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SOLAROLO RAINERIO

Isabelle in cerca delle sue radici

Dalla Francia fino al paese del bisnonno Francesco: «Quando ho trovato il paese, mi sono commossa»

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

19 Aprile 2024 - 05:25

Isabelle in cerca delle sue radici

Don Umberto Zanaboni, Mark Lowe, Isabelle Ferrari, Vittorio Ceresini

SOLAROLO RAINERIO - È stata una piccola odissea quella compiuta da Isabelle Ferrari, nata nel 1962 vicino a Parigi, per cercare le proprie origini italiane. Un viaggio che l’ha infine portata a Solarolo Rainerio, accompagnata dal marito inglese Mark Lowe. Un esempio di come il desiderio di connessione con il proprio passato possa guidare una ricerca profonda e significativa attraverso generazioni e confini.

«Da bambina mi sono sempre chiesta perché avessi un cognome italiano ma non una cultura italiana in casa», dice Isabelle. Il mistero del suo retaggio ha trovato radici in storie di famiglia su suo bisnonno Francesco Ferrari: «Mio padre mi raccontava che era nato nel 1865 e che era un muratore italiano emigrato in Francia da Solarolo. Quando mio padre è nato, il mio bisnonno era già morto, quindi l'informazione non è stata trasmessa correttamente in famiglia».

Il viaggio di Isabelle per riconnettersi con le sue origini italiane è iniziato quando aveva circa 30 anni. Senza l'aiuto di Internet, si è avventurata in Italia, confondendo inizialmente Solarolo Rainerio con Solarolo di Manerba vicino al Lago di Garda.
«Ho sbagliato posto due volte! Solarolo di Manerba! Poi ho trascorso 20 anni in Asia, a Taiwan e in Giappone. Solo nel 2022 ho trovato il Solarolo giusto! Solarolo Rainerio! La prima volta mi sono commossa, ho persino pianto. E ho sentito delle onde. Così ho deciso di imparare l'italiano e di fare delle ricerche genealogiche», racconta con emozione.

Determinata a scoprire di più sulla vita del suo bisnonno e degli antenati, Isabelle ha utilizzato il sito Portale Antenati per tracciare la storia della sua famiglia. «Sono riuscita a rintracciare i fratelli e le sorelle del mio bisnonno e i loro figli. L’anno scorso, in biblioteca di Solarolo ho scoperto una mostra organizzata da Dario (Delvò, nda) e Gianpietro (Ottolini, nda), con oggetti del passato che mi hanno permesso di capire meglio la vita dei miei antenati».

Francesco Ferrari, il bisnonno di Isabelle, ha vissuto l'esperienza dell'emigrazione con tutte le sue sfide, compreso il razzismo dell'epoca in Francia. «Tuttavia, come muratore, partecipò alla costruzione di un forte militare in Lorena che frenò l'avanzata dell'esercito tedesco durante la Prima guerra mondiale. Francesco sposò una donna francese, Mélanie, mia bisnonna. All'epoca, quando una donna francese sposava uno straniero, perdeva la sua nazionalità e prendeva quella del marito. Così mia bisnonna divenne italiana e mio nonno Charles (Carlo) nacque italiano. Solo anni dopo ottennero la nazionalità francese». Isabelle, ora insegnante di cinese, porta la sensibilità della sua eredità migratoria nell'educazione dei suoi studenti sui temi dell'immigrazione e del razzismo. «Essendo io stessa discendente di immigrati, sono particolarmente sensibile a questo problema», sottolinea.

Isabelle e Mark hanno incontrato il sindaco Vittorio Ceresini: «Mi fa molto piacere che ancora una volta, come avvenuto poco tempo fa, ci sia chi vuole ritrovare le proprie origini italiane, arrivando a Solarolo - commenta il sindaco -. Sono persone che trovano forza e interesse nelle proprie radici e noi siamo ben contenti di farle sentire come a casa propria. In più, è sempre piacevole fare nuove conoscenze».

Quando le viene chiesto del suo interesse per le sue radici italiane, Isabelle spiega che «è una sorta di dovere verso la memoria del mio bisnonno Francesco. Ho letto al Musée de l'Immigration di Parigi che nelle famiglie di discendenti di immigrati, la prima generazione, che non ha subito alcuna discriminazione, guarda al passato e vuole ritrovare le proprie radici. È il mio caso!». La sua storia è un richiamo potente all'importanza del ricordo e della connessione con le nostre origini, un sentimento condiviso da molti discendenti di immigrati che, come lei, cercano di riavvicinarsi al loro passato. La storia di Isabelle è un promemoria della resilienza, dell'orgoglio e del legame che connette le generazioni. Un viaggio di scoperta che celebra anche la ricchezza e la complessità delle storie familiari che intrecciano le nostre identità.

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