L'ANALISI
16 Giugno 2024 - 14:50
CREMA - Il tono è amaro e pungente, come il gusto di un frutto colto ancora acerbo: «L’esperienza di Vitium è ufficialmente chiusa. Non avrei voluto finisse, di certo non così. Purtroppo non si è creato quell’ecosistema che avrei voluto e, credo, meritato: Crema e il suo territorio non sono ancora pronti per un progetto ristorativo ambizioso e fuori dagli schemi».
Michele Minchillo ha spento con stizza e sconforto la Stella Michelin del suo (ormai ex) ristorante di via Ginnasio. L’allievo dell’Alma, di natali foggiani, era approdato a Crema nel 2019, appena 26enne, via Dubai e poi New York, dove aveva affinato la sua arte culinaria in un bistellato della chiccosa Williamsburg.
Tre anni e mezzo più tardi, dopo aver scollinato il picco terribile della pandemia, era riuscito a portare Vitium alla conquista della prima Stella, confermata l’anno successivo. Una scalata molto faticosa: «Per una realtà come Crema, forse è stato un azzardo. Ma vincente», dichiarava Minchillo a novembre 2022, all’indomani dell’annuncio ufficiale dell’ingresso nell’empireo Michelin. Ora, però, Michele ha gettato la spugna. Sconfitto, dice lui, da «un ambiente poco ricettivo e per nulla collaborativo».
E puntualizza: «Alla notizia della chiusura di Vitium ho intercettato commenti decisamente fastidiosi. Specialmente quelli di colleghi che, devo dire con rammarico, si sempre ben guardati dal cercare un confronto e mi hanno persino messo i bastoni tra le ruote». Insomma: secondo Minchillo, tra i senatori della Repubblica del tortello non è mai scoccata la scintilla per il giovane ambasciatore della cucina mix and match. Anzi, peggio: «Può aver suscitato invidia la conquista della Stella da parte di un under 30 arrivato a Crema quasi per caso. L’intero territorio non ha saputo dimostrarsi aperto né sensibile, ma si è rivelato statico e avvitato su se stesso».
E poi: «Non serve parlare di turismo enogastronomico se non si contribuisce a innescare un circolo autenticamente virtuoso. Ho dato tutto, so di aver fatto il massimo: puntavo alla seconda Stella, ma evidentemente ho scelto il posto e il momento sbagliati». È evidente che Minchillo non ripartirà da Crema. E forse neppure dall’Italia: «Devo ancora chiarirmi le idee — confida —. Potrei, ad esempio, tentare una nuova avventura da executive chef. L’estero? È un’opzione». Bye bye, Crema. Con qualche rancore. Minchillo ha staccato la spina dell’unica stella accesa in provincia, lasciandola più buia. E più triste: l’addio di Vitium è una sconfitta. Per tutti.
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