L'ANALISI
L'ECONOMIA SOTTO LA LENTE. LE 'LEVE' DELLA RIPRESA
22 Maggio 2024 - 05:20
CREMONA - Sono numeri in chiaroscuro quelli dell’economia cremonese, in particolare del settore manifatturiero, relativi al primo trimestre di quest’anno. Quando ormai si guarda verso l’estate e la seconda parte del 2024, auspicando una ripresa che stenta un po’ a decollare, la Camera di commercio ha reso noti ieri i dati del periodo gennaio-marzo (clicca qui per leggere tutti i dati).
Provengono dall’indagine congiunturale, condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia, che coinvolge due campioni distinti di aziende manifatturiere industriali e artigiane. Per Cremona e il suo territorio, questa ricerca ha interessato complessivamente 138 imprese appartenenti a tutte le principali attività del comparto manifatturiero, suddivise in 64 industriali e 74 artigiane. Gian Domenico Auricchio, commissario straordinario della Camera di Commercio, fa il punto della situazione.
«L’indagine del primo trimestre 2024 rileva una condizione del comparto manifatturiero provinciale differenziata per i settori industria e artigianato. Il primo mostra un assestamento congiunturale, dopo l’exploit positivo di fine 2023, con una contrazione della produzione (-1,7%). Si tratta, con ogni probabilità, dell’effetto rimbalzo dopo il +3,2% segnato nell’ultimo trimestre del 2023. Rallenta significativamente anche la crescita dei prezzi, sia per le materie prime (+0,2%) che per i prodotti finiti (+0,4%). Il quadro tendenziale dell’industria rimane sostanzialmente stabile (-0,2%) per la produzione, mostra una flessione per gli ordini interni (-1,3%) mentre restano in positivo gli ordini esteri (+0,4%). Positivi, il saldo occupazionale e le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre, soprattutto in vista della possibile, e tanto attesa, riduzione dei tassi da parte dell’Europa».
Sul versante artigiano le imprese confermano un moderato trend crescente con un contenuto incremento della produzione (+0,7%), ma fatturato (-0,8%) e ordini (-0,5%) in flessione dopo aver raggiunto i massimi storici all’inizio dello scorso anno. Restano forti le tensioni sui prezzi (+3,5% sia per le materie prime che per i prodotti finiti). Simile il quadro tendenziale che registra una crescita della produzione del 2% ma fatturato (-3,4%) e ordini (-1,7%) in flessione con una variazione del +0,6% rispetto al trimestre precedente e del +1,2% su base annua. L’artigianato registra una svolta congiunturale positiva (+1,0%), mentre rispetto al livello dello stesso trimestre dello scorso anno il gap è negativo (-1,0%), confermando una tendenza di fondo decrescente.
L’occupazione mantiene il trend crescente con una variazione del +0,6% rispetto al trimestre precedente e del +1,2% su base annua. L’artigianato registra una svolta congiunturale positiva (+1,0%), mentre rispetto al livello dello stesso trimestre dello scorso anno il gap è negativo (-1,0%). Resta contenuto, ma in leggero aumento, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni nell’industria con l’1,6% delle imprese intervistate che ha dichiarato di averla utilizzata. Percentuale più alta per l’artigianato (6,8%) e in incremento rispetto allo scorso trimestre.
Secondo i dati Inps, le ore autorizzate di cassa integrazione nel manifatturiero nel primo trimestre 2024 sono diminuite (-39%), dopo l’incremento congiunturale registrato a fine 2023, fermandosi a 528mila, in calo anche rispetto al primo trimestre del 2023 (-73%). Ieri in Regione sono stati presentati analoghi dati a livello lombardo, con l’intervento di Auricchio, che è anche presidente di Unioncamere Lombardia, Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Regione, Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia e Stefano Fugazza, che guida la Confederazione delle libere associazioni artigiane della regione. Da quanto emerso, i dati lombardi dell’industria manifatturiera sono sostanzialmente allineati a quelli cremonesi.
A livello nazionale la produzione industriale mantiene un’intonazione negativa, ma i segnali di ripresa del commercio mondiale potrebbero influire positivamente sulle imprese maggiormente orientate all’export. Non ci sono, invece, ancora segnali significativi di recupero della domanda interna che potrebbero arrivare in un secondo momento stimolati da un’eventuale ripresa delle imprese esportatrici. A tutti i livelli territoriali i relatori hanno rilevato una fase positiva per l’occupazione, con un incremento degli occupati e una riduzione del tasso di disoccupazione. «Politica monetaria e situazione geopolitica non aiutano la nostra economia, ciò nonostante, i dati in crescita dell’occupazione e la stabilità della produzione ci consentono di essere estremamente ottimisti per i prossimi mesi – ha evidenziato Guidesi – il nostro è un ecosistema solido, maturo e che grazie alla flessibilità riesce a dare segnali positivi in contingenze negative come quelle che stiamo vivendo. La straordinarietà lombarda si conferma nonostante i ‘freni’ sovra territoriali».
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