Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CASALMAGGIORE. IL CASO ZARDI

«La morte di Arianna non va archiviata»

L'avvocato Giovanni Bertoletti e la sua assistita Sara Zardi si opporranno alla richiesta della Procura di archiviare il fascicolo sulla morte della 25enne 23 anni fa

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

08 Luglio 2024 - 16:29

«La morte di Arianna non va archiviata»

Arianna Zardi e il luogo dove venne trovata priva di vita

CASALMAGGIORE - Hanno letto gli atti. «Ci abbiamo riflettuto più e più volte» Alla fine, hanno deciso: l’avvocato Giovanni Bertoletti e la sua assistita Sara Zardi si opporranno alla richiesta della Procura di archiviare il fascicolo sulla morte, 23 anni fa, di Arianna, sorella di Sara, impiegata di 25 anni incuriosita dalle religioni, studentessa universitaria di Teologia e frequentatrice della locale comunità dei Testimoni di Geova. Arianna uscì da casa il 30 settembre del 2001, giorno della morte come accertò l’autopsia. Il 2 ottobre successivo, sotto il ponticello di Torricella del Pizzo gli zii trovarono il corpo senza vita della nipote. 

avvocato

L'avvocato Giovanni Bertoletti

Nella richiesta al gip di archiviare il fascicolo aperto per omicidio volontario contro ignoti, la Procura non esclude la caduta accidentale. Ma se così fosse, per l’avvocato Bertoletti allora «ci sono elementi incompatibili con una caduta».

Elementi come «la macchia di sangue all’epoca rilevata sulla borsetta di Arianna», come «un segno sul polso», come il reperto di Dna sugli slip che rilevò «un assetto genotipico complesso relativo a più individui misto tra la vittima e un soggetto di sesso maschile». E come una impronta sul ginocchio «che all’epoca — spiega il legale — fu attribuita ad un investimento di un pneumatico, ma le prove di compatibilità con un pneumatico diedero esito negativo. Diversamente, noi avevano ipotizzato la suola di una scarpa».

L’avvocato Bertoletti sottolinea: «Si può anche mettere in conto che Arianna sia scivolata, ma, allora, tutti questi elementi non si conciliano con la caduta accidentale. Se questi elementi non ci fossero stati, avremmo pensato che ci potesse stare la compatibilità con la caduta accidentale. Ma riteniamo che proprio a fronte di questi elementi inspiegabili e, lo ripeto, incompatibili con l’ipotesi della caduta accidentale, si possa ancora approfondire. Per questo, faremo opposizione».

Quella domenica, Arianna uscì di casa, prese la corriera , scese a Cingia de’ Botti. Lì abitava il fidanzato, con il quale sembra stesse per chiudere la loro storia che durava da un anno. Il ragazzo era in casa, ma non si fece sentire al telefono né, più tardi, rispose al messaggio telefonico inviato dalla zona del muretto da Arianna, che gli domandò dove fosse. Poiché a Cingia de’ Botti non passavano più autobus, Arianna si incamminò verso Torricella del Pizzo alla ricerca di amici che in auto l’avrebbero riaccompagnata a Casalmaggiore. La ricerca fu vana. Proseguì a piedi. Che cosa accadde ad Arianna? Ventitré anni dopo, è ancora un mistero fitto.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400