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Trucco della monetina, sgominata una gang di peruviani

Trentacinque colpi messi a segno tra Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte dai tre uomini e una donna. Il capo era già stato arrestato il 26 maggio dello scorso anno, dopo un lungo inseguimento

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

07 Maggio 2024 - 08:20

Trucco della monetina, sgominata una gang di peruviani

Una volante della polizia

CREMONA - Trentacinque vittime, tutte anziane, derubate nei parcheggi dei supermercati con la 'tecnica della monetina'. Trentacinque colpi messi a segno tra Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte da una banda di peruviani: tre uomini e una donna. Il capo era un trentenne già arrestato dalla squadra Mobile di Cremona il 26 maggio dello scorso anno, dopo un lungo inseguimento cominciato nel parcheggio dell’ospedale Maggiore e finito nel bresciano, a Cadignano, frazione di Verolanuova. Nei suo confronti, su richiesta del pm Andrea Figoni, il gip Pierpaolo Beluzzi ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, contestandogli una quindicina di colpi messi a segno a Cremona e in provincia in sei mesi con complici 'interscambiabili'.

Il 26 maggio era venerdì. I poliziotti della sezione Antirapina non si trovavano nel parcheggio dell’ospedale per caso. Stavano già lavorando su una querela presentata tempo prima in Questura da un’anziana caduta nella trappola della monetina nel parcheggio di un supermercato in città. Rubata la borsa, la banda aveva poi fatto un prelievo al bancomat. È l’episodio che ha dato l’input all’indagine. Gli investigatori hanno organizzato complessi servizi di osservazione e di pedinamento, attività che ha consentito di acquisire «specifici elementi» nei confronti di un gruppo di sudamericani con molti precedenti di polizia.

Quel venerdì, alle 3 del pomeriggio i poliziotti su un’auto civetta e in moto, avevano messo gli occhi su una Fiat Tipo con tre sudamericani a bordo che si aggirava nel parcheggio del Maggiore per poi dirigersi verso Brescia. Li hanno seguiti. Lungo il viaggio, l’auto si è fermata nei parcheggi di 4 diversi supermercati per poi tirare ancora dritto verso Manerbio (Brescia). Qui, nei pressi del Famila Superstore, la gang ha individuato la vittima: una ultraottantenne che stava mettendo la spesa nel bagagliaio. La Tipo si è affiancata, è sceso il capo, ha indossato una giacca, ha lanciato delle monetine vicino all’anziana e l’ha distratta: «Signora, ha perso i soldi». Mentre lei li raccoglieva, il complice si è avvicinato alla sua vettura, sottraendole la borsetta appoggiata sul sedile del passeggero.

La banda è poi scappata, con alle calcagna la squadra mobile che ha azionato la sirena, ha intimato più volte l’alt. È scattato un inseguimento a tutta velocità, pericoloso. I poliziotti, a fatica, sono riusciti ad affiancare la Tipo che li ha più volte speronati. L’inseguimento è andato avanti per alcuni chilometri finché i sudamericani hanno imboccato una strada chiusa a Cadignano. Costretti a fermarsi, sono scappati a piedi. I poliziotti li hanno rincorsi, riuscendo a braccare il capo e la donna, lei ventenne, incensurata, in Italia da pochi giorni. Impresa non facile, la cattura. È nata una colluttazione, dalla quale un poliziotto è uscito con un dito della mano rotto (20 giorni di prognosi), il collega con contusioni (5 giorni di prognosi).  Il terzo della banda, l'autista, è riuscito a fuggire.

Arresto in flagranza per furto aggravato, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Il 27 maggio la direttissima. Il boss è i n carcere da quel giorno. La donna  è libera e forse non è più in Italia. L’indagine della squadra mobile è andata avanti. I poliziotti hanno lavorato sulle telecamere, hanno analizzato le scie telematiche lasciate dai banditi, acquisendo altri riscontri nei confronti dei sudamericani. E scoprendo che molte procure li avevano denunciati, a vario titolo, per 25 reati messi a segno nel nord Italia sempre contro persone anziane. E sempre nei parcheggi.

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