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IL CASO

Patenti, autoscuola sequestrata nel Bresciano

Indagato il titolare cremonese Jonathan Locatelli: «Presunte irregolarità amministrative»

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

06 Luglio 2023 - 20:46

Patenti, autoscuola sequestrata nel Bresciano

CREMONA - È di proprietà di un cremonese l’autoscuola di Verolanuova sequestrata nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Brescia. E nel registro degli indagati è stato iscritto il titolare, Jonathan Locatelli, che è capo anche di altre quattro succursali che non risultano invece finite sotto i riflettori della magistratura. Una di queste si trova in provincia di Cremona, a Castelverde, ed è regolarmente aperta. Ad apporre i sigilli a Verolanuova è stata la Polizia provinciale alla quale compete la vigilanza e l’applicazione delle sanzioni. Il riserbo è massimo e nel pomeriggio di mercoledì c’è stato un vertice in Procura, dopo che la Provinciale, su delega del sostituto procuratore Alessio Bernardi, ha sequestrato la struttura bresciana. Oggi sono stati passati al setaccio i computer.


L’inchiesta viene definita delicata e sembra destinata ad allargarsi nelle prossime ore. Ma Locatelli non è l’unico accusato. La lista comprende decine di nomi. Altri potrebbero aggiungersi a breve. Nei confronti di nessuno di loro è scattata alcuna misura cautelare e sono tutti indagati a piede libero. Le indagini sarebbero nate da una segnalazione e andrebbero avanti da almeno sette mesi e agli atti sono finiti video, intercettazioni e testimonianze. Oltre a chiudere la scuola guida, gli agenti della Polizia provinciale avrebbero sequestrato cellulari, computer e documenti. E la Procura, oltre ad affidare l’incarico ai consulenti che dovranno esaminare gli strumenti elettronici, ha chiesto già ieri la convalida del sequestro al gip che si esprimerà nei prossimi giorni.

Lui Locatelli, 45 anni, cremonese ma residente nel Bresciano, minimizza: «Si tratta di presunte irregolarità amministrative relative ai corsi per camionisti che abbiamo tenuto un paio di anni fa. Non si tratta di patenti facili o di corsi per il recupero dei punti. Tutto è nato da una segnalazione: c’è tanta invidia. Io lavoro 15 o 16 ore al giorno e ho fatto tanti sacrifici. In questo lavoro ci vuole tanta pazienza: tutti vogliono tutto e subito e vogliono spendere poco. Non è la prima volta che gli invidiosi mi prendono di mira, ma io vado avanti. Mi hanno sequestrato il locale, ma l’attività prosegue. Speriamo che ora riapra il prima possibile». 

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