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CREMONA. L'AGGRESSIONE

Non è stato tentato omicidio: scarcerato

Accusa riqualificata in lesioni gravi: ma il ferito è ancora grave

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

30 Maggio 2024 - 20:56

Secco 'no' all'accorpamento del tribunale di Cremona a quello di Mantova

CREMONA - Non ci sperava. Invece, «il Tribunale del Riesame di Brescia ha accolto la mia tesi difensiva: ha riqualificato il fatto da tentato omicidio a lesioni personali gravi. E ha accolto l’istanza di mandare il mio assistito agli arresti domiciliari presso la casa della sorella». Giorgio Lazar è l’avvocato che assiste Mehdi , marocchino di 36 anni uscito oggi dal carcere.

C’era finito la notte del 12 maggio scorso con l’ipotesi di accusa di tentato omicidio, dopo aver mandato in Terapia Intensiva Abdelal, connazionale di 46 anni, suo vicino di casa, in via Sardagna, al quartiere di Borgo Loreto. I due avevano litigato. Durante la scazzottata nell’androne di casa (una palazzina Aler), Abdelal era caduto, battendo violentemente la nuca a terra. I soccorsi, l’intervento chirurgico, il ricovero prima in Terapia Intensiva poi in Neurochirurgia.

«Ma le sue condizioni sono critiche», sottolinea l’avvocato Santo Maugeri, legale della moglie. In via Sardagna era arrivata la pattuglia della Volante, chiamata da un residente. Con la torcia, i poliziotti avevano illuminato un uomo sul balcone: era Mehdi, il 36enne. Abbagliato dal fascio di luce, si era coperto il volto con la mano destra. Se l’era già fasciata in maniera rudimentale. Aveva escoriazioni sul viso ed una, evidente, sulle nocche. In casa, gli agenti gli avevano trovato (e sequestrato) gli abiti insanguinati.

Nell’interrogatorio di garanzia, l’avvocato Lazar aveva sostenuto che non vi fossero elementi per sostenere il tentato omicidio. Il gip gli aveva dato torto, i giudici del Riesame gli hanno dato ragione. Il difensore ha ottenuto per il suo assistito gli arresti domiciliari. «Non sussistevano più le esigenze cautelari: il pericolo di fuga, di inquinamento della prova e di di reiterazione del reato. Il mio assistito non è incensurato, ma da sei anni si comportava bene». Inoltre, aggiunge l’avvocato Lazar, «ho chiesto gli arresti domiciliari a casa della sorella, quindi a debita distanza dall’abitazione della famiglia della persona offesa».

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