L'ANALISI
GUARDIA DI FINANZA
02 Maggio 2024 - 12:59
CREMONA - Sono clamorosi, e toccano anche Cremona, gli sviluppi dell’indagine sul presunto maxi giro di patenti truccate condotta dagli inquirenti bresciani. Lo scorso luglio l’autoscuola di Verolanuova (Brescia) di proprietà del cremonese Jonathan Locatelli, 45 anni, (legato anche ad altre tre scuola guida, tra cui una a Castelverde), è stata sequestrata su input della Procura di Brescia, che ha gestito l’inchiesta. Questa mattina è arrivata la notizia di quattro ordinanze di custodia cautelare scattate nei confronti di altrettante persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere con l’obiettivo di far ottenere, appunto, patenti di guida tramite esami truccati.
L’organizzazione, secondo gli inquirenti, farebbe capo proprio Locatelli, che è stato arrestato. Ai domiciliari Annibale Gavazzoni e Antonio Governucci, mentre per Marianna Nervi è stato disposto l’obbligo di firma. Secondo quanto emerso dalle verifiche condotte dagli agenti della polizia stradale di Brescia, dalla polizia provinciale di Brescia (coordinata dal commissario capo Fabio Peluso) e dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, l’associazione per delinquere era finalizzata «a far ottenere in modo irregolare patenti di guida di tipo B e carte di qualificazione del conducente (C.Q.C.) per la guida professionale di mezzi pesanti per conto terzi».
L’indagine, nel corso della quale la guardia di finanza ha effettuato accertamenti a carico di Locatelli (definito dagli investigatori «capo promotore»), ha portato al sequestro di oltre 1 milione di euro e permesso di contestare a carico del cremonese e dei suoi presunti fiancheggiatori, i reati di associazione a delinquere, corruzione, istigazione alla corruzione e numerosi falsi in atto pubblico. È stato anche contestato il reato speciale di sostenimento degli esami di guida tramite sistemi di suggerimento, oltre a ipotesi di estorsioni sui candidati.
L’operazione ha individuato, tra i primi casi in Italia, un ‘telefonista’, suggeritore da remoto per gli esami. Gli indagati sarebbero oltre 60. Sono anche scattati una serie di approfondimenti investigativi su oltre 2.000 patenti (tipo A-B-C-C.Q.C.) conseguite nel territorio bresciano da persone di tutta Italia. Le perquisizioni scattate nelle scorse ore sono state condotte anche con il supporto del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) con l’impiego di moderne strumentazioni tecnologiche e di due unità cinofile ‘cash dog’ della Guardia di Finanza per la ricerca di soldi contanti.
«È una vicenda che va ad impattare sulla sicurezza nei trasporti. È stato scoperto un sistema che le motorizzazioni civili non riescono a prevenire nonostante siano emerse modalità note», ha detto il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, nel corso della conferenza stampa convocata nella città della Leonessa in merito all’inchiesta che ha portato alle quattro misure cautelari per gli esami facili per le patenti per i camion. «Le quattro scuole guida collegate allo stesso titolare, ora in carcere, erano il collettore di aspiranti camionisti da tutta Italia che venivano nel Bresciano per sostenere le prove - ha spiegato ancora il procuratore -. Ci sono circa duemila patenti sospette che analizzeremo. Molti patentati non sanno nemmeno parlare italiano», ha concluso Prete. Chi sosteneva l’esame indossava microcamere collegate con l’esterno e via auricolare venivano inviate le risposte da un suggeritore residente a Napoli e da questa mattina agli arresti domiciliari. «Era previsto un tariffario fisso: si andava dai 2mila ai 5mila euro», ha specificato il pm, Marzia Aliatis.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris