto la porta a quei due, di Mario che con la mano destra l’ha aggredita, l’ha spinta contro la libreria, mentre nella mano sinistra impugnava un coltello — «me lo ha puntato al fianco» — e un cacciavite. Intanto, Gerry ha fatto squillare il suo cellulare per capire dove lo tenesse. «Mi hanno detto ‘Stai zitta’ e colpita con schiaffi».
Gerry è andato in cucina, «ha preso tutto quello che c’era sul tavolo; mi hanno trascinato in camera da letto e mi hanno picchiato su tutto il corpo. Sono stata presa per il collo. Ho rischiato di soffocare diverse volte. Mi hanno spinto in un angolino dell’armadietto, sono caduta e loro sono corsi via». I due hanno inforcato le scale, Miranda si è lanciata all’inseguimento di Gerry, che nella fuga ha perso il telefonino. «L’ho raccolto e mentre tornavo in casa ho chiamato la polizia».
Miranda «è stata convincente» per il pm Andrea Figoni («il suo racconto è stato lineare»). Da qui, la richiesta di condannare Gerry a 6 anni e 2 mesi di reclusione, a 3 anni e 10 mesi il complice: «Farsi giustizia da soli» denota «una mentalità di carattere criminale». Ma l’avvocato Luca Curatti ha rimescolato le carte dell’accusa. «La difesa non inventa nulla, legge gli atti». Miranda «ha aperto la porta e ha tirato fuori un cacciavite, i miei assistiti se la sono data a gambe». Il difensore ha rappresentato un altro scenario. È partito dai messaggi ricattatori, si è poi concentrato sugli orari «Alle 12,44 i due sono entrati, la telefonata alla polizia è delle 12,48. Tutto in 4 minuti? È impossibile da credere se parliamo di rapina. In quattro minuti c’è la colluttazione, vado in cucina, sfascio, smonto, vado in camera da letto, le do le botte, la soffoco. Poi lei scende le scale dal sesto piano: ci avrà messo almeno 40 secondi? Ne rincorre uno che perde il cellulare come la scarpa di Cenerentola. Torna su in casa e arriva la polizia».
Il legale si è rifatto alla relazione della Scientifica: «Né sulla porta di casa, né in cucina né in camera da letto sono state trovate le impronte digitali dei miei assistiti». Ha ricordato la testimonianza della vicina di casa, che dal balcone vide Miranda rincorrere Gerry, «ma in mano lui non aveva nulla». E ha sviscerato i capi di imputazione (rapina e lesioni). «L’elemento soggettivo è il dolo specifico per procurarsi un ingiusto profitto. Qui non c’è l’ingiusto profitto. Il loro intento? Ottenere la cancellazione dei dati sensibili. Che se ne facevano di un pc che vale zero e e di un Iphon che vale meno di zero? Il pm dice: ‘C’è stata una colluttazione e già che c’erano prendono altri beni’. No, non ha senso, visto che loro cercavano solo il telefonino per cancellare i dati. Pc, Iphon, web cam, coltello e cacciavite non sono stati trovati». «Il Tribunale assolve...». La sentenza è arrivata alle 12.18 dopo 41 minuti di camera di consiglio. Miranda era già sul treno per Modena.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris