L'ANALISI
30 Giugno 2024 - 05:25
Sara e Arianna Zardi
CASALMAGGIORE - «La delusione è tanta». Sara Zardi, ancora una volta, si trova a fronteggiare un mistero che persiste da oltre due decenni senza soluzione: com'è morta sua sorella Arianna? Il suo stato d'animo è palpabile ed evidente nel confronto con il continuo inganno del tempo che sembra aver avvolto il caso. Sara, insieme alla sua famiglia, ha affrontato ogni sviluppo, ogni speranza di giustizia con la determinazione di scoprire la verità sul tragico destino di sua sorella, giovane donna di 25 anni appassionata di teologia e membro attivo della comunità dei Testimoni di Geova, rinvenuta senza vita a Torricella del Pizzo, sotto un ponticello, il 2 ottobre 2001.
GLI INTERROGATIVI
Ci sono interrogativi che non hanno mai trovato una risposta definitiva. Nonostante gli sforzi incessanti di investigatori e avvocati nel corso degli anni, le indagini non hanno mai portato alla luce elementi decisivi che potessero chiarire se la morte di Arianna fosse stata un incidente, un suicidio, escluso in modo deciso dalla famiglia, o qualcosa di più sinistro.
FRUSTRAZIONE
Il recente annuncio del pm riguardante la richiesta di archiviazione del caso, a causa dell'assenza di nuovi sviluppi significativi, ha gettato Sara in un vortice di frustrazione e tristezza. «Purtroppo – commenta – per l'ennesima volta è finito tutto in un nulla di fatto, e mi dispiace tanto. Un po' me lo aspettavo, perché sono state risentite le stesse persone dell'epoca ed era inevitabile che non sarebbero emersi elementi nuovi».
QUALCOSA DI STRANO
Il caso di Arianna ha continuato a sollevare domande, anche dopo anni di indagini e esumazioni. Sara rimane convinta che ci siano «qualcosa di strano» che non è stato adeguatamente esplorato: «Presenza di impronte, ferite non compatibili con la caduta, DNA», elenca la congiunta di Arianna, indicando chiaramente la sua convinzione che la verità possa ancora essere nascosta. Il lungo cammino di Sara e della sua famiglia è stato segnato da momenti di speranza e disillusione. Fin dal primo giorno, quando Arianna non fece ritorno a casa dopo una visita al fidanzato a Cingia de’ Botti, il caso ha visto numerosi sviluppi, ma nessuno che potesse portare chiarezza definitiva. Il giovane sospettato inizialmente è stato scagionato, e successive esumazioni e analisi forensi non hanno aggiunto elementi decisivi alla dinamica dell'evento tragico. «Certo, so bene che è passato tanto tempo e che adesso le cose sono più difficili»
La lotta di Sara per la verità è fiaccata dagli ultimi sviluppi. «Con l'avvocato Giovanni Bertoletti che mi assiste mi incontrerò giovedì per valutare il da farsi. Bisogna decidere se opporsi alla richiesta di archiviazione o meno. Prima di esprimermi devo confrontarmi con il legale per analizzare la situazione». Accettare che non c'è più nulla da poter cercare sarà un passo difficile da compiere. «Ora mi trovo di fronte alla frustrazione di non sapere com'è morta mia sorella», aggiunge Sara. «La verità sui fatti mi permetterebbe di mettere un punto definitivo sulla vicenda, anche se Arianna non ce la restituisce più nessuno». La morte prematura della 25enne ha lasciato un vuoto doloroso nella vita della famiglia Zardi, un vuoto che, nonostante gli anni, non si è mai colmato completamente. Ogni anniversario della sua morte è un ricordo struggente di un'assenza inspiegabile, un'ombra che continua a pesare su di loro. E sempre più cresce la consapevolezza che il caso di Arianna Zardi potrebbe essere destinato a rimanere irrisolto per sempre.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris