L'ANALISI
11 Maggio 2024 - 10:12
ROBECCO D'OGLIO - «Non sarò candidato di facciata. Se verrò eletto al Parlamento europeo rimarrò cinque anni a Bruxelles». Così Roberto Vannacci, accolto ieri pomeriggio da un bagno di folla a Robecco d’Oglio per la presentazione del suo secondo libro ‘Il coraggio vince. Vita e valori di un generale incursore’. Comincia con una battuta sulla vicenda del cambio di sala che ha interessato questo evento, spostato da Cremona alla sala consiliare del Comune di Robecco d’Oglio.
«Un atteggiamento non democratico che fotografa lo stato infelice degli ultimi mesi. Vivo una censura generalizzata perché non mi conformo al politicamente corretto». Il successo del generale delle polemiche nasce con la pubblicazione del libro ‘Il mondo al contrario’: «Lo pubblicai il 10 agosto dell’anno scorso pensando di diffonderlo solo ad amici e conoscenti. Una settimana dopo, grazie ai giornalisti, le vendite del libro sono schizzate: ho venduto più di Harry Potter». Per il generale, gli stessi giornalisti e politici sono critici nei suoi confronti proprio perché caduti nel «tranello del politicamente corretto».
«Oggi si dà una definizione di normalità cambiata dal politicamente corretto – spiega –, cioè cambiata dal ceto dominante. Normalità è ciò che è abitudinario, ciò che è statisticamente normale. Stanno cambiando il significato delle parole, alcune le stanno addirittura eliminando. Orwell diceva che una parola eliminata non può più essere pensata». Vannacci, candidato come indipendente tra le file della Lega per il Parlamento europeo, si dice «in sintonia con le proposte del partito».
Sull’autonomia differenziata per le regioni, battaglia storica della Lega: «Tema controverso. C’è già dal 2001 con la modifica del titolo V. Decentrare non è una discriminazione, anzi avrebbe funzione di traino e rivitalizzerebbe le risorse locali. Alcune funzioni come la Difesa non devono essere decentrate». Commenta anche le dichiarazioni del presidente francese Macron, che ipotizzava di schierare truppe di terre europee in Ucraina contro la Russia. Vannacci dice un convinto «no a un esercito comune europeo. Da chi dipenderebbe? Chi deciderebbe chi va in prima linea? Macron vorrebbe mandare i soldati europei in Ucraina. Parli per il popolo francese, non per l’Ue o per la Nato. Non vorrò mai soldati italiani a meno che non ci siano interessi nazionali da difendere».
E sul suo impegno in Europa, se eletto, ha già deciso: «La mia non è una candidatura di facciata: una volta eletto mi troverete ogni giorno a Bruxelles per proseguire il mio impegno». E ha le idee chiare sulla sua visione di Europa: «Questa Europa non mi piace. L’Europa sia più potente e sovrana a livello geopolitico. Non si può continuare a ignorare la Russia, che geograficamente è europea». Tornare quindi a dialogare con la Russia con un ruolo da protagonisti e di mediazione, anche se definisce Putin «un autocrate sanguinario».
Ma passa anche in carrellata tanti temi di attualità e dibattito politico: «Se sei contrario ad aborto, immigrazione clandestina, ideologia gender, oggi ti chiamano misogino, razzista e omofobo». E sulla prostituzione: «Sono liberista e libertario. Sì alla liberalizzazione della prostituzione, ma attenzione allo sfruttamento». Molto spazio anche alle domande dal pubblico, accorso numerosissimo a sostenere Vannacci. Circa 150 le persone nella piccola sala municipale e un’altra cinquantina all’esterno.
Il primo intervento insiste sulla necessità di reintrodurre l’obbligo del servizio militare e civile, ma il generale frena l’entusiasmo: «Oggi un servizio di leva sarebbe impraticabile per mancanza di strutture, ufficiali e attrezzature. Un tempo era un rito di passaggio: si partiva adolescenti e si tornava uomini». Un altro spettatore, invece, chiede la posizione del generale sul Green pass e l’obbligo vaccinale: «L’obbligo vaccinale fu una forzatura. Ci dissero che i vaccini avrebbero protetto chi ci stava intorno, ma la scienza lo ha smentito. Col senno di poi non avrei fatto quattro vaccini: ho fatto un atto di fede». Ma aggiunge: «Da comandante, non mi sento di condannare chi prese queste decisioni perché non è facile reagire con lucidità a queste situazioni». Lunghe file, poi, alla fine della presentazione gli ammiratori, fra cui molti militari ed ex militari, hanno chiesto autografi e scattato fotografie.
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