L'ANALISI
11 Maggio 2024 - 05:15
Don Rubagotti e il duomo di S. Stefano
CASALMAGGIORE - «Giovedì mattina ho sporto regolare denuncia presso la caserma dei carabinieri di Casalmaggiore. Le indagini, grazie anche alle riprese di alcune videocamere, faranno il loro corso. Nel frattempo posso dire che il Duomo ospiterà senza problemi le celebrazioni del fine settimana, anche se abbiamo rischiato di vederlo andare a fuoco». È quanto dichiara il parroco don Claudio Rubagotti, che si è trovato ancora una volta davanti ad atti vandalici ai danni del principale edificio religioso cittadino.
«Già nelle settimane scorse ogni tanto trovavamo qualche danno e stavolta abbiamo corso il grosso rischio di vedere il Duomo andare a fuoco. Con l’aggravante che c’erano anche delle persone all’interno, che si trovavano nella zona della cupola, le quali avrebbero fatto molta fatica a scappare. Il fumo è salito in alto ed è arrivato nella zona della restauratrice che lo ha percepito, in seguito lei ha avvisato l’operaio che ha dimostrato parecchio coraggio. Diversamente avremmo avuto la distruzione del Duomo e magari la morte di alcune persone. Sarebbe saltata la corrente nell’ascensore e le persone coinvolte sarebbero dovute scappare dalle scalette con il fuoco e il fumo e tutta l’agitazione e il panico che ne sarebbero conseguiti».
Un altro aspetto che sottolinea don Rubagotti «è una sorta di disprezzo verso il Duomo, che proprio adesso sta subendo lavori importanti di restauro e messa in sicurezza. È proprio questo il contrasto tra chi lavora per mettere a posto e chi invece fa l’opposto creando disordine e danni».
Non meno importante è l’aspetto «dissacrante del gesto compiuto, perché hanno rotto volutamente una acquasantiera, non è stata una conseguenza del tentativo di incendio, ma è stata una cosa intenzionale. Non è il valore dell’oggetto ma è il fatto di voler danneggiare volutamente. Che siano di estrazione italiana o straniera gli autori cambia poco, è una volontà di disprezzo verso il luogo. Qui non c’entra la provenienza ma emerge un profondo limite mentale e culturale». Il pensiero di chiudere il Duomo però non c’è.
«Questi comportamenti sono anche un attacco alla libertà. Inducono le persone a chiudere i luoghi e a non renderli fruibili. Io non ho nessuna intenzione di chiudere le porte della chiesa che rimarrà un luogo di culto aperto, perché per tanta gente rappresenta un luogo dove poter trovare un momento di pace e riflessione. Sarebbe un tradimento per le persone che in questi anni hanno goduto del momento di raccoglimento».
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