L'ANALISI
10 Maggio 2024 - 05:10
CASALMAGGIORE - Non si spegne l’eco di indignazione suscitata dagli atti vandalici, con conseguente principio di incendio, portati a termine mercoledì ai danni del Duomo di Santo Stefano, e fortunatamente conclusi con un bilancio limitato, grazie al pronto intervento di un operaio che stava lavorando al restauro della cupola e che si è accorto del fuoco in tempo. Ad agire sarebbero stati due minorenni, identificati tramite il servizio di videosorveglianza del Comune, ma le verifiche sono ancora in corso. Sulla nostra pagina Facebook c’è chi chiede che i danni vengano pagati dai genitori degli autori dei danni: «Loro sono responsabili della loro educazione».
Sulla vicenda prende posizione il consigliere comunale di minoranza Gabriel Fomiatti del Listone. «Vorrei innanzitutto esprimere solidarietà alla parrocchia di Casalmaggiore – esordisce Fomiatti —. Questo episodio è l'ennesima dimostrazione del disagio giovanile presente come una tematica della nostra società attuale. Il murales del canottaggio al parco Romani sporcato e rovinato; i furti e l’altro incendio al magazzino della Baslenga ai danni dell’Associazione Interflumina; una stazione abbandonata preda di ripetuti bivacchi e rifiuti; i cinque pulmini della KM Spa assaliti e sfasciati tra vetrine e altri gesti ingiuriosi; i continui ritrovi che danneggiano vicolo Centauro: sono solo le ultime e principali cronache di questi anni ai quali l’amministrazione Bongiovanni ha risposto con le telecamere. Si sono rivelate utili in alcuni casi per trovare colpevoli a fatto compiuto, ma non sono la soluzione al malessere di cui tanti giovani sono oggi influenzati», chiosa con preoccupazione Fomiatti.
Il consigliere osserva come sia «ormai palese come da sole non risolvono né prevengono questo problema che dovrebbe riguardare la nostra comunità, inclusa l’amministrazione comunale, non solo scuole e associazioni. Il disagio giovanile è una sfida che pone domande nuove a cui si sta rispondendo con risposte vecchie o, come avviene da anni da parte di questa amministrazione, con l’indifferenza. Ho proposto la creazione, da parte del comune, di luoghi aggregativi, culturali e ricreativi come l’ex macello dove poter offrire un’alternativa al vuoto della strada; la promozione di iniziative e progetti di sensibilizzazione al tema nelle quali queste giovani generazioni potessero esprimersi ed essere ascoltate; creare tempi prima o dopo la scuola dove questi ragazzi e ragazze potessero ritrovarsi in sicurezza e soprattutto coltivare interessi e passioni creative e proficue. Queste sono una serie di proposte per cercare di comprendere e attenuare un tema complesso e ampio da affrontare insieme e su più fronti. Le troppe poche iniziative intraprese fino ad oggi in ambito scolastico, culturale e sociale su questo tema sono il preoccupante riflesso di una città che non ha a cuore il futuro giovani e, quindi, di se stessa. E una comunità che ignora i giovani non potrà avere un domani».
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