L'ANALISI
20 Giugno 2024 - 16:27
CREMA - Arrivano i rinforzi per due delle unità operative dell’ospedale Maggiore, che più avevano la necessità dell’innesto di nuovi medici. Si tratta della Psichiatria e del settore delle Cure palliative. La carenza di personale che viene registrata nella struttura di Crema, come in altre decine di ospedali lombardi e non solo, crea del resto non poche difficoltà nella programmazione dell’attività ordinaria e chiaramente, ancora di più, nell’affrontare gli impegni straordinari.
Da tempo l’Azienda sociosanitaria cremasca, diretta da Alessandro Cominelli, cercava figure qualificate ed ecco che con gli ultimi concorsi le ha trovate.
Psichiatria, reparto guidato dal primario Virginio Salvi, potrà avvalersi ora delle psicoterapiste Martina Gaia Sangiovanni ed Elisa Locatelli. Mentre per le Palliative sono in arrivo Giuseppe Santoro e due specializzandi. Ossia, Alberto Bosurgi e Laura Soloni. Per entrambi, al momento, si tratta di un contratto a tempo determinato, con orario ridotto a 32 ore settimanali. Ma quando avranno ottenuto la specializzazione, l’accordo scadrà e a quel punto l’Asst potrà a valutare la conferma a tempo indeterminato.
Con i tre nuovi palliativisti, lo staff medico raggiunge la doppia cifra. I rinforzi dovranno immediatamente prendere confidenza con la novità introdotta in questi mesi dall’unità operativa cremasca, ovvero una terapia a base di cannabis, destinata ai malati terminali. Sono quasi 900 l’anno i pazienti che vengono seguiti dall’unità operativa guidata da Sergio Defendi, la stragrande maggioranza a domicilio. Fondamentale è il lavoro l’unità operativa di farmacia ospedaliera e territoriale diretta da Manuela Savoldelli, che si adopera nella preparazione dei farmaci a base di cannabis, particolarmente indicati nella gestione del dolore cronico, come il dolore neuropatico, vale a dire quello causato da infiammazioni dei nervi sia del cervello sia periferici (la nevralgie). In questa fase è in corso una sperimentazione, appunto nell’ambito delle Palliative, ma in seguito l’opportunità potrà essere allargata anche ad altre specialità.
«Da anni, in collaborazione con Defendi, inseguiamo la possibilità di produrre in ospedale farmaci che possano, da un lato, offrire una soluzione a una pluralità di sintomi favorendo una razionalizzazione della terapia; dall’altro essere di immediato supporto al clinico per una efficace gestione del dolore», ha in passato evidenziato Savoldelli. Un’opportunità in più per i palliativisti, chiamati a rendere meno pesante il percorso di fine vita di centinaia di persone. «Certamente — aveva già precisato il direttore dell’unità operativa — l’opportunità è possibile grazie a una proficua sinergia con la farmacia ospedaliera, che amplia l’offerta di trattamenti per l’azienda. Il tema della terapia del dolore, intesa come cura e assistenza, è da sempre molto caro al nostro ospedale».
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