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CREMONA. CASO VIGILI

Abuso d’ufficio
Ma il reato è cancellato

Gli effetti del Ddl Nordio. Niente sentenza per i quattro agenti: rinvio a settembre

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

09 Luglio 2024 - 19:15

Abuso d’ufficioMa il reato è cancellato

CREMONA - Sono a giudizio per abuso d’ufficio, ma il 4 luglio scorso il più classico dei reati di cui erano sinora accusati i pubblici amministratori, soprattutto locali, è stato soppresso così come voluto dal primo articolo del Ddl sulla Giustizia del ministro Carlo Nordio. E così oggi c’è stato il primo effetto: niente sentenza per quattro vigili, uno dei quali accusato di aver fatto multe «a tradimento», ma ordinanza.

«Il Tribunale, approvata dai due rami del Parlamento l’abrogazione del reato d’ufficio» e in attesa dell’entrata in vigore della legge — il voto finale su tutto il Ddl Giustizia in calendario oggi (il Ddl prevede tra gli altri, la reintroduzione del reato di peculato per distrazione) - «rinvia al 10 settembre prossimo, invitando le parti a interloquire in tempi di replica anche ad una eventuale diversa qualificazione giuridica dei fatti per cui si procede». Finisce, per ora, così l’udienza del processo sulle multe appioppate fuori dal servizio, sul caso della donna ammanettata e accompagnata al Comando per non aver fornito le sue generalità. E sull’intervento in un palazzo chiesto ai vigili da un collega che qui abita e che da anni è in i cattivi rapporti di vicinato con il residente del piano di sopra. Tre casi distinti, quattro agenti di polizia locale sul banco degli imputati.

Uno di loro - sotto accusa per tutti gli episodi - è Angelo Sorvillo, per il quale il 4 giugno scorso, il pm, Andrea Figoni, aveva chiesto la condanna più pesante: 4 anni e 9 mesi di reclusione. Mentre 3 anni e 2 mesi li aveva chiesti per l’agente Marco Matteucci (coinvolto nel caso delle presunte manette illegali; difensore l’avvocato Marcello Lattari); 9 mesi per l’agente Giacomo Trimarchi, e 1 anno e 2 mesi per l’agente Paolo Villa, il vigile in lite con il vicino di casa (difeso dall’avvocato Massimiliano Cortellazzi). Intervennero Sorvillo e Trimarchi.

Al processo, nel quale la donna arrestata è parte civile con l’avvocato Fantini ed il Comune è stato chiamato come responsabile civile, i vigili hanno chiarito e respinto le accuse.

Il caso multe è quello che fa più discutere. Nel 2020, il ‘vigile sceriffo’ Sorvillo, libero dal servizio, filmò con lo smartphone le auto di genitori e nonni parcheggiate in divieto di sosta per il tempo necessario ad accompagnare i bimbi alla scuola materna Castello, in via Garibotti. La stessa dove aveva casa il vigile. Il quale, rientrato poi al lavoro, inviò il preavviso di accertata violazione. Scrivendo che «il conducente era assente». Il vigile «non può elevare sanzioni al di fuori dell’orario di servizio», era stato categorico il pm.

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