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CREMONA

Tentato omicidio in via Sardagna, l'arrestato si avvale della facoltà di non rispondere

Per il pm deve rimanere in carcere. Il difensore chiede l'obbligo di firma o i domiciliari. Il gip si riserva di decidere

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

13 Maggio 2024 - 14:03

Tentato omicidio in via Sardagna, l'arrestato si avvale della facoltà di non rispondere

CREMONA - Davanti al gip, oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere l’uomo nordafricano finito in carcere (Ca' del Ferro) sabato notte con l’ipotesi di accusa di tentato omicidio di un connazionale 46enne, colpito a mani nude durante una colluttazione sotto casa, in via Sardagna, nel quartiere di Borgo Loreto.

La vittima era stata trasportata "in fin di vita" in ospedale, dove è poi stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. 

SUL CASO INDAGA LA POLIZIA

Poco prima del trasporto in ospedale del ferito, gli operatori della squadra volante hanno notato la presenza di un uomo affacciato al balcone di una delle palazzine di via Sardagna, già noto agli agenti. Quest’ultimo, abbagliato dal fascio di luce delle torce degli operatori, si è coperto il volto con la mano destra rendendo evidente la presenza di una fasciatura grossolana. Inoltre, il presumibile coinvolgimento del marocchino era, altresì, avvallato da precedenti interventi di polizia effettuati per liti e aggressioni che lo vedevano coinvolto insieme al ferito.

L'uomo presentava escoriazioni a livello del viso e un rigonfiamento alla mano destra. Sul posto è intervenuto uno specializzato del Gabinetto provinciale della polizia scientifica per il compimento dei "preliminari accertamenti urgenti sulla conservazione dello stato dei luoghi e sul presunto aggressore".

Gli operatori dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (UPGSP) della Questura di Cremona hanno perquisito il domicilio del marocchino che ha consentito di sequestrare gli abiti insanguinati compatibili con quelli indossati dall’aggressore sulla base della descrizione fornita dal residente.

L'AVVOCATO DIFENSORE

L’avvocato Giorgio Lazar, difensore dell’indagato, ha spiegato: "Da quello che io ho capito, alla base c’è un rapporto di pessimo vicinato, con denunce, querele, risse". Secondo il legale, "non ci sarebbero gli estremi del tentato omicidio. La Procura ha chiesto la misura cautelare in carcere, io ho chiesto una misura meno rigida, cioè l’obbligo di firma o i domiciliari nella casa in cui il mio assistito vive con l’anziana madre, la quale ora è in Marocco, ma sta tornando. Dovrebbe tornare entro una decina di giorni. Se il gip dovesse disporre i domiciliari, naturalmente la conditio sine qua non è che la madre ci sia. Non mi sembra che ci siano gravi indizi di colpevolezza per un tentato omicidio. Ho ipotizzato al gip la derubricazione a lesioni personali magari aggravate". Il gip si è riservato di decidere.

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