L'ANALISI
26 Aprile 2024 - 20:19
CREMONA - ‘Il patto della pasta allo scoglio’ si stringe in una pizzeria della città. Al tavolo ci sono anche Mino Jotta, coordinatore provinciale di Forza Italia fino al 2018, quando fu commissariato e revocato, e Fabio Bertusi, il forzista che lasciò il partito, regista della candidatura a sindaco di Alessandro Portesani: lui lo ha portato al centrodestra.
«Mi auguro che abbiano aggiunto un po’ di peperoncino sugli spaghetti allo scoglio, magari calabrese», la butta in risata Ferruccio Giovetti, candidato sindaco con la sua lista civica. «Il fatto che Giovetti non fosse al tavolo è normale», dice il geriatra, responsabile sanitario del Dipartimento anziani di Fondazione Sospiro di cui Bertusi è direttore generale.
«Con Bertusi ho sempre avuto un ottimo rapporto. Nel 2018, il comitato provinciale di Forza Italia era stato commissariato in seguito alla mancata elezione di Carlo Malvezzi. Io, Bertusi, Jotta e tanti altri siamo usciti. Da allora, io non ho più preso alcuna tessera. In alcune occasioni, io e Bertusi ci siamo trovati fianco a fianco. In questa occasione, io non ho assolutamente approvato il fatto che lui scegliesse Portesani come candidato, perché si era offerto prima al centrosinistra, poi al centrodestra. Quando un paio di mesi fa Mario Mantovani è venuto a presentare il suo libro sull’amministratore di sostegno, incontro organizzato, tra l’altro, da Fondazione Sospiro, non sono andato apposta: non volevo che il mio nome fosse in alcun modo associato a quello di Portesani. Niente contro di lui personalmente, ma politicamente».
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