L'ANALISI
07 Maggio 2024 - 18:37
La questura di Cremona
CREMONA - «Eroi? No. Angeli? No. Direi persone speciali». Li chiama tutti per nome (Marco, Luca, Carlo, Nicola, Franco, Roberto, Raffaele) come se fossero di famiglia. Anzi, per nonna Gina, 80enne, pensionata, i poliziotti della squadra mobile lo sono, di famiglia, da 348 giorni. Ovvero dal 26 maggio di un anno fa, quando nel rincasare a Cremona dal Bresciano, ne ha approfittato per fa spesa al Famila Superstore di Manerbio.
E lì, sul piazzale, la banda di peruviani le ha portato via la borsa con il trucco della monetina. «Stia tranquilla, li prendiamo», le hanno detto nel parcheggio gli investigatori che da Cremona stavano seguendo quei tre. Due - il capo 30enne e una 20enne - li hanno presi quello stesso giorno. E da allora Gina, nonna arzilla, coccola i ‘suoi’ poliziotti: pane e salame nostrano, torte, torte gelato, pasticcini, biscotti, cioccolatini, succhi di frutta. Tutta roba fresca, roba buona. Ne ha portata una sporta anche stamattina in Questura. Perché va bene la lettera di ringraziamento scritta a suo tempo «da cittadina» a «Marco» (Marco Masia, all’epoca il capo della squadra mobile) «per l’alto senso del dovere, l’alta capacità, la massima professionalità...», ma una lettera non basta per esprimere la sua infinita riconoscenza ai poliziotti. Lei li vizia. Li ricorda nelle preghiere e nelle messe. Con alcuni di loro chatta su WhatsApp. Racconti di vita quotidiana tra foto di gatti e scatti di chiese.
Elegante, colore degli occhi che tende al verde, cuore gonfio di gratitudine, nonna Gina si accomoda nell’ufficio delle «persone speciali». È di casa, qui. E da qui comincia un viaggio (lungo un’ora) nei sentimenti della vittima dei sudamericani senza scrupolo. Anche se, lei corregge, «vittima non mi piace, ma va bene lo stesso». Una buona dose di shiettezza e di parlantina, con la memoria l’ottantenne torna a 348 giorni fa.
«Mi ricordo che ero in auto, ho sentito bussare al finestrino: ‘Signora, ha perso le monetine’. Era plausibile, perché il mio portafoglio non si chiudeva bene. Io dico la verità». E come prova, lo tira fuori dalla borsetta: la cerniera lampo lo chiude per tre quarti. Riprende il filo. «Ho pensato: ‘Ma che strano, non avevo tante monetine’». È che «vai in tilt». È stato un attimo, «è come se il tempo si fosse fermato». I peruviani sono scappati. «È arrivato un poliziotto su una moto. ‘Non si preoccupi, li prendiamo’. Mi ha dato sicurezza, emanava sicurezza».
La moto «che correva forte», la gente sul piazzale attorno all’anziana travolta da un abbraccio di calore e di attenzioni. Agitata? No. Spaventata? Macché. «Non so come spiegarlo. Io ho cercato di essere me stessa. Mi sono detta: ‘Devo attraversare questo momento’». Gli investigatori che inseguivano la banda (speronamenti e colluttazione finale), lei accompagnata in Questura, l’adrenalina a mille. E poi, «molto dispiaciuta», quando ha saputo che «nella dura lotta» con i criminali, un poliziotto ne è uscito con un dito rotto, un altro contuso. «Soffrivo, mi sentivo quasi responsabile, non so come dire. Ho telefonato per avere informazioni. Successivamente li ho rivisti qui e mi hanno tranquillizzata. ‘Signora, per fortuna che non le hanno fatto del male’. Sì, d’accordo, però mi è spiaciuto per loro».
Dopo quel 26 maggio, nonna Gina non se l’è sentita subito di prendere l’auto e di andare a fare la spesa. «Ho aspettato un po’, poi ho riflettuto. Mi sono detta: ‘Devo tornare ad essere normale’», a vivere la sua vita.
La riconoscenza e la gratitudine verso le «persone speciali», la sicurezza (quella che le ha dato il poliziotto in moto), e il dispiacere per i poliziotti rimasti feriti. Tutti sentimenti che continuano ad albergare nel cuore dell’ottantenne. Prima di congedarsi, tra una battuta e l’altra con i poliziotti, ha persino pensato al titolo del pezzo («Leggo sempre il giornale»). Il titolo: ‘Nonna Gina’ scritto in grosso». E poi? «Poi fate voi. Io voglio che vengano fuori i miei sentimenti. Grazie a tutti».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris