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Al Migliaro atterraggio proibito in pista: infranto il divieto dell’Enac

Bimotore in volo dall’Isola d’Elba compare sul campo d’aviazione cremonese. Accertamenti in corso

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

18 Aprile 2024 - 05:30

Al Migliaro atterraggio proibito in pista: infranto il divieto dell’Enac

CREMONA - Divieto infranto: un aereo sarebbe atterrato all’aeroporto di Cremona-Migliaro nel tardo pomeriggio di sabato, in aperta violazione al Notam, l’avviso ai naviganti con cui l’Ente nazionale per l’aviazione (Enac) ha inibito l’utilizzo della pista a partire dal 16 febbraio scorso. Ricostruire i movimenti del bimotore blu ‘incriminato’ è semplice: secondo il sito flightradar24.com, che traccia i voli in tempo reale, il velivolo è decollato dall’Isola d’Elba alle 18 di sabato per toccare terra un’ora più tardi. Il campo d’aviazione d’arrivo non è specificato, ma l’aereo è stato chiaramente inquadrato dalla webcam del Migliaro alle 12.35 del giorno successivo ed è poi stato fotografato all’interno di uno degli hangar dell’aeroporto cremonese nella giornata di martedì. La trasgressione al divieto di volo appare evidente. Resta in piedi l’ipotesi di una speciale deroga concessa all’aviatore: un’eventualità tuttavia poco probabile, alla luce della mancanza dei necessari requisiti di sicurezza in pista, come rilevato dall’Enac. L’ente, sollecitato a proposito dalla redazione de ‘La Provincia di Cremona’, per il momento non ha fornito informazioni. Quel che è certo è che l’episodio ha suscitato incredulità e indignazione in buona parte dei soci dell’Aero Club, che — già in apprensione per il prolungarsi della chiusura dell’aeroporto — ora pretendono spiegazioni con la massima sollecitudine. Anche perché, secondo le indiscrezioni, quello del bimotore blu non sarebbe l’unico atterraggio fuorilegge registrato nei giorni scorsi.

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Un frame tratto dalle riprese della webcam del Migliaro che ha inquadrato il bimotore blu

La violazione — se accertata — rischia di costare cara, in base a quanto recitano le disposizioni contenute nel codice della navigazione, nei regolamenti Enac e nelle convenzioni internazionali. Il pilota potrebbe essere sanzionato con multa, sospensione della licenza di volo o altre misure disciplinari, senza tralasciare le eventuali responsabilità sul fronte civile e penale. Non si possono escludere neppure conseguenze per il gestore dell’aeroporto, chiamato a dimostrare di aver preso tutte le misure ragionevoli per impedire l’accesso non autorizzato e per garantire la sicurezza dell’aeroporto. La violazione normativa potrebbe addirittura comportare per il gestore la revoca delle licenze o delle autorizzazioni.

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In attesa di chiarimenti sul ‘giallo’ del bimotore blu, per l’aeroporto cremonese (struttura privata di proprietà della Migliaro Srl) sembra avvicinarsi il momento della riapertura: stando ai sussurri, la ripresa delle attività sarebbe questione di ore.

Ieri, tuttavia, il presidente dell’Aero Club Cremona, Angelo Castagna, ha smentito la possibilità con toni secchi. La scorsa mattinata gli ispettori dell’Enac sono tornati a Cremona per effettuare nuove verifiche sulla pista: la data della cancellazione del Notam dipenderà, con ogni evidenza, dagli esiti dell’ispezione. Un anno fa la pista era passata da 650 a 800 metri, allungata a spese di Prometeon Tyre Group, multinazionale specializzata nella produzione di pneumatici a uso industriale che ha scelto il Migliaro come campo di prova.

I lavori erano terminati a fine agosto e la pista nella sua versione XL era stata inaugurata il 2 settembre. Poi, due mesi fa, il fulmine a ciel sereno con la chiusura immediata disposta dall’ente preposto a garantire la sicurezza dei voli: i tecnici avevano riscontrato una configurazione «diversa da quanto riportato nelle pubblicazioni aeronautiche» e avevano anche rilevato la mancanza «del titolo abilitativo rilasciato da Enac». Un messaggio recepito con grave preoccupazione dai frequentatori abituali del Migliaro. Nel frattempo la pista è tornata alla lunghezza originaria di 650 metri con la tracciatura di due grandi ‘X’ in capo e in coda alla lingua d’asfalto. Poi, il lungo impasse. Che potrebbe risolversi a brevissimo. Tra i soci, però, la vicenda è destinata a lasciare segni profondi: c’è chi sta pensando ad avanzare richieste di indennizzo o misure compensative per le spese di hangaraggio sostenute nonostante l’impossibilità di volare. 

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