L'ANALISI
11 Giugno 2024 - 05:15
CREMONA - Si è presentato alla Motorizzazione per sostenere l’esame teorico, con un auricolare di grosse dimensioni nascosto nell’orecchio. Ma è stato sorpreso, l’aspirante a conseguire la patente di guida, un egiziano. Gli hanno tolto le cuffie e scoperto l’inganno: cuffie. È accaduto ieri. Alla Motorizzazione è intervenuta la polizia. Il candidato aveva già risposto a tutti i quiz: nessun errore. Ma è stato respinto. E denunciato.
Intanto, ci sono sviluppi nell’indagine sulle patenti facili che ha coinvolto quattro autoscuole, di cui tre nel Bresciano, e che ha portato agli arresti domiciliari il cremonese Jonathan Locatelli, 45 anni, residente nel Bresciano, proprietario dell’autoscuola di Verolanuova (Brescia) e legato anche ad altre tre scuola guida, tra cui una a Castelverde). L’inchiesta si è allargata a 60 persone indagate per aver fatto l’esame con l’aiuto di un suggeritore.
Il responsabile del nucleo di polizia amministrativa della Provinciale di Brescia, il commissario capo Fabio Peluso, ha notificato a Locatelli l’atto di revoca delle autorizzazioni rilasciate e delle abilitazioni personali a svolgere la funzione di insegnante e di istruttoria di scuola guida. Nell’inchiesta, sotto sequestro è finito un milione di euro. Non solo. Sono state esaminate 2.000 patenti sospette.
Secondo quanto riportato dalla stampa di Brescia, si è proceduto con la revoca delle autorizzazioni, perché, come è stato accertato, «vi è il pieno coinvolgimento dell’autoscuola in un sistema illecito finalizzato all’ottenimento di patenti facili anche per la guida professionale di mezzi pesanti, con la evidente dimostrazione di una evidente sproporzione fra il cospicuo numero di allievi iscritti alle autoscuole gestite da Locatelli che procacciava i clienti compiacenti interessati a sostenere gli esami con l’ausilio di suggeritore, chiedendo compensi fino a 5.000 euro per il servizio».
A inizio maggio, era stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 persone: Locatelli, Annibale Gavazzoni e Antonio Governucci. Per Mariana Nervi era stato disposto l’obbligo di firma. Per gli inquirenti, l’organizzazione farebbe capo proprio a Locatelli. Secondo quanto emerso dalle verifiche, la presunta associazione per delinquere «era finalizzata a far ottenere in modo irregolare patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente (C.Q.C.) per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi».
L’indagine, nel corso della quale la Guardia di finanza ha effettuato accertamenti a carico di Locatelli (definito dagli investigatori «capo promotore»), ha portato al sequestro di oltre 1 milione di euro e permesso di contestare a carico del cremonese e dei suoi presunti fiancheggiatori i reati di associazione a delinquere.
Il procuratore, Francesco Prete, aveva spiegato che «le quattro scuole guida collegate allo stesso titolare erano il collettore di aspiranti camionisti da tutta Italia che venivano nel Bresciano per sostenere le prove. Ci sono circa duemila patenti sospette che analizzeremo. Molti patentati non sanno nemmeno parlare italiano». Chi sosteneva l’esame, indossava microcamere collegate con l’esterno e via auricolare venivano inviate le risposte da un suggeritore residente a Napoli. «Era previsto un tariffario fisso: si andava dai 2mila ai 5mila euro».
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