L'ANALISI
26 Aprile 2024 - 05:25
VOLTIDO «Oggi ritorno a Voltido, in questo 25 Aprile, giorno in cui si commemora la liberazione dell’Italia. Si commemora la lotta dei suoi partigiani! E oggi, ricordo anche Attilio, figlio di questa terra che ha lottato, in un altro continente, assieme agli italiani che hanno sconfitto il nazifascismo. Mi emoziono e ho profondo rispetto per questa storia, di cui oggi ho il privilegio di parlare con voi. Grazie infinite». Parole di Ricardo Superti, giunto appositamente da Porto Alegre in Brasile per la ricorrenza di ieri: per ricordare suo bisnonno, sindaco per poco più di un anno.
SINDACO PER UN ANNO. A introdurlo è stato il sindaco Giorgio Borghetti: «Oggi abbiamo una presenza importante, un figlio di Voltido che vive in capo al mondo come direbbe papa Francesco, una persona che ha capito la storia, una persona che cura e alimenta le radici della propria famiglia con rispetto e affetto. Ricardo discende da Luigi Attilio Superti, nato a Cà d’Andrea nel 1874, sindaco di Voltido dal 1920 al 1921. L’inizio della dittatura a Voltido fu contrassegnato subito da ostilità nei confronti del sindaco Superti, socialista, che aveva vinto le elezioni comunali nel settembre 2020. Il suo mandato durò solo un anno perché venne sostituito d’autorità dal commissario prefettizio nel novembre 2021».
IL MONUMENTO. Borghetti ha spiegato che «questo monumento ai Caduti deriva da sua delibera comunale, dopo aver approvato il progetto dello scultore Aldo Balestreri. Attilio dovette nascondersi in soffitta per più di un mese a Recorfano dove abitava e dove abitavano i parenti Superti, oggi qui presenti con Angelo, Luigina e Francesca. Attraverso una parente della moglie Annunciata Bottini che abitava già a Rio del Janeiro, il 31 dicembre 1921, Luigi Attilio, con grande dolore e umiliazione, si imbarcò a Genova con la moglie e i 4 figli per il Brasile. Dopo una sosta a Rio, si stabilì a Porto Alegre, nel sud del Brasile, dove fondò un circolo socialista intitolato a Giacomo Matteotti per la difesa e la tutela dei lavoratori sfruttati. Morì nel 1941».
TRA ITALIA E BRASILE. «Attilio Luigi Superti fu, perciò, una delle prime vittime del nascente fascismo che in un ventennio ci tolse ogni libertà e ci portò alla catastrofe con la seconda guerra mondiale, sicuro che il nazismo che stava vincendo su tutti i fronti avrebbe dominato il mondo». Superti, storico di formazione e insegnante, lavora alla Corte dei Conti in Brasile e attualmente tiene un master sulla storia di Attilio Superti nel suo Paese, basato sulla storia della formazione del gruppo antifascista Giacomo Matteotti, in collegamento con altri movimenti a Porto Alegre. «Un saluto speciale a tutti voi – ha esordito —, a Giorgio Borghetti, sindaco di Voltido e ai miei parenti di Voltido, in questo importante giorno in memoria della Liberazione d’Italia, fatto di grande importanza anche per il mondo. Dopo diversi anni di piccole ricerche sulla storia dei miei antenati, oggi, posso parlare un poco di una persona molto importante per la mia famiglia e che ha vissuto le grandi trasformazioni sociali e politiche dell’Italia nell’inizio del millenovecento».
Ricardo Superti ha ricordato che il suo bisnonno «ha vissuto il periodo del ‘biennio rosso’ e la conseguente ascesa del fascismo in Italia. Senza dubbio, è stata la crescita della violenza promossa dalla politica fascista a spingere Superti a partire per il Brasile, portando con sé la moglie Annunciata Bottini e i suoi quattro figli: Carlo, Giordano, Giuseppina e Tranquillo, mio nonno. In Brasile, sono arrivati a Porto Alegre, capitale della Regione del Rio Grande do Sul, zona di grande tradizione di immigrazione italiana, principalmente con il grande movimento migratorio a partire dal 1850. Oggi, dei 10 milioni di abitanti di questa regione, si stima che il 40% sono di discendenza italiana».
Ricardo ha aggiunto che «a Porto Alegre, Superti ha continuato la sua professione di contadino, lavorando principalmente nella produzione di frutta e di ortaggi. Intanto, Superti non ha rinunciato ai suoi ideali. Ha continuato, attento e preoccupato per quello che si passava in Italia e nel mondo. Nel giugno del 1926, con un gruppo di altri immigrati italiani di Porto Alegre (fra gli altri Piattelli, Ferrari, Gatti, Piovesan) ha fondato il Gruppo Antifascista Giacomo Matteotti, in omaggio al deputato italiano brutalmente assassinato dai fascisti nel 1924. Quest’anno è il centenario dell’assassinio. Questo gruppo s’è riunito periodicamente almeno fino all’inizio del 1930, sempre denunciando le violenze del regime di Mussolini. Le attività di questo gruppo sono registrate nei giornali di Porto Alegre».
Superti diventò sindaco di Voltido conquistando 195 voti e sconfiggendo di poco lo schieramento avversario. Lo ha scoperto Borghetti negli archivi facendo emergere delle curiosità dai consigli comunali. L’8 dicembre 1920 venne deliberato ad esempio un sussidio di 100 lire alla Lega proletaria per mutilati, invalidi, vedove e genitori dei caduti in guerra. Il 23 gennaio 1921 fu emesso un contributo per scuole serali e festive per adulti analfabeti pari a 1.500 e 2.000 lire per il doposcuola alunni. Il 10 luglio 1921 venne approvata la tassa di famiglia e la tassa di esercizio e rivendita, motivo probabile dell'ufficiale commissariamento del Comune perché vennero presentati molti reclami contro i rincari. Un Comitato di salute pubblica invitò a non pagare le tasse comunali.
LA RISCOPERTA. La riscoperta della figura di Superti è opera del sindaco Borghetti che ha lavorato «almeno un anno, consultando i registri e i faldoni presenti nell’archivio comunale. In Prefettura e nell’Archivio di Stato non ci sono altri documenti». Borghetti ha rintracciato i discendenti, ricostruendo i passaggi della vita brasiliana di Superti. «Sappiamo che è morto nel 1941 e che gli è stata dedicata una via. Di certo possiamo dire che il suo destino era segnato dall’inizio, visto che era un socialista. È stato estromesso, io penso con il pretesto delle tasse, da un decreto, quando a Cremona tra l’altro non c’era un prefetto titolare». Perché Borghetti indaga sempre nel passato? «Perché sono curioso di conoscere tutte le vicende che hanno caratterizzato il mio paese». Altre ricerche? «Insieme ad altri sto ricostruendo la storia della scuola a Voltido, dal 1861 al 1950. Ma c’è anche da approfondire tutta la questione sanitaria del colera e della spagnola».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris