L'ANALISI
CREMONA CITTÀ DA ‘RIPARARE’
02 Luglio 2024 - 05:25
CREMONA - È naturale trovare erba alta in questo periodo dell’anno, meno naturale trovare l’erba così alta intorno alle tombe dei propri cari. Il cimitero monumentale di Cremona non si trova tutto in queste condizioni, ma sono numerose le zone in cui le erbacce rendono faticoso se non complicato inoltrarsi: non nei viali principali, dove la ghiaia fa il suo dovere, ma sicuramente tra i vialetti che disegnano i diversi comparti, perché ostruiscono il passaggio e nascondono le tombe. Le erbacce sono ovunque, qui solo un ciuffo, là un manto cresciuto selvaggiamente. Negli spazi vuoti tra le tombe sono cresciute piante infestanti che i parenti in visita tentano di estirpare, con esito incerto.
Ieri erano al lavoro tre addetti della cooperativa toscana Luce che ha in appalto la manutenzione armati di trattorino, decespugliatore e soffioni. Intervento già previsto e messo in calendario da tempo, ma frenato rispetto alla tabella di marcia dalle condizioni meteo dettate da un’estate che, rispetto allo scorso anno, si è fatta maggiormente attendere e ha in serbo ancora molte sorprese, a sentire i meteorologi. Lo scorso anno gli sfalci erano partiti già tra aprile e maggio facilitati da un manto erboso di pochi centimetri, ora l’erba alta è un ostacolo e rallenta le operazioni. Soprattutto fra una tomba e l’altra è necessario procedere con cautela per non danneggiare i marmi e così pure nelle canaline intasate di erba e pigne.
Ad appena una settimana dalla nomina, il sindaco Andrea Virgilio ha già avviato una serie di incontri e confronti con i dirigenti dei diversi ambiti per fare il punto della situazione, valutare il lavoro fin qui fatto e identificare gli interventi più urgenti a cui mettere mano appena possibile. I servizi cimiteriali sono fra le priorità.
Il cimitero di Cremona è stato inaugurato il 1° luglio 1809, inizialmente come un grande campo, successivamente legato a un preciso progetto architettonico, un vero e proprio museo a cielo aperto dove si possono incontrare personalità che hanno fatto la storia della città, nel bene e nel male. «È vergognoso tenere le lapidi in queste condizioni, non c’è rispetto per i nostri morti», dice una signora. E aggiunge: «Per fortuna i miei cari sono sepolti al grattacielo. Finalmente gli ascensori sono stati aggiustati, sa quante volto ho protestato?» Se alcune zone del camposanto sono state già tagliate e ripulite, altre appaiono come un folto tappeto di fiorellini bianchi. Lì, in paziente attesa di sparire per opera del decespugliatore. Un anziano signore parcheggia la macchina all’ingresso del quinto androne, entra con cautela, gli occhi al pavimento. «Non c’è guano, meno male... allora le reti di protezione funzionano..» e si incammina, un mazzo di fiori fra le mani.
Bicicletta a mano, borsina con forbicione, stracci, spugnette e flacone di Vetril appesa al manubrio, una donna si fa largo tra le tombe del comparto H: «Mi tocca anche fare il giardiniere, lo faccio con piacere, si intende, lo faccio per i miei defunti. E chi i parenti non li ha? C’è poi chi si lamenta e non fa nulla, aspetta che altri facciano. Un po’ di collaborazione non guasterebbe». La signora-giardiniere, assidua del cimitero, è stata fra le protagoniste della disavventura capitata a Pasquetta del 2022, ‘intrappolata’ con altri visitatori all’interno perché la campana che avvisa tutti dell’ora di chiusura non funzionava. Ancora non funziona, ma da allora è stato posizionato un pulsante di sblocco al cancello verso via dei Cipressi e affisso un cartello con due numeri di telefono da chiamare in caso di emergenza: il custode e la polizia municipale. Nuove campane elettroniche sono però in arrivo a sostituire il vecchio impianto. Se ne dovrebbe occupare la ditta Fulgor che ha presentato un preventivo considerato congruo. Si confida che la messa in funzione avvenga alla velocità di un fulmine.
