L'ANALISI
CREMONA AL BALLOTTAGGIO: I TEMI CALDI
18 Giugno 2024 - 05:15
CREMONA - La costruzione del nuovo ospedale (e il fronte della sanità in generale) entra prepotentemente nel dibattito della campagna elettorale e offre ancora una volta le visioni differenti dei due candidati sindaco che domenica e lunedì si affronteranno al ballottaggio. Alessandro Portesani, aspirante primo cittadino del centrodestra, resta cauto: «Come centrodestra non siamo contrari — spiega —, ma seimila cremonesi hanno invece espresso il loro dissenso e penso sia giusto confrontarsi con loro». Non ha invece dubbi Andrea Virgilio, leader del centrosinistra: «Abbiamo sempre ritenuto la realizzazione del nuovo polo una grande opportunità per tutto il territorio e non cambiamo idea. Il percorso deve però essere seguito passo passo. E la Regione deve mantenere l’impegno preso in relazione al Dea di II livello».
Il candidato del centrodestra, Alessandro Portesani, parte da una premessa: «Sappiamo molto bene come il tema del nuovo ospedale sia un argomento molto divisivo in città». E poi arriva al dunque: «Ribadiamo che come centrodestra non siamo contrari alla costruzione di un nuovo ospedale e agli investimenti in sanità. Però, com’è nel nostro stile a differenza della giunta Galimberti/Virgilio, ci siamo messi in ascolto delle diverse opinioni. Per noi questo del confronto è un modo di operare fondamentale per amministrare la città e non quello di creare contrapposizioni come ha fatto il candidato Virgilio».
La divergenza è plastica: la Regione, di centrodestra, ha ribadito la volontà di costruire un nuovo ospedale; ma seimila cremonesi hanno espresso, in un documento pubblico, la loro contrarietà.
«E allora è giusto — apre al confronto, Portesani — che i cittadini possano rappresentare questa loro posizione direttamente alla Regione. Per questo, nel corso della sua visita a Cremona, ho ottenuto rassicurazioni da parte del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, che incontrerà quei cittadini che hanno espresso opinioni non favorevoli al nuovo nosocomio. Non basta aver scritto nel nome ‘democratici’: bisogna anche esserlo nella concretezza e nella realtà».
Ci sono poi tanti temi tecnici che vanno affrontati insieme aldilà del semplice immobile. «Il primo e il più importante è la garanzia della presenza del personale specialistico, medico e paramedico nella nuova struttura. L’introduzione di nuove tecnologie che possano contrastare anche le patologie più gravi: con le stesse identiche caratteristiche innovative, proiettando così nel futuro il nuovo ospedale. Vogliono citare i sistemi tecnologicamente avanzati per la chirurgia e le cure. Il confort di cui ha diritto ogni ricoverato».
Collegato a questo tema c’è inevitabilmente quello della sanità di base. «Il Covid ci ha insegnato come sia punto fondamentale per le esigenze dei cittadini. Un aspetto fondamentale che non deve essere trascurato e su cui lo Stato e la Regione stanno lavorando per risolvere le principali criticità. Voglio sottolineare un aspetto che mi sta particolarmente a cuore perché alla fine io guardo la vita del cremonese ‘normale’, senza inutili voli pindarici. Sarò attentissimo alle tempistiche. Sappiamo bene che ci saranno dei disagi. Quelli che dovranno sopportare i ricoverati per almeno otto, anche dieci anni, tra il cantiere per la nuova costruzione e poi altri tre anni per la demolizione di quello precedente». La promessa finale: «Se sarò eletto sindaco, non permetterò che si creino ancora più difficoltà ai cittadini che già, di loro essendo in una struttura sanitaria, possano subire per questa operazione. È un impegno che mi prendo fin da subito».
Parte dal fronte del nuovo ospedale e allarga il suo ragionamento, il candidato sindaco del centrosinistra Andrea Virgilio. Il nuovo ospedale: «Il punto non è dividersi fra favorevoli e contrari, ma consolidare un percorso di ascolto e di confronto con i tutti soggetti coinvolti a partire, naturalmente, dagli operatori sanitari e da chi vive quotidianamente quegli spazi» è la rotta tracciata dall’aspirante primo cittadino. Che non a caso, nelle ultime settimane, ha preso atto della disponibilità della nuova dirigenza a mettersi a disposizione del territorio.
«Proprio per favorire un processo che mi pare essere declinabile già ora: l’amministrazione del Comune capoluogo deve facilitare il coinvolgimento degli altri enti, dei diversi portatori di interesse e dei cittadini cremonesi. Noi siamo sempre stati convinti dell’opportunità di questa nuova struttura. Siamo consapevoli che anche a Cremona l’edilizia sanitaria comporta interventi strutturali importanti e che un intervento sull’esistente rischia di allargare tempi e disagi».
C’è però un altro aspetto rilevante: il percorso. «Dovrà portare a una nuova struttura e deve andare di pari passo con l’acquisizione da parte del nostro ospedale del Dea di secondo livello. Siamo dunque in attesa dell’impegno che si è preso il governatore Attilio Fontana proprio in occasione della presentazione del progetto sul nuovo ospedale di Cremona, quando diceva che è ‘solo una questione di tempo, ma a breve potremo dare una risposta positiva’». Accanto a questo percorso, «che va monitorato anche dal punto di vista tecnico, perché si tratterà di un cantiere imponente con ricadute significative sul comparto», il tema, altrettanto strategico, della sanità territoriale.
«Regione Lombardia — si rivolge ancora al livello regionale, Virgilio —, anche alla luce dell’esperienza del Covid, deve investire nei presidi territoriali, negli ospedali di comunità, nelle case di comunità. In Lombardia la maggior parte delle case di comunità sono state collocate in strutture già esistenti, prevalentemente ex-poliambulatori. Significa che Regione Lombardia ha optato per una riorganizzazione dei servizi già disponibili, anziché investire nella creazione e implementazione di nuovi modelli organizzativi orientati all’approccio interdisciplinare, al lavoro in équipe multi professionali e alla presa in carico reale dei bisogni di salute dei cittadini nelle aree in cui sono state collocate. Occorre invece fare in modo che investimenti importanti possano favorire una migliore integrazione fra servizi sanitari, sociali e sociosanitari». L’ex Inam: «Su quel comparto dobbiamo aprire un tavolo di confronto in merito alle prospettive, per capire come valorizzare questo importante presidio per la città».
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