Palestra di San Felice, si ricomincia. Ma non da zero. Il Comune ha infatti avviato l’indagine di mercato per individuare la ditta a cui affidare il cantiere appaltato il 10 gennaio del 2020 al consorzio Energos di Torino e mai finito. Il Comune procederà all’affidamento mediante procedura negoziata senza bando di gara. Una strada più ‘snella’, dunque. Gli uffici inviteranno ad una gara ‘ristretta’ dieci ditte che saranno individuate in base ad alcuni criteri: il primo è il fatturato globale nell’ultimo triennio; poi l’importo complessivo relativo ad un massimo di tre lavori analoghi a quello oggetto dell’appalto eseguiti regolarmente e con buon esito; infine il numero dei dipendenti. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro le 8 di lunedì prossimo. Dopodiché il Comune procederà alla procedura negoziata e il criterio per la valutazione delle offerte sarà quello del prezzo più basso mediante ribasso sulla lista delle lavorazioni.
Il tempo utile per ultimare i lavori compresi nell’appalto è fissato in 160 giorni naturali e consecutivi. Il 60% dei lavori è stato eseguito. Una nuova tappa, si spera decisiva in una vicenda in cui si sono dipanate quattro proroghe, il Covid, l’adeguamento dei prezzi all’incremento dei costi delle materie prime, il cambio della ditta esecutrice all’interno del consorzio vincitore dell’appalto, l’ultimatum del Comune e, infine, la risoluzione del contratto con Energos. Il cantiere nel frattempo è ancora lì, fra le proteste e l’amarezza dei residenti.
Qui a gennaio un italiano di 53 anni aveva accoltellato all’addome un ventenne straniero. Da allora piazza Castello è tenuta d’occhio con maggiore attenzione dalle forze dell’ordine. Ancora non pervenuta, invece, l’attenzione dei servizi manutentivi del Comune. Le panchine su cui siedono all’ombra degli alberi tanti anziani del quartiere in cerca di frescura sono infatti rotte. Le foglie ricoprono i vialetti, assediati da una specie di giungla urbana. I cestini rigurgitano rifiuti di ogni genere. Per accedere ai giardini, infatti si devono scansare le propaggini della siepe che ha invaso il varco. Sui marciapiedi intorno sbocciano rigogliosi dalle fessure arbusti spinosi. E una buca che si è aperta fra asfalto e marciapiede è stata recintata e attende serenamente da aprile di essere riparata.
A prendersi cura della città in questi giorni sono anche i ragazzi di Ci Sto? Affare Fatica. ‘Capitanata’ dal tutor Domenico Granata e dall’educatrice Federica Sali, una ‘squadra’ composta da una decina di ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni è all’opera in piazza Fiume. Pennelli e barattoli di vernice rossa in mano, i ragazzi stanno ridipingendo le panchine. Ma tutto il giardinetto sarà pulito e risistemato. Una delle aiuole, tra l’altro, ospita una phillyrea latifolia, detta olivastro, di dimensioni tali da renderlo una rarità botanica. Il ‘team’ si sposterà poi nella vicina piazza Castello dove la situazione richiede un intervento più importante. I ragazzi e le ragazze si limiteranno quindi a dare una pulita alle panchine e a raccogliere i rifiuti abbandonati e le foglie. Iniziato nel 2021, il progetto è gestito attraverso un partenariato tra la cooperativa Cosper (capofila), il Centro Quartieri e Beni Comuni del Comune e i Comitati di quartiere e gode di un finanziamento di Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. In questi anni ha coinvolto più di 250 tra ragazze e ragazzi. L’edizione 2024 vede 80 giovani ‘schierati’ in sette quartieri (Cascinetto, Castello, Boschetto, Centro, San Felice, Cadore, Porta Romana).
